Omelia nella solennità di Maria SS. Madre di Dio (1° gennaio 2024)

01-01-2024

Cari fratelli e sorelle,

iniziamo anche questo nuovo anno 2024 avendo nel cuore e sulle labbra la preghiera per la pace, nella 57° Giornata mondiale della pace.

Non ci può essere giorno più indovinato di questo per pregare per la pace perché la S. Messa che stiamo celebrando è in onore della Beata Vergine Maria Madre di Dio che nelle litanie invochiamo come “Regina della pace”. Ed è rivolta al suo figlio Gesù che in questi giorni di Natale festeggiamo e che era stato annunciato dal profeta Isaia con il titolo di “Principe della pace”.

A Gesù, il Salvatore e sua Madre Maria affidiamo la nostra supplica per la pace. È una supplica anche accorata perché non possiamo non constatare con che spietata violenza in quante parti del mondo la pace sia oltraggiata e troppe persone inermi, compresi i bambini, ne paghino le conseguenze spesso con la vita. Papa Francesco non si stanca di gridare che la guerra è un male assoluto che non conosce pietà per niente e per nessuno. Un esempio infernale sono proprio le stragi di bambini massacrati in più parti del mondo; come fece Erode contro i Santi Innocenti, istigato da una smodata sete di potere e dalla paura di perderlo per opera di un bambino nato da poco a Betlemme. Il vangelo di Matteo conclude il racconto della strage degli Innocenti con una citazione del profeta Geremia: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più» (Mt 2,18). Quante madri, come Rachele sposa di Giacobbe, anche oggi piangono i loro figli e non possono essere consolate perché nessuno li restituirà vivi nelle loro braccia.

Non dobbiamo perciò stancarci di pregare il Principe della pace e la Regina della pace. Alla preghiera siamo chiamati, ognuno per la sua parte, ad aggiungere in modo attivo il nostro impegno per essere “artigiani della pace” come ci invitava il Santo Padre nel messaggio della Giornata della pace del 2022.

Nel messaggio di quest’anno, intitolato “Intelligenza artificiale e  pace”, egli indica un ambito preciso e molto attuale per sviluppare progetti che producano un progresso utile a tutti e promotore di una convivenza pacifica tra gli uomini e i popoli.

Il messaggio, che alla fine della celebrazione consegnerò simbolicamente alle autorità presenti, è molto articolato e tocca diversi aspetti di questo recente prodotto del progresso tecnologico, definito “intelligenza artificiale”. Invito tutti a dedicare un po’ di tempo per leggere con attenzione le riflessioni del Papa. In questa omelia mi limito a richiamarne due aspetti.

Un tema, che torna come leitmotiv lungo tutto il messaggio, è l’invito ad avere chiara coscienza che queste nuove forme di progresso non sono neutrali, ma hanno alla base un’ispirazione etica buona o cattiva. Cito: «Dobbiamo ricordare che la ricerca scientifica e le innovazioni tecnologiche non sono disincarnate dalla realtà e “neutrali”, ma soggette alle influenze culturali. In quanto attività pienamente umane, le direzioni che prendono riflettono scelte condizionate dai valori personali, sociali e culturali di ogni epoca. Dicasi lo stesso per i risultati che conseguono: essi, proprio in quanto frutto di approcci specificamente umani al mondo circostante, hanno sempre una dimensione etica, strettamente legata alle decisioni di chi progetta la sperimentazione e indirizza la produzione verso particolari obiettivi» (n. 2).

Considerando lo sviluppo globale che sta avendo l’intelligenza artificiale, è quanto mai attuale l’appello di Papa Francesco ad «adottare un trattato internazionale vincolante, che regoli lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme» (n. 8).

Un secondo tema, non poco inquietante, a cui il Papa dedica spazio, è l’uso dell’intelligenza artificiale nel campo degli armamenti. Considerando che il commercio delle armi è tutt’ora al primo posto nel mercato mondiale, a nessuno sfugge l’estrema attualità del richiamo del Santo Padre. Senza riprendere i vari punti da lui toccati, mi limito a citare il suo richiamo che non dovrebbe lasciare tranquillo nessuno: «Il mondo, insomma, non ha proprio bisogno che le nuove tecnologie contribuiscano all’iniquo sviluppo del mercato e del commercio delle armi, promuovendo la follia della guerra» (n. 6).

Concludo qui questi pochi richiami al messaggio di Papa Francesco e continuiamo la nostra Santa Messa invocando dalla Provvidenza di Dio Padre e da Gesù, Principe della Pace, questo dono vitale per tutta l’umanità e per noi la grazia di non abituarci, con colpevole indifferenza, alle notizie sulle tragiche guerre in corso ma a fare la nostra piccola parte di “artigiani della pace”.