Intervento al webinar per catechisti “Navighiamo insieme”, 20 febbraio 2022

20-02-2022

Offro a voi catechisti/e tre pensieri che mi stanno a cuore.

 

Un “grazie” a nome della Chiesa

La nostra Chiesa diocesana e ogni comunità hanno un debito di riconoscenza verso i catechisti/e che voglio esprimere ripetendovi un “grazie” sentito.

Papa Francesco ha messo, recentemente, in luce quanto sia importante il vostro servizio istituendo il ministero del catechista con il Motu proprio “Antiquum ministerium”. La CEI sta studiando le modalità per attuare le indicazioni del Papa.

Potremmo dire che il ministero del catechista è stato creato da Gesù stesso. Dapprima egli inviò i 12 apostoli a predicare il suo Vangelo (Mt 10,5) e poi scelse e inviò altri 72 discepoli perché collaborassero con gli apostoli nella stessa missione (Lc 10,1). Quei 72 sono i primi catechisti che partecipavano all’opera di evangelizzazione degli apostoli. Ancora oggi i catechisti/e condividono la missione del Vescovo (successore degli apostoli) e dei sacerdoti e tutti insieme collaboriamo con Gesù e con lo Spirito Santo per diffondere il Vangelo e trasmettere la nostra fede.

“Grazie”, quindi, perché avete accolto l’invito a dedicarvi al ministero di catechista e perché lo portate avanti con fede e con passione. Quando sceglie e invia i 72 discepoli, Gesù aggiunge: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!”.

Al ringraziamento aggiungo la mia preghiera perché lo Spirito Santo vi sostenga nel vostro importante servizio e perché faccia nascere nel cuore di tanti altri cristiani il desiderio di mettersi a disposizione come catechisti.

 

“Gettate le vostre reti per la pesca” (Lc 5,4)

Avrete letto la lettera pastorale di quest’anno: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. L’ho scritta per tutti ma è rivolta, in particolare, a me, ai sacerdoti, ai diaconi e ai catechisti; a coloro, cioè, che donano tempo ed energie per annunciare il Vangelo, per far conoscere Gesù, per trasmettere la fede in lui.

Stiamo vivendo un momento di prova di fede a causa delle difficoltà create dall’indifferenza religiosa e, più recentemente, dalla pandemia. Ci può prendere l’insidiosa tentazione della stanchezza e della rassegnazione alla quale stava cedendo anche Simone e i suoi compagni di pesca. Umanamente essa è ben comprensibile perché vediamo che i ragazzi e le famiglie si allontanano e non sono interessati alla nostra “pesca”.

Le parole di Gesù che provocano la nostra fede: “Gettate le reti per la pesca”. La “messe” è molta anche se distratta e apparentemente indifferente. Ma i ragazzi delle nostre comunità e i loro genitori avrebbero bisogno di conoscere Gesù, di ascoltare la sua Parola che entra nei cuori, di scoprire un senso e una speranza che non delude.

Gettiamo le reti senza stancarci per raccogliere coloro che rispondono: tanti o pochi, chi prima e chi dopo. Quando giunge il loro momento trovino nelle nostre comunità sacerdoti e catechisti con le reti gettate, pronti ad accoglierli e a portarli verso Gesù che ci ha inviato verso di loro.

Noi facciamo la nostra parte e lo Spirito Santo fa la sua. Ma anche la nostra è necessaria per continuare a trasmettere la fede alle nuove generazioni

 

Navighiamo insieme

Gesù non invia i discepoli da soli ma “a due a due” e non invita solo Simone a prendere il largo ma assieme ai suoi soci, in un’unica barca.. Scrivo nella lettera pastorale: “Una sola rete, quella di Simone, ma la collaborazione di più mani, che operano in perfetta sintonia, porta al buon esito della pesca” (n. 24).

Comunione e collaborazione tra i catechisti/e sono le condizioni migliori perché la nostra opera di trasmissione della fede sia efficace. Scrivo ancora: “Operatori pastorali con un cuor solo ed un ‘anima sola, impegnati dentro la stessa barca che è la Chiesa, portando ognuno quel contr4ibuto che lo Spirito Santo gli ha suggerito nell’animo” (n. 25).

Questo è il senso e lo scopo delle Collaborazioni pastorali che stiamo attuando nella nostra diocesi. I catechisti/e delle parrocchie che formano una Collaborazione pastorale si sentano uniti tra loro formando una piccola comunità che cerca di realizzare nel modo migliore il catechismo, la preparazione ai sacramenti e la formazione cristiana dei ragazzi e delle loro famiglie.

Essere uniti significa: condividere la testimonianza reciproca di fede, darsi occasioni di formazione al ministero di catechista, sostenersi nei momenti di difficoltà, aiutarsi tra parrocchie e altro.

Questo è lo stile “sinodale” a cui ci sta chiamando Papa Francesco ed è lo stile “missionario” che anima il nostro progetto diocesano: navigare insieme e insieme gettare le reti “sulla sua Parola”.