Omelia in occasione della Festa diocesana per la vita (5 febbraio 2022)

05-02-2022

Cari Fratelli e Sorelle,

con la celebrazione di questa Santa Messa concludiamo un pomeriggio di preghiera e di adorazione eucaristica in occasione della Giornata nazionale per la vita.

Nella nostra preghiera – e particolarmente nella Santa Messa – vogliamo spiritualmente abbracciare tutti i bambini, compresi coloro che non sono arrivati alla nascita, così come spiritualmente abbracciamo tutte le mamme, specialmente quelle che si sono trovate in situazioni talmente difficili da essere indotte alla lacerante decisione di non portare a compimento la propria maternità.

Come credenti il più grande atto di amore che possiamo offrire è la preghiera di supplica rivolta alla misericordia di Dio Padre. Una preghiera umile e sofferta che scaturisce dalla constatazione che, a causa della nostra debolezza umana, non riusciamo ad accogliere nuovi figli che chiedono di nascere, proprio mentre patiamo nei nostri Paesi un pesante inverno demografico.

Unito alla preghiera possiamo offrire, quale secondo atto d’amore, la nostra solidarietà e il nostro impegno concreto a favore e a difesa della vita umana.

A questo impegno ci invita anche il messaggio che la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha inviato per la 44ª Giornata nazionale il quale ha come tema: “Custodire ogni vita”.

Il messaggio parte dalla constatazione che la pandemia ha fatto emergere varie situazioni di fragilità nelle quali si sono improvvisamente venute a trovare persone e famiglie. Le quali spesso non riescono, in questo tempo, a reggere il peso della vita, avendo bisogno di cuori aperti e braccia fraterne che li sostengano, come fece il buon samaritano che si prese cura del povero accasciato sul ciglio della strada.

Quando, per nostre chiusure, si affievolisce il sentimento della compassione, i più deboli si ritrovano abbandonati lungo la strada della vita e diventano, secondo la forte espressione di Papa Francesco, “gli scarti della società”.

Tra questi scarti è difficile non riconoscere i bambini cui non è stato dato spazio per nascere anche nel nostro Friuli. Spesso le loro mamme non hanno trovato, in famiglia o tra amici e vicini, chi sia stato loro vicino per aiutarle a portare a buon fine la loro gravidanza.

Piuttosto constatiamo che l’opinione pubblica, anziché essere aiutata a crescere nella compassione, viene abilmente orientata verso una direzione opposta. Il messaggio della Conferenza Episcopale Italiana, riprendendo interventi di Papa Francesco, fa presente che, passo dopo passo, si così è giunti a rivendicare l’aborto come “un diritto” accanto ad un altro “diritto” che si sta cercando di affermare attraverso referendum: l’omicidio di una persona consenziente.

Di fronte a tali orientamenti, si deve rafforzare per chi è cristiano l’impegno, prima di tutto, a pregare lo Spirito Santo e la Beata Vergine delle Grazie che veneriamo in questo santuario. Dobbiamo chiedere tanta luce per le nostre coscienze. Dico “nostre” perché nessuno può considerarsi del tutto immune dall’influenza di una mentalità che, senza che ce ne accorgiamo, comprime il valore intangibile di ogni vita umana. È come un virus che silenziosamente ci corrode per cui, in modo inavvertito, ci ritroviamo malati nell’anima, incapaci di comprendere perché la vita umana non sia mai una proprietà privata che, essendo nella nostra disponibilità, possiamo anche trascurare e addirittura scartare in quanto depauperata del suo valore. Solo la Parola del Vangelo e la grazia di Dio possono risanare una simile coscienza, nostra come di tutta la società.

Un incoraggiamento particolare voglio, poi, riservarlo a tutti i volontari dei nostro benemeriti Centri di Aiuto alla Vita. La loro opera, spesso silenziosa, è molto preziosa sia per l’aiuto offerto alle mamme e ai loro bambini che devono nascere, sia perché sono lampade accese come Gesù chiede siano i suoi discepoli in mezzo al mondo.

Il tema dell’incontro mondiale delle famiglie che si terrà a Roma a giugno ha come tema: “L’amore familiare meraviglioso e fragile”. La famiglia, fondata sull’amore fedele, è veramente un dono “meraviglioso” che, però, è diventato anche alquanto “fragile”. Sosteniamolo perché abbia la forza di custodire nel suo grembo tutti i figli che Dio dona.

 

Udine, 5 febbraio 2022