Omelia nei Primi Vespri dei Santi Patroni Ermacora e Fortunato (11 luglio 2023)

11-07-2023

Cari fratelli e sorelle,

la festa dei Santi Patroni Ermacora e Fortunato ci riporta, con un profondo sentimento di riconoscenza, alle reali radici storiche della nostra fede; quella fede in Gesù Cristo che ha attraversato i secoli e che ci ha riunito anche questa sera. I Primi Vespri sono una solenne celebrazione di lode e di ringraziamento a Dio Padre, a Gesù nostro Signore e alla potenza del suo Santo Spirito; e anche ai nostri padri nella fede, Ermacora e Fortunato, e, assieme a loro, agli altri martiri aquileiesi che partecipano alla nostra celebrazione nella comunione dei santi.

Essi ci testimoniano che ad Aquileia si è realizzato il “miracolo” dell’evangelizzazione che ha dato origine alla nostra Chiesa. Parlare di miracolo non è retorica ma è riconoscere che nella società aquileiese del tempo c’è stato un evento umanamente inspiegabile.

Abbiamo appena cantato: “Con la forza del martirio” questi primi evangelizzatori “eressero la fede”.  Ma che forza era il martirio? Un elementare buon senso umano non poteva che considerare quelle persone in una situazione di estrema debolezza e il messaggio, un po’ utopico, destinato al fallimento. Ma non è avvenuto questo; anzi noi stiamo testimoniando che la fede che essi hanno annunciato riempie ancora il nostro cuore ed è la lampada che illumina i nostri passi.

Questo “miracolo dell’evangelizzazione” ha potuto realizzarsi perché Ermacora e Fortunato, nella loro estrema debolezza, erano sostenuti da due “forze” che non erano umane, ma soprannaturali: la Parola che annunciavano e la loro fede più forte della paura della morte. Queste due potenze soprannaturali – cioè doni dello Spirito Santo – possono rinnovare anche in questo tempo della Chiesa il miracolo dell’evangelizzazione, grazie anche alla nostra povera collaborazione.

Di fronte ad una società che assomiglia sempre più a quella pagana di Aquileia, può prenderci un senso di scoraggiamento. Questo amaro sentimento dovrebbe però, invitarci a un esame di coscienza, perché è segno che facciamo i conti troppo sulle nostre forze. In questo caso la battaglia non può che sembrare perduta contro soverchianti e oscure forze che contrastano la fede cristiana e la Chiesa.

Ma abbiamo, anche noi, le armi soprannaturali che sostennero i nostri Patroni e i primi evangelizzatori di Aquileia: la potenza della Parola del Vangelo che, imprevedibilmente, germoglia come un seme da sotto il terreno, e la fortezza della fede che non conosce scoraggiamento di fronte all’indifferenza, al rifiuto e alla paura di sprecare la propria vita per la causa di Gesù.

Con queste armi anche la nostra Chiesa di Udine, erede di quella di Aquileia, può credere che sia possibile anche oggi una nuova evangelizzazione

È questa convinzione che ci ha suggerito di scegliere l’iniziazione cristiana come tema per il prossimo e per i prossimi anni pastorali.

Credo sia noto a tutti che l’iniziazione cristiana è il cammino lungo il quale la Chiesa, fin dalle origini, come una Madre ha generato alla vita eterna in Cristo coloro che erano toccati nel cuore dall’annuncio del Vangelo. Questo cammino soprannaturale, che ha il suo compimento nei sacramenti del Battesimo della Cresima e dell’Eucaristia, resta attuale ed efficace anche nel nostro tempo. Se guardiamo bene, è la principale proposta della nostra pastorale perché in ogni comunità offriamo il Battesimo, la prima Comunione e la Cresima dopo una preparazione catechistica. Sono, però, cambiati la mentalità e i costumi di vita e, di conseguenza, le condizioni in cui viviamo l’iniziazione cristiana. Possiamo realisticamente affermare che è diventata una vera e propria frontiera missionaria. Chiedono, infatti, i sacramenti bambini, ragazzi e i rispettivi genitori che hanno bisogno di un primo annuncio del Vangelo di Cristo. D’altra parte, cresce il numero di famiglie che non chiedono più i sacramenti per i figli e che una Chiesa missionaria deve sentire il dovere di cercarli secondo il comando di Gesù: «Andate, annunciate il mio vangelo e battezzate nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».

Stiamo preparando un itinerario che conduca la Chiesa di Udine a rendere più attuale e feconda la proposta dell’iniziazione cristiana. Non anticipo ora i contenuti di questo itinerario che sarà pronto per l’inizio di questo anno pastorale.

Aggiungo solo che questa proposta pastorale avrà effetto se avremo validi missionari nelle nostre comunità. Missionari che, come Ermacora e Fortunato, hanno maturato una grande fiducia nella potenza della Parola di Dio e per i quali la fede in Gesù riempie tutta la propria vita.

Ma su questo sono fiducioso perché le Visite che sto facendo alle Collaborazioni pastorali mi permettono di ascoltare testimonianze di operatori pastorali quasi commoventi per l’intensità di fede, di amore per Gesù e per i fratelli che manifestano.

Abbiamo non pochi operai per la messe del Signore (sacerdoti, diaconi, religiosi e laici); camminiamo, perciò, fiduciosi verso una nuova evangelizzazione nella comunione dei cuori e della fede.