Catechesi in occasione del quarto dei «Quaresimali d’arte» 2016

06-03-2016

Concludiamo le catechesi quaresimali per l’Anno Santo della Misericordia seguendo l’invito di S. Giovanni e «volgendo lo sguardo verso Colui che hanno trafitto»; cioè, verso Gesù crocifisso nel momento in cui il soldato gli squarcia il  Cuore da cui escono sangue e acqua. 

Ricordo brevemente tre testimonianze che ci portano a contemplare il Sacro Cuore di Gesù scoprendo che quella è la Sorgente della Misericordia di Dio per noi uomini peccatori.

 

La prima testimonianza ci è offerta dall’evangelista Giovanni che abbiamo ascoltato. L’apostolo prediletto da Gesù era sotto la croce, vicino alla Madre Maria, e fu testimone dell’ultimo atto di inutile ferocia verso Gesù crocifisso: pur vedendolo già morto, un soldato gli trapassò il cuore con un colpo di lancia. Illuminato dalle profezie dell’Antico Testamento, Giovanni riconobbe in quel gesto l’estrema rivelazione dell’amore misericordioso di Gesù per gli uomini; un rivelazione che considerò così importante da insistere a credergli: “Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate”. L’evangelista comprende, nella fede, che in quel momento si è spalancata sull’umanità la Sorgente della vita e della misericordia di Dio; è la Sorgente che sarebbe rimasta per sempre aperta su mondo. Dal Sacro Cuore di Gesù, infatti, sgorgano sangue e acqua: l’acqua del battesimo e il sangue dell’eucaristia. Gesù consegna la sua vita e la sua misericordia a chi, pentito, si affida a lui e gli offre la possibilità reale di incontrarlo nel sacramento del battesimo e dell’eucaristia. 

 

La seconda testimonianza ci viene offerta da Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690). È la grande mistica a cui Gesù consegnò la missione di diffondere il culto al suo Sacro Cuore nel continente europeo che nel quale si stava inaridendo la fede a causa dell’Illuminismo.

Ascoltiamo la sua testimonianza: “Una volta, in un giorno dell’ottava, mentre ero davanti al santo Sacramento, ricevetti dal mio Dio grazie straordinarie del suo amore e mi sentii toccata dal desiderio di ricambiarlo in qualche modo e di rendergli amore per amore. Lui mi disse: «Non puoi darmi amore più grande che fare quanto già tante volte ti ho chiesto». Allora, rivelandomi il suo Cuore divino, aggiunse: «Ecco questo Cuore che ha tanto amato gli uomini, che non si è mai risparmiato, fino a spossarsi e a consumarsi al fine di testimoniar loro il suo amore. Per riconoscenza ricevo dalla maggior parte degli uomini solo ingratitudini, irriverenze e sacrilegi, insieme alla freddezza e al disprezzo che mi usano in questo sacramento d’amore. Ma ciò che mi è ancora più doloroso è che, a trattarmi così, siano cuori che mi sono consacrati. Perciò ti chiedo che il primo venerdì dopo l’ottava del santo Sacramento sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore. In quel giorno ti comunicherai e gli tributerai un’ammenda d’onore, per riparare le indegnità che ha ricevuto durante il periodo in cui è stato esposto sugli altari. Ti prometto pure che il mio Cuore si dilaterà e spargerà in abbondanza gli influssi del suo divino amore su quelli che gli tributeranno quest’onore e faranno si che gli venga tributato” (Autobiografia n. 92). Alla figlia prediletta, Gesù rivela che il suo Cuore è la Sorgente  di un amore senza limiti: “non si è mai risparmiato, fino a spossarsi e a consumarsi al fine di testimoniar loro il suo amore”. Ed è un amore che è pura gratuita misericordia perché: “Per riconoscenza ricevo dalla maggior parte degli uomini solo ingratitudini, irriverenze e sacrilegi, insieme alla freddezza e al disprezzo che mi usano in questo sacramento d’amore”.

 

Come terza testimonianza, ricordo Santa Faustina Kowalska (1905-1938). Ella ricevette da Gesù la missione di diffondere la devozione alla sua divina Misericordia, anche, facendo dipingere l’immagine di Gesù misericordioso che mostra il suo cuore da cui escono due raggi di luce, uno bianco e uno rosso. Inizia il suo Diario con queste parole: “O Amore Eterno, ordini di dipingere la Tua santa immagine E ci sveli la fonte inconcepibile della Misericordia. Tu benedici chi si avvicina ai Tuoi raggi, Ed all’anima nera dai il candore della neve. O Gesù dolce, hai eretto qui il trono della Tua Misericordia, Per aiutare i peccatori e ridar loro la gioia. Dal Tuo Cuore squarciato, come da limpida fonte, Sgorga il conforto per le anime ed i cuori contriti. Erompe senza posa dal cuore degli uomini L’onore e la gloria per questa Immagine. Ogni cuore inneggi alla Divina Misericordia”. 

 

Nel quadro ordinato da Gesù stesso, ritroviamo il racconto evangelico di Giovanni: dal Cuore di Gesù escono un raggio bianco, segno dell’acqua del battesimo e un raggio rosso, segno del sangue che Gesù dona nell’eucaristia. È questa, come scrive S. Faustina: “La fonte inconcepibile della Misericordia”. Avviciniamoci a questa Sorgente nell’ultimo periodo della Quaresima e, specialmente, nei giorni del giovedì e venerdì santo, seguendo l’invito della lettera agli Ebrei con cui concludo le mie catechesi: “Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno (Ebr 4,16).



Cattedrale di Udine, 6 marzo 2016