Catechesi in occasione del quarto dei «Quaresimali d’arte» (11 marzo 2018)

12-03-2018

4° QUARESIMALE. MARIA, MADRE DELLA CHIESA

 

Giovanni, 19,25-27

 

“Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé”.

 

 

Paolo VI. Esortazione apostolica “Signum Magnum” 

 

“Maria è Madre della Chiesa non soltanto perché Madre di Gesù Cristo e sua intimissima Socia nella nuova economia, quando il Figlio di Dio assunse da lei l’umana natura, per liberare coi misteri della sua carne l’uomo dal peccato, ma anche perché rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti. Come, infatti, ogni madre umana non può limitare il suo compito alla generazione di un nuovo uomo, ma deve estenderlo alle funzioni del nutrimento e della educazione della prole, così si comporta la beata Vergine Maria. Dopo di aver partecipato al sacrificio redentivo del Figlio, ed in modo così intimo da meritare di essere da lui proclamata madre non solo del discepolo Giovanni, ma – sia consentito l’affermarlo – del genere umano da lui in qualche modo rappresentato, Ella continua adesso dal cielo a compiere la sua funzione materna di cooperatrice alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle singole anime degli uomini redenti. E questa una consolantissima verità, che per libero beneplacito del sapientissimo Iddio fa parte integrante del mistero dell’umana salvezza; essa, perciò, dev’essere ritenuta per fede da tutti i cristiani. Ma in qual modo Maria coopera all’incremento delle membra del corpo mistico nella vita della grazia? Prima di tutto mediante la sua incessante preghiera, ispirata da una ardentissima carità. La Vergine santa, infatti, benché allietata dalla visione dell’augusta Trinità, non dimentica i suoi figli avanzanti, come lei un giorno, nella peregrinazione della fede; anzi, contemplandoli in Dio e bene vedendone le necessità, in comunione con Gesù Cristo che è sempre vivo sì da poter intercedere per noi, si fa loro Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice. Di questa sua ininterrotta intercessione presso il Figlio per il popolo di Dio, la Chiesa è stata fin dai primi secoli persuasa, come ne fa testimonianza questa antichissima antifona che, con qualche lieve differenza, fa parte della preghiera liturgica sia in Oriente che in Occidente: Noi ci rifugiamo sotto la tutela delle tue misericordie, o Madre di Dio; non respingere le nostre suppliche nelle necessità, ma salvaci dalla perdizione, o (tu) che solo (sei) la benedetta”.

 

 

Catechesi 

 

Concludiamo le nostre meditazioni quaresimali sulla Vergine Maria soffermandoci sul titolo: “Madre della Chiesa”. E’ un titolo che è stato riconosciuto a Maria abbastanza recentemente, alla luce del Concilio Vaticano II. Come sappiamo, nella Costituzione dogmatica “Lumen Gentium” tutta dedicata al Mistero della Chiesa, i Padri conciliari riservarono l’ottavo e ultimo capitolo a Maria. Collegarono, così, intimamente la Chiesa e la sua missione e a Maria. Facendo proprio il messaggio del Concilio, il beato Paolo VI dichiarò nel 1964 Maria “Madre della Chiesa” e ad essa dedicò l’Esortazione apostolica “Signum magnum”. Nel 1980 San Giovanni Paolo II diede facoltà di aggiungere nelle Litanie Lauretane l’invocazione: “Maria, Madre della Chiesa, prega per noi”. Per volere di Papa Francesco la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, con decreto dell’11 febbraio scorso, ha introdotto nel calendario liturgico la festa della beata Vergine Maria Madre della Chiesa.

Viviamo, quindi, in un tempo in cui la Chiesa sente in modo particolare Maria vicina a sé come Madre premurosa e potente. Fin dai primi secoli, però, Maria è stata sempre riconosciuta e venerata come Modello e Madre che intercede incessantemente per i suoi figli.

In due passi del Nuovo Testamento possiamo ritrovare il fondamento al titolo “Madre della Chiesa” riconosciuto a Maria.

Il primo passo lo abbiamo appena ascoltato e ci porta sotto la croce dove Gesù è già inchiodato, con l’ultimo fiato, consegna a Maria il discepolo Giovanni come suo figlio e al discepolo Maria come sua Madre. Il discepolo Giovanni rappresenta tutti i discepoli di Gesù che Maria riceve dal Figlio come figli da amare come ha amato il suo unigenito Figlio Gesù.

Negli Atti degli Apostoli troviamo il secondo brano dove Maria ci è presentata nel cenacolo dopo l’ascensione al cielo di Gesù. Nel cenacolo sta in mezzo agli apostoli e ad alcune donne e prega con loro in attesa della Pentecoste, del dono dello Spirito Santo. Ho scelto questo testo anche come icona biblica della mia lettera pastorale di quest’anno dedicata a Maria, “Perseveranti e concordi nella preghiera con Maria”. A Pentecoste è nata la Chiesa con la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli e sulle donne. Essa è nata attorno a Maria e grazie alla sua preghiera di intercessione. Non c’è la Chiesa senza Maria che in lei riconosce il modello a cui ispirarsi e la Madre a cui affidarsi dentro le vicende tormentate della storia.

Anche in questi nostri tempi la Chiesa di Cristo, come accennavo nella catechesi scorsa, vive un tempo severo di prova per attacchi che le vengono rivolti dal mondo e per turbamenti e tensioni che patisce al suo interno. A volte possiamo anche essere presi dalla stessa paura che colse gli apostoli quando furono sorpresi dalla tempesta sul lago di Tiberiade; la paura che le ondate e i venti impetuosi travolgano la fragile barca di Pietro. Con rinnovata fiducia, continuiamo ad affidarci a Maria e alla sua instancabile e potente intercessione invocandola: “Maria, Madre della Chiesa prega per noi”. 

Ripetiamo con frequenza l’antichissima preghiera con cui, già nel III secolo, i cristiani di Alessandria d’Egitto si rivolgevano alla Vergine Madre: 

“Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,

Santa Madre di Dio:

non disprezzare le suppliche

di noi che siamo nella prova,

ma liberaci da ogni pericolo,

o Vergine gloriosa e benedetta”.