Omelia nella solenne Messa di Pasqua (9 aprile 2023)

09-04-2023

Cari fratelli e sorelle,

in questo giorno di festa ci auguriamo spontaneamente: “Buona Pasqua”; o, come personalmente preferisco, “Santa Pasqua”.

Mi soffermo a meditare per qualche minuto sul significato vero e profondo di questo saluto che contraddistingue i cristiani rispetto, per esempio, a come si salutano gli ebrei o i mussulmani.

“Pasqua” è un antico termine ebraico (“pasah”) che significa “passaggio”. Come racconta il libro dell’Esodo della Bibbia, il popolo ebreo usò questa parola per definire il passaggio del Mar Rosso che, lo portò dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà, sotto la guida di Mosè.

Gesù visse la sua passione, morte in croce e risurrezione proprio nei giorni in cui a Gerusalemme si celebrava la Pasqua ebraica. Quando i suoi discepoli lo incontrarono risorto compresero che questa non era stata una coincidenza casuale ma una scelta voluta da Gesù. Egli aveva inaugurato la nuova Pasqua, ben più grande di quella antica. Aveva aperto un “passaggio” non attraverso le acque del Mar Rosso ma attraverso la barriera della morte che nessun uomo mortale poteva superare.

Compresero che Gesù era il nuovo Mosè perché aveva aperto una strada verso la vera libertà: era la via dell’amore. Lui per primo aveva percorso questa nuova via vivendo e morendo per puro amore, perdonando in mezzo gli strazi della crocifissione i suoi perfidi uccisori, donando tutto se stesso. Prima di emettere l’ultimo respiro, esclamò: «Tutto è compiuto». Tutto era compiuto perché aveva vissuto l’amore nella più grande pienezza; si era fatto “tutto amore” portando in mezzo a noi poveri peccatori la grandezza e la potenza dell’amore stesso che è nel cuore di Dio perché egli era Dio, il Figlio di Dio Padre. Questo amore pervase anche il suo corpo che giaceva nel sepolcro, seviziato dalle ferite della flagellazione e dagli insulti subiti fino alla crocifissione. E Gesù è risorto col suo corpo che portava le ferite della passione, ma che erano diventate ferite gloriose; i segni di quanto aveva amato fino al sacrificio totale di sé.

Risorto ed entrato in questa nuova vita che è eterna perché l’amore ha sconfitto la morte, egli appare agli apostoli per invitarli a percorrere la stessa strada che lui ha inaugurato; a vivere la sua stessa Pasqua, il “passaggio” dalla morte alla vita.

Non solo li invita a camminare sulla sua stessa strada, ma dona loro anche la forza per percorrerla perché sulla strada dell’amore facilmente ci stanchiamo. Raccontano i vangeli che quando Gesù risorto incontrò per la prima volta gli apostoli nel cenacolo, come primo gesto soffiò in loro il suo respiro, il suo Spirito Santo. Possiamo dire che entrò in loro con il suo stesso Spirito di amore perché avessero la forza di vivere la sua stessa Pasqua, il passaggio dall’egoismo, dal peccato, dalla paura della morte alla libertà di vivere di amore e di dono di sé.

I santi hanno camminato su questa strada di libertà e di speranza. Cito, a mo’ di esempio, san Francesco d’Assisi. Gesù risorto gli impresse anche nel corpo, mentre era in preghiera sulla Verna, le stigmate; cioè, le sue stesse piaghe della passione. Prima che sul corpo, però, Gesù impresse il suo amore nel cuore di Francesco che seguì il suo Signore vivendo la sua stessa Pasqua, il passaggio da una vita di dissolutezza e peccato all’imitazione di Gesù e del suo amore. Cominciò questo passaggio quando, nella piazza di Assisi, restituì al padre anche i vestiti e lo continuò abbracciando un lebbroso. Diventò sempre più come Gesù, percorrendo la via dell’amore senza sconti, fino ad avere anche nella carne le stigmate della passione di amore del suo Signore.

Cari fratelli e sorelle, ho cercato di richiamare il significato della Pasqua, del passaggio che ha percorso Gesù risorto aprendo in mezzo a tutti i mali e i peccati che devastano questo mondo la strada dell’amore che porta alla risurrezione.

Tanti santi l’hanno percorsa e hanno lasciato un segno di speranza, come San Francesco. L’hanno percorsa anche persone che abbiamo avuto vicino e che speriamo siano ora con Gesù risorto nella vita dell’amore eterno. Chiediamoci quanto la stiamo percorrendo anche noi con la forza dello Spirito Santo che Gesù ci ha donato nel battesimo e nella cresima.

Questo sia il modo per vivere una Santa Pasqua che auguro a tutti.