Omelia in occasione del Congresso provinciale dell’Associazione friulana donatori di sangue (15 settembre 2019)

15-09-2019

Cari Fratelli e Sorelle,

anche quest’anno ho accettato molto volentieri l’invito a celebrare la Santa Messa per il Convegno annuale dell’Associazione Friulana Donatori di Sangue. Desidero, infatti, dare il mio contributo di Vescovo a questa benemerita Associazione.

Offro, prima di tutto, la mia preghiera perché lo Spirito Santo del Signore continui a illuminare e sostenere tutti coloro che, a vari livelli, hanno una responsabilità di guida e orientamento dell’Associazione. Prego anche perché ci siano sempre nuove persone, specialmente giovani, che si sentono toccare il cuore e si rendono a disponibili a donare un po’ del loro sangue ad altri fratelli che ne hanno un bisogno vitale.

Oltre alla preghiera, spendo anche una parola per ricordare il valore della donazione del sangue. Essa è un piccolo e grande miracolo; un miracolo di generosità, di solidarietà e di comunione di vita.

Ha descritto molto bene questo miracolo una signora che ha avuto bisogno delle donazioni di sangue per sopravvivere e che ha parlato della sua esperienza nel settimanale diocesano “La Vita Cattolica” della settimana scorsa.

Riporto alcune sue espressioni: «Guardavo stupita la discesa gravitazionale del sangue ricevuto. Dopo qualche istante percepii una sensazione di fresco in vena. Ricevevo il sangue di un’altra persona, un essere umano con il mio stesso gruppo sanguigno. Mi sembrava miracoloso. [..] Lui mi si apriva dentro e si donava concretamente. Mi regalava le sue gocce preziose, i suoi attimi di vita; il suo amore per gli altri entrava nelle mie vene per arricchire e sostenere la mia esistenza. La bellezza inondava il mio corpo e arrivava fino al cuore, per aiutarlo a battere, per sostenere il mio respiro, perché non rimanessi priva del ritmo della vita. [..] Imparavo che nel mondo ci sono milioni di gesti così, gesti invisibili, a volte dati per scontati, spesso sconosciuti, gesti muti che non hanno bisogno di pubblicità, che non cercano la notorietà, che gesti che vengono compiuti solo perché frutto del cuore caldo di un essere umano».

Credo che queste parole non abbiamo bisogno di commento e che ci facciano sentire come nella donazione di sangue avvenga realmente un piccolo miracolo di amore e di vita.

L’Associazione Friulana Donatori di Sangue ha il grande merito di mantenere vivo in mezzo a noi questo miracolo coinvolgendo tante persone a dare il loro contributo a favore, non solo dei friulani, ma anche di molti altri malati in Italia. Per questo essa va sostenuta da tutti.

I primi a sostenerla siete voi qui presenti e tutti gli altri aderenti che oggi non hanno potuto essere qui. Avete sentito le parole di quella signora: il vostro sangue, donato con un atto semplice e silenzioso, entra nelle vene e giunge al cuore di un fratello o di una sorella e lo aiuta a battere, a ritrovare il ritmo della vita.

L’Associazione Friulana Donatori di Sangue va, poi, sostenuta dalle istituzioni con le quali essa deve trovare una facile collaborazione.

Mi vengono in mente le scuole dove si possono educare i nostri giovani a pensare anche a chi è meno fortunato di loro donando un po’ di gocce del proprio sangue.

Qui  vedo rappresentate le istituzioni civili e amministrative locali e regionali che sono chiamate a trovare tutte le forme utili a facilitare i donatori di sangue.

Una collaborazione particolarmente importante è quella che è chiamata ad offrire la struttura sanitaria con tutti i professionisti che in essa vi operano e che hanno occasione di avere un rapporto diretto con i donatori di sangue. Mi auguro che i donatori trovino nei nostri ospedali e nei centri di raccolta del sangue un’accoglienza e una facilitazione tutta particolare.

Permettete che condivida con voi una preoccupazione che mi pesa nel cuore. Sappiamo che in altre nazioni, anche vicino a noi, il sangue viene comprato da chi vuol darlo. La donazione di sangue è diventata un mercato.

Non tocca a me giudicare tali soluzioni perché non conosco bene le situazioni. Mi sento, però, di poter dire che se si rendesse necessario anche tra di noi vendere e comprare il sangue sarebbe una triste e dolorosa sconfitta. Sarebbe il segno che l’anima cristiana del nostro Friuli si sarebbe intiepidita e non farebbero più effetto in noi le parole di Gesù che invita i suoi discepoli: «Fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo» (Lc 6,35).

Prego perché lo Spirito di Dio continui ad animare tanti cuori generosi e li renda concretamente disponibili a far dono di un po’ del proprio sangue. Sentano la gioia  di donare gratuitamente perché il sangue non ha prezzo, come non ha avuto prez​zo il sangue di Gesù che sulla croce ha versato fino all’ultima goccia per intenerire col suo amore i nostri cuori induriti dall’egoismo.

La ricompensa cerchiamola solo nel Signore che al termine della nostra vita accoglierà dalle nostre mani tutti gli atti di amore gratuito che abbiamo compiuto, anche una donazione del nostro sangue.

Udine, 15 settembre 2​019