Omelia in occasione dei funerali di don Armando Bassi (12 giugno 2019)

12-06-2019

Cari Fratelli e Sorelle,

don Armando Bassi ci ha salutati per sempre dopo un improvviso peggioramento delle sue già precarie condizioni di salute. Nel cuore avvertiamo un’assenza e una sofferenza profonda. È il vuoto doloroso che lasciano le persone che lungo la loro vita si sono fatte voler bene. E don Armando si è fatto veramente voler bene da tante persone perché lui, per primo, ha saputo donare amicizia fedele, affetto sincero, delicatezza di cuore a tanti che hanno avuto la grazia di conoscerlo e frequentarlo.

Nei rapporti don Armando ci metteva sempre il cuore dentro il quale sentivi che ti ospitava interessandosi personalmente a te con uno sguardo rispettoso e positivo. Anche le sue battute intelligenti, con cui sapeva animare gli incontri, non erano mai fuori misura o offensive, ma, anzi, bene accolte perché amichevoli e positive.

Chi andava da lui trovava un cuore di fratello e di padre che lo accoglieva con grande libertà e sul quale sentiva di poter contare.

Era quasi spontaneo ricambiarlo con simpatia e affetto che spesso diventava amicizia.  Don Armando ha avuto tanti amici affezionati che gli sono stati fedeli e lo hanno accompagnato anche quando ha lasciato il compito di parroco e le sue forze sono diminuite. Lo hanno accompagnato specialmente in questi ultimi mesi quando con lucidità e forza interiore ha affrontato il male che lo portava alla morte.

Desidero, in questo momento, esprimere un sentito grazie a tutte queste persone: ai familiari, ai medici e a tanti altri amici verso cui don Armando esprimerà certamente dal cielo la sua gratitudine.

Accanto al ricordo della sua grande e calda umanità, don Armando ci lascia anche un importante testamento spirituale che mi sembra doveroso ricordare in questo momento.

Alla sua fedele collaboratrice Caterina egli aveva indicato le letture bibliche che desiderava fossero nella Santa Messa del suo funerale. E ci sono state appena lette. Quando le ho viste ho capito che in esse era contenuto il testamento spirituale che don Armando ci lasciava ; quello che egli custodiva nel più profondo del suo animo di credente e di sacerdote.

Scrive S. Paolo: «Ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo».

Questo è stato il segreto della vita di San Paolo e oggi don Armando ci rivela che è stato anche il segreto di tutta la sua vita. Era un appassionato di Gesù Cristo e si era sentito conquistato da lui specialmente attraverso la vocazione al sacerdozio. Per seguire Cristo aveva lasciato tutto considerando tutte le altre opportunità di realizzazione poco più che spazzatura.

È stato un uomo dal cuore libero; libero dal possedere soldi e beni, capace di amicizia, ma senza aggrapparsi alle persone, disponibile ai servizi che gli venivano chiesti senza ambizioni di cariche o di riconoscimenti.

Oggi comprendiamo che questa libertà aveva una sorgente profonda: era stato conquistato da Gesù; non aveva bisogno di riempirsi con altre compensazioni perché aveva già il suo tesoro che cercava di conoscere e di amare sempre più totalmente.

Col cuore pieno dell’amore per Gesù e di Gesù poteva donare agli altri gratuitamente, con gioia e serenità; come ha fatto lungo tutti i suoi 68 anni di sacerdozio.

Come lettura del Vangelo della Santa Messa del suo funerale don Armando ha chiesto il racconto della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. E così ci dice: «Cari amici, questa è stata la speranza più nascosta che mi ha sostenuto lungo la  mai vita: giungere sul Tabor e contemplare il mio Signore Gesù faccia a faccia, senza più veli, nel suo paradiso».

Abbiamo la speranza certa che don Armando, dopo una vita sacerdotale spesa per la Chiesa e per i fratelli, sia giunto sul Tabor eterno dove Gesù lo sta accogliendo riempiendogli il cuore di gioia e di consolazione piena.

Questa è la grazia finale che invochiamo per lui in questa Santa Messa di esequie mentre gli chiediamo che ci resti vicino con la sua intercessione perché, quando sarà la nostra ora, arriviamo ad incontrarlo nella gioia eterna che Gesù risorto dona ai suoi servi fedeli.

Tissano, 12 giugno 2019