Omelia in occasione della Giornata mondiale del Malato (11 febbraio 2022)

11-02-2022

Cari Fratelli e Sorelle,

abbiamo ascoltato dal Vangelo di Giovanni il racconto del primo miracolo compiuto da Gesù trasformando l’acqua in vino buono durante una festa di nozze a Cana di Galilea. Accanto a Gesù ha un posto centrale sua madre Maria. Da una parte ella intercede presso il Figlio perché manifesti la sua potenza a favore degli sposi e degli invitati che si trovavano in grave difficoltà e dall’altra guida i servi ad andare verso Gesù e obbedire alla sua parola.

Questo miracolo si è ripetuto e continua a ripetersi a Lourdes dove speriamo di tornare presto anche col nostro pellegrinaggio diocesano. In quel luogo benedetto, Maria continua la sua opera materna: intercede con particolare efficacia presso Gesù per coloro che si rivolgono a lei e chiedono salvezza del corpo e dell’anima e, insieme, invita i pellegrini ad andare con fede verso suo Figlio e ascoltare la sua parola. Grazie a questa compassionevole intercessione di Maria Immacolata avvengono i miracoli a Lourdes; a volte nel corpo e spessissimo nei cuori che tornano guariti e rasserenati.

In questa S. Messa in onore della Beata Maria Vergine di Lourdes affidiamo al suo cuore immacolato, prima di tutto, i nostri fratelli e sorelle malati; cominciando da quelli che conosciamo di persona e che ci stanno particolarmente a cuore. Ci invita a farlo anche la XXX Giornata mondiale del malato voluta da S. Giovanni Paolo II per mantenere viva l’attenzione della Chiesa e della società sui propri malati.

Nel messaggio per questa Giornata, Papa Francesco riserva, poi, parole profonde a coloro che si dedicano alla cura e al sollievo dei malati. Il messaggio porta il titolo: “ ‘Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso’. Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità”.

 

Innanzitutto faccio mie le espressioni del Santo Padre indirizzate agli operatori sanitari: “L’invito di Gesù a essere misericordiosi come il Padre acquista un significato particolare per gli operatori sanitari. Cari operatori sanitari, il vostro servizio accanto ai malati, svolto con amore e competenza, trascende i limiti della professione per diventare una missione. Le vostre mani che toccano la carne sofferente di Cristo possono essere segno delle mani misericordiose del Padre. Siate consapevoli della grande dignità della vostra professione, come pure della responsabilità che essa comporta”. Anche nei nostri ospedali e nelle altre strutture sanitarie abbiamo medici, infermieri e operatori sanitari in genere ai quali va un sentito sentimento di riconoscenza per la loro dedizione in mezzo a molte difficoltà create anche dalla pandemia. Oggi sono nella nostra preghiera perché abbiano la forza morale di continuare la loro missione tenendo sempre presente, come dice sempre il Papa, che “il malato è sempre più importante della sua malattia”.

 

Ricordiamo, poi, in questa Giornata del malato i tanti volontari che si dedicano ai fratelli e sorelle più deboli a causa della malattia, della vecchiaia o di disabilità. Una particolare attenzione desidero riservare ai volontari che offrono il loro generoso servizio in forma organizzata all’interno delle benemerite associazioni. Penso all’UNITALSI e alla sua grande opera di organizzazione e animazione dei pellegrinaggi, in particolare a Lourdes e a Loreto, con grande benefici spirituali per tanti cristiani sani e malati e per i fratelli e le sorelle dell’associazione stessa. Penso ai cavalieri e alle dame del Sovrano Ordine di Malta che hanno nel servizio ai poveri e ai malati uno dei principi ispiratori e a varie altre associazioni.

In questo tempo di pandemia anche queste associazioni hanno vissuto e ancora vivono consistenti disagi che indeboliscono a volte anche i legami di appartenenza. Il mio invito è a rafforzare questi legami e a non perdersi d’animo per le difficoltà perché la loro opera di carità è quanto mai necessaria. Di incoraggiamento possono essere le parole di Papa Francesco: “Anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia”. Una civiltà basata sull’amore e la solidarietà parte dall’attenzione e dalla cura verso chi è più debole, come ci insegna la parabola del Buon Samaritano.

La Beata Maria Vergine di Lourdes sia la “Stella del mattino” a cui guardare e alla quale affidare i nostri malati e tutti noi.

 

Udine, 11 febbraio 2022