Omelia in occasione delle esequie di don Liliano Pacco (4 aprile 2022)

04-04-2022

Cari Fratelli e Sorelle, la Parola di Dio che abbiamo ascoltato illumina la preghiera che assieme stiamo facendo per il nostro don Liliano Pacco. 

La morte rompe ogni rapporto con le persone care e ce le porta vita per sempre. Ma noi cristiani siamo sostenuti da una speranza che è più forte anche della morte. Grazie alla nostra speranza in Gesù che è morto ed è risorto, noi sappiamo che possiamo rimanere vicini e in rapporto vivo con i defunti; non possiamo più vederli con i nostri poveri sensi umani ma sentono l’amore che esprimiamo con la preghiera di suffragio. 

Ci ha parlato di questa speranza cristiana S. Paolo nella prima lettura e di cui ricordo alcune espressioni: “Io sono persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né alcuna altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore”.

Con il battesimo Gesù Cristo aveva unito a sé don Liliano con un legame di amore che nessuna creatura e nessuna forza di male può rompere. Questo legame era diventato ancora più particolare e più forte con l’ordinazione sacerdotale grazie alla quale don Liliano ha potuto per oltre 55 anni rendere presente Gesù in mezzo ai fratelli grazie alla predicazione del suo Vangelo, il dono del suo Corpo e Sangue nell’eucaristia e il perdono dei peccati che solo il Signore può dare. 

Dopo una lunga e faticosa malattia la morte ha vinto sul corpo di don Liliano ma non ha potuto rompere il rapporto di amore che ho legato per tutta la vita Gesù risorto perché, come ci ha assicurato la Parola di Dio, “niente e nessuno può separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù”. 

In questo legame di amore possiamo adesso inserirci anche noi con la nostra preghiera e questo è il vero motivo che ci ha riuniti per questa Santa Messa di esequie per con Liliano. Possiamo veramente fare un grande dono a questo sacerdote che abbiamo conosciuto e stimato raccomandandolo alla misericordia di Dio Padre e di Gesù, nostro Signore, con la nostra preghiera che ci sgorga sincera dal cuore. 

Vogliamo presentare al Signore don Liliano che ha consumato la sua esistenza terrena per il Vangelo e per i fratelli. Aveva nel profondo del cuore la passione missionaria per l’annuncio del Vangelo che lo aveva spinto negli anni giovanili in paesi lontani come membro dell’Istituto missionario dei padri saveriani. 

Rientrato in diocesi si è messo a disposizione dei vescovi ed è stato inviato come parroco a Bagnaria Arsa e successivamente a Bicinicco, Felettis e Gris-Cuccana. Queste comunità conservano ancora vivo il ricordo della sua fede genuina, della sua passione per annunciare la Parola del Signore e della sua profonda umanità che lo rendeva capace di farsi vicino alle persone, di condividere la loro vita, di farsi carico delle loro necessità spirituali e materiali.

Con l’avanzare dell’età e l’appesantirsi di problemi di salute mi chiese di concludere il suo incarico di parroco e di ritirarsi a Fauglis. Non ha mai smesso, però, di esercitare il suo ministero sacerdotale mettendosi generosamente a disposizione di don Massimiliano Zanandrea e collaborando con lui finché le forze glielo hanno permesso. 

Negli ultimi tempi la misteriosa volontà di Dio gli ha chiesto di salire un doloroso calvario di progressiva debolezza generale. Questo è stata per don Liliano l’ultima e sofferta purificazione che lo ha portato all’incontro finale con il suo Signore.

Nel brano di vangelo che abbiamo ascoltato, Gesù riserva un grande elogio a quei suoi servi che fino alla fine sono rimasti fedeli al compito che egli aveva loro affidato; il compito di dedicarsi ai fratelli a nome suo. Li chiama “beati”: “Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli”. Per come lo abbiamo conosciuto, possiamo dire che don Liliano è stato uno di questi servi del Signore e del Vangelo, fedeli fino alla fine. 

Per questo, nella preghiera di suffragio che stiamo facendo per la sua anima, ci sentiamo il coraggio di chiedere per lui la grazia più grande: che adesso si senta dire dalla voce di Gesù; “beato!. Siediti alla tavola del banchetto eterno dove io stesso passo a servirti”. Lì possa riposare in pace.