Omelia per l’ordinazione presbiterale di don Emanuele Paravano (21 maggio 2023)

21-05-2023

Cari fratelli e sorelle,

le letture della Parola di Dio della festa dell’Ascensione di Gesù risorto al Padre ci illuminano anche per comprendere il significato del rito di ordinazione presbiterale di Emanuele Paravano a cui abbiamo la grazia di partecipare.

Nella prima lettura abbiamo ascoltato le ultime parole che Gesù rivolse agli apostoli prima di salire al cielo. In esse per ben tre volte egli nomina e promette lo Spirito Santo. Accanto a Gesù risorto che sale al cielo appare, quindi, lo Spirito Santo, come il protagonista divino inviato dal Padre, che sosterrà e accompagnerà la nascita della Chiesa.

Gesù, ricordando le parole di Giovanni Battista, annuncia che il dono del suo Spirito è per tutti coloro che avrebbero creduto in lui. Si rivolge, però, in modo particolare agli apostoli ai quali consegna una missione straordinaria: «Di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria fino ai confini della terra». È un compito umanamente impossibile per quegli undici uomini ma Gesù aggiunge: «Riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi». È questa Forza soprannaturale che li trasformò da uomini comuni e anche deboli ad apostoli, testimoni di Gesù crocifisso e risorto, che raggiunsero veramente i confini della terra. Usando un altro termine, possiamo dire che la particolare effusione dello Spirito Santo che scese su di loro li “consacrò” ad aver un ministero molto importante nella Chiesa, un ministero che era riservato a loro.

Gli apostoli trasmisero il loro ministero ai loro successori: ai vescovi e ai loro diretti collaboratori che sono i presbiteri. Non lo trasmisero seguendo metodi umani verificando le loro attitudini e i loro curriculum come si fa per gli incarichi professionali. Certo, venivano e vengono verificate anche alcune caratteristiche e condizioni della persona del candidato. L’atto decisivo, però, era l’imposizione delle mani sul capo e l’invocazione dello Spirito Santo. Seguendo la tradizione della Chiesa, come successore degli apostoli ripeterò questo atto sacramentale di consacrazione imponendo le mani su don Emanuele a cui seguirà lo stesso gesto da parte di tutti i sacerdoti concelebranti come segno di comunione perché egli entra a far parte dell’unico presbiterio diocesano.

Don Emanuele è giunto a questo momento decisivo della sua vita dopo un discernimento lungo, accurato e particolare. Infatti ha percorso anni di formazione all’interno della Compagnia di Gesù. Progressivamente si è fatta chiara nel suo cuore una chiamata del Signore Gesù sempre di consacrazione totale a Lui e alla Chiesa ma come presbitero diocesano. In questo discernimento, anche impegnativo è stato accompagnato da illuminati formatori, alcuni dei quali sono qui tra i concelebranti. A loro va un particolare ringraziamento non solo di don Emmanuele, ma anche della nostra Chiesa diocesana. Giunto alla decisione di lasciar la Compagnia di Gesù egli è entrato nella comunità del nostro seminario dove ha completato la preparazione al sacerdozio.

Tutto questo itinerario di discernimento e di formazione è stato molto importante, ma, come dicevo, non lo promuove sacerdote. Gli manca l’evento decisivo che stiamo celebrando in questo momento. Un atto in cui entra in azione il Protagonista principale che non è don Emanuele, né il Vescovo, né noi, ma direttamente Dio Padre e Gesù risorto con il suo Santo Spirito. Noi invocheremo l’effusione dello Spirito su don Emanuele con l’imposizione delle mani e, poi, con una solenne preghiera che avrà al centro queste parole: «Dona, Padre onnipotente, a questo tuo figlio la dignità del presbiterato. Rinnova in lui l’effusione del tuo Spirito di santità; adempia fedelmente, o Signore, il ministero del secondo grado sacerdotale da te ricevuto e con il suo esempio guidi tutti a una integra condotta di vita». Grazie a questa straordinaria effusione dello Spirito Santo, don Emmanuele potrà annunciare in modo autorevole il vangelo e avrà il potere, che è solo di Gesù, di perdonare, in nome suo, i peccati ai fratelli e di pronunciare le sue divine parole che trasformeranno il pane e il vino nel Corpo e Sangue del Signore, Cibo di vita eterno e fondamento della Chiesa. Per questi motivi don Emanuele è un grande dono che Gesù fa alla sua e nostra Chiesa, che continua ad animare con il suo Spirito.

Con animo grato, allora accompagniamo don Emanuele ad accogliere lo Spirito Santo che lo consacra alla dignità di presbitero totalmente consacrato a donare Gesù vivente ai fratelli.