Omelia in occasione del Corpus Domini (23 giugno 2019)

23-06-2019

Cari Fratelli e Sorelle,

la festa del SS. Corpo e Sangue di Cristo (il “Corpus Domini”) è l’occasione annuale per tornare a rinnovare la nostra fede e la nostra adorazione verso Gesù che continua a donarsi realmente a noi nell’eucaristia.

Desidero, in particolare, invitarvi a portare la nostra attenzione su un verbo che San Paolo usa parlando dell’eucaristia ai cristiani di Corinto: «Vi ho trasmesso.. vi ho consegnato»; quello che a sua volta aveva ricevuto.

L’eucaristia è la più grande “tradizione” che la Chiesa ha conservato ininterrottamente fin dall’inizio della sua esistenza. “Tradizione” deriva dal verbo latino “tradere” che significa “consegnare, trasmettere”. Questa è l’eucaristia: è la consegna di amore che Gesù ha fatto di tutto se stesso fin sulla croce e che continua a trasmettere nella Chiesa.

San Paolo ricorda che Gesù ha istituito l’eucaristia nella sera in cui veniva “tradito”. Usa sempre lo stesso verbo: Giuda “tradisce” Gesù; cioè, lo “consegna” a coloro che volevano la sua morte. Gesù accetta il tradimento del suo discepolo infedele per consegnarsi liberamente nelle mani degli uomini oscurati dal peccato; consegnare tutto: il suo corpo, il suo sangue, il suo perdono, il suo Spirito di amore e portare tra di noi nel suo corpo e nel suo cuore trafitto sulla croce l’Amore misericordioso di Dio Padre.

Proprio mentre viene tradito e si consegna a noi peccatori sulla croce, istituisce l’eucaristia. Agli apostoli riuniti nell’ultima cena egli mette nelle loro mani il pane su cui aveva appena pronunciato le parole di consacrazione: «Questo è il mio corpo che è per voi»; «Questo è il Corpo che donerò in sacrificio su totale amore sulla croce; ve lo consegno in questo pane perché lo mangiate; perché vi nutriate di me e siate nella più piena comunione con me». «E il sangue che spargerò sulla croce fino all’ultima goccia, ve lo consegno in questo vino perché lo beviate e il mio stesso amore vi entri nel corpo e nel cuore e vi purifichi e rinnovi».

Conclude l’istituzione dell’eucaristia col grande comando: «Fate questo in memoria di me». «Continuate a celebrare tra di voi  l’eucaristia che vi ho consegnato e io continuerò a consegnare a voi il mio Corpo, il mio Sangue, la mia stessa Vita eterna, il mio Spirito dell’Amore».

San Paolo aveva ricevuto dagli altri apostoli il dono dell’eucaristia e l’autorità di consegnarla a sua volta alle comunità cristiane che erano nate dalla sua predicazione.

Così si è formata la grande “tradizione” dell’eucaristia nella Chiesa; la grande trasmissione che Gesù fa del suo Corpo e del suo Sangue attraverso la persona e l’azione dei successori degli apostoli e dei sacerdoti da loro consacrati.

Gesù aveva promesso: «Sarò con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo». Lo è realmente nella consegna che continua a fare a noi del suo Corpo e Sangue, del sacrificio di Amore consumato sulla croce.

Per questo, San Paolo afferma: «Ogni volta che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga». Quando partecipiamo alla celebrazione eucaristica e riceviamo in noi Gesù nel suo Corpo e Sangue, Gesù ci unisce realmente al suo sacrifico di amore che ha compiuto fino a morire crocifisso. Viviamo di lui in una comunione che neppure la morte fisica spezzerà. Siamo completamente uniti a lui fino al giorno in cui tornerà a prenderci con lui uno ad uno e, fino alla fine dei tempi quando unirà a sé tutti i figli di Dio che si è acquistato col suo Sangue.

 

Cari Fratelli e Sorelle, mi sono soffermato a commentare le parole di San Paolo sull’eucaristia ripassando un po’ il catechismo. Credo che ne abbiamo bisogno per rinnovare la nostra fede e il nostro umile amore per Gesù che continua a consegnarsi a noi nel suo Corpo e Sangue.

Dalla comunione con Gesù nell’eucaristia nasca, poi, la nostra preghiera di adorazione come faremo anche questa sera. L’adorazione in ginocchio tocca il nostro cuore, ravviva la nostra fede, ci prepara alla prossima comunione con Gesù.

Prego lo Spirito Santo perché siano tanti i cristiani che in questi nostri tempi scoprono e vivono la grandezza della consegna che Gesù fa di se stesso nell’eucaristia. Ne incontro parecchie e questi mi da molta consolazione. Spero che essi contagino altri battezzati a scoprire il grande Mistero dell’eucaristia. Contagiamo i bambini che sono molto sensibili all’eucaristia come aveva ben intuito S. Pio X quando portò la prima comunione all’età di 6-7 anni. Contagiamo i giovani che saranno così veramente conquistati da Gesù

Manteniamo viva la grande tradizione dell’eucaristia nella nostra Chiesa.