Omelia in occasione della Festa diocesana per la vita (6 febbraio 2021)

06-02-2021

GIORNATA NAZIONALE PER LA VITA

Cari Fratelli e Sorelle,

nel brano di Vangelo che abbiamo appena ascoltato S. Marco riassume in una sola riga tutta la missione di Gesù: «E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni» Annunciare il vangelo e liberare gli uomini dall’azione del demonio sono le due attività a cui si è dedicato Gesù perché gli uomini ne avevano e ne hanno tuttora un bisogno vitale. Abbiamo bisogno della luce della Parola di Gesù per vedere con chiarezza quale sia il vero senso della nostra vita e il vero bene per noi e per gli altri; altrimenti, la nostra coscienza e la nostra mente rischiano di perdersi dentro una confusione che può portare a considerare bene ciò che è male e libertà vera quella che è falsa. Questa confusione mortale si crea negli uomini quando essi cedono all’azione di colui che è il padre della menzogna e del male, il demonio. Per salvarci da lui, Gesù è venuto a predicare la Parola di Dio e a liberare dall’azione diabolica coloro che ascoltando la sua predicazione.

Abbiamo bisogno anche in questo tempo della luce del vangelo perché il demonio continua a spargere confusione anche sui valori più importanti della vita. 

Mi soffermo solo su un esempio che ci viene offerto dalla Giornata nazionale per la vita che celebriamo in questa domenica. Per questa Giornata, la Conferenza Episcopale Italiana ha inviato un messaggio che ha per titolo: «Libertà e vita». I vescovi ricordano una verità che dovrebbe essere evidente a tutti e, cioè, che la vera libertà è sempre a favore e mai contro la vita umana. Ahimè, dobbiamo tuttavia constatare che così non si pensa in relazione a varie situazioni umane, che riguardano soggetti che vivono condizioni di esistenza variamente fragili. Tra di essi ricordo in particolare i bambini quando vengono concepiti e iniziano a formarsi nel grembo della mamma. Si sta affermando un pensiero che considera un diritto della libertà umana sopprimere la vita di un bambino nei primi mesi di gravidanza. 

La legge 194, approvata nel 1978, aveva come obiettivo primario – almeno sulla carta – quello di tutelare in ogni modo la vita nascente, considerando questo come l’impegno primario di ogni società civile e delle sue leggi. Esistendo, però, anche una pratica sregolata dell’aborto, la nuova legge si proponeva di contenerla e di disciplinarla per evitare le peggiori conseguenze per la madre. 

Al di là delle intenzioni dichiarate, di fatto la legge 194 ammetteva che poteva esistere, a certe condizioni, la libertà di andare contro la vita. Questo è l’orientamento che si è fatto sempre più strada fino a considerare l’aborto come un diritto civile della donna e di quanti le sono vicini e non come una grave scelta da cercar di ridurre e di regolamentare in tutti i modi.

Essendo un diritto non aveva più senso verificare le ragioni per cui si ricorre al rimedio estremo e obiettivamente cruento dell’aborto. Infatti, con i ritrovati chimici più recenti, che permettono di interrompere molto precocemente un’eventuale gravidanza, non viene più chiesta alcuna particolare «giustificazione». D’altra parte, se è un diritto, non c’è bisogno di giustificarlo. 

Si legge che il nuovo presidente degli Stati Uniti, tra varie iniziative anche promettenti che ha intrapreso, ha immediatamente riattivato i provvedimenti per assicurare sostegni economici alle associazioni impegnate a promuovere la cultura e la pratica dell’aborto nelle sue diverse forme. Essendo, ormai, considerato un diritto della donna e di quanti le sono vicini, è giustificata la decisione di sostenerlo con soldi pubblici che non vengono, invece, usati per aiutare le donne incinte in difficoltà in modo che possano rispettare a fondo se stesse e la vita del figlio che hanno in grembo permettendogli di vedere la luce.

I dati che ho molto sinteticamente ricordato fanno capire quanto attuale sia il messaggio dei Vescovi di quest’anno: libertà e vita. Invita, infatti, a riflettere sul fatto che siamo giunti a considerare l’interruzione volontaria della gravidanza come un diritto insindacabile; a rivendicare, cioè, la libertà di non rispettare la vita di un altro essere umano, come valore assoluto. Chiediamoci: è vera libertà quella che pensa di avere il diritto di prevaricare su un’altra vita umana che, per di più, è in condizione di estrema debolezza? 

Capisco che queste mie osservazioni vanno, forse, un po’ controcorrente e posso dare l’idea di semplificare le cose. So bene di toccare un tema molto delicato perché dietro alle interruzioni di gravidanza ci sono donne concrete spesso con veri drammi o magari sul momento non adeguatamente consapevoli di quanto stanno facendo. Esse andrebbero sostenute in tutti i modi mobilitando risorse umane, economiche e sociali. 

In questa Giornata nazionale per la vita ho creduto, comunque, mio dovere invitare tutti ad una riflessione seria, anche confrontandosi da posizioni diverse. Se si afferma il principio che sopprimere un bambino dal momento del suo concepimento è un diritto, vuol dire che si ritiene che si può avere la libertà di andare contro la vita; che ci può essere una libertà che si oppone alla vita. 

Trattare con superficialità una questione di questa portata mi sembra un caso preoccupante per una società che pretende di essere civile e democratica.

Il mio richiamo non è rivolto, prima di tutto, alle donne che si ritrovano con un figlio che ha iniziato a formarsi nel grembo. Loro hanno bisogno, come ho detto, di solidarietà e di aiuto. 

Penso, piuttosto, che dovrebbero seriamente interrogarsi coloro che hanno responsabilità politiche, giuridiche e amministrative; ai proprietari dei mezzi di comunicazione di ogni genere che hanno un tremendo potere di influire sull’opinione pubblica; ai gli educatori dei bambini e dei ragazzi nelle scuole e in altri ambienti.

Abbiamo pregato tutto il pomeriggio per i bambini non nati e per le loro mamme. Davanti all’icona della Beata Vergine delle Grazie continuiamo a pregare per loro e per tutti coloro che in tanti modi e con ammirevole costanza continuano a dedicarsi a sostenere la vita fin dal suo concepimento. Invochiamo lo Spirito Santo perché torni a splendere nella nostra società la luce del vangelo e dissolva le nebbie morali che lo spirito del male fa calare nelle menti e nelle coscienze.