RIFLESSIONE NELLA VEGLIA DI PREGHIERA PER LA PACE IN SIRIA E NEL MONDO

07-09-2013


Siamo riuniti in preghiera di adorazione davanti a Gesù, realmente presente nell’eucaristia, aderendo anche noi alla catena mondiale di preghiera a cui Papa Francesco ha invitato cristiani, non cristiani e uomini di buona volontà.


La nostra voce si unisce a milioni di altre voci, alla voce potente di Gesù che sempre intercede per noi, alla voce materna di Maria e a quella di tutti i santi. Salga dall’umanità una corale preghiera a Dio Padre per invocare il dono della pace in questa terra che è sempre martoriata dall’azione diabolica che non conosce pietà per i deboli e gli innocenti.


Gesù ci ha insegnato: ‘Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto’. Ci ha insegnato a insistere presso la misericordia di Dio giorno e notte, come la povera vedova che aveva a che fare con un giudice iniquo. Continuò a chiedere giustizia senza arrendersi e alla fine il giudice le fece giustizia.


Forse noi ci stanchiamo troppo presto nelle nostre preghiere perché è debole la nostra fede. Un giorno Gesù si lamentò: ‘Se aveste fede quanto un granellino di senapa potreste dire a questo gelso: sradicati e piantati in mare; e vi obbedirebbe’. Le sicurezze economiche, tecniche e scientifiche hanno indebolito la nostra fede facendoci sentire abbastanza forti e autosufficienti con la nostre forze. Abbia visto, ora, i capi dei 20 paesi più industrializzati del mondo tornare deboli ai loro paesi e incapaci di trovare un accordo per far cessare orrendi massacri. Così le voci disperate di tanti bambini, donne e anziani restano inascoltate perché non riusciamo a trovare un’intesa per soccorrerli.


Non siamo tanto forti; anzi siamo proprio deboli di fronte all’opera del demonio che in modo evidente e disumano continua sulla faccia della terra.


E’ tempo che ritroviamo assieme l’umiltà di tornare a Dio e chiedergli di avere compassione di noi. Ripetiamo le due grandi invocazioni che concludono la preghiera del Signore: ‘Non abbandonarci alla tentazione; ma liberaci dal male’.


La nostra voce, poi, vuol dare forza a quella di Papa Francesco che si è rivolto con rispettosa fermezza ai governanti riuniti nel vertice del G20. Ascoltino milioni di voci che all’unisono chiedono loro di dedicare ogni sforzo per ritrovare la pace specialmente in Siria e nel medioriente. Comprendiamo quanto sia difficile il loro compito perché la situazione è complessa e molti sono gli interessi che si incrociano. Tengano presente nella loro coscienza il severo monito di Pio XII: ‘Nulla è perduto con la pace. Tutto può essere perduto con la guerra!’. La nostra preghiera è anche per loro perché comunque hanno in questo momento la responsabilità di gravi decisioni. Lo Spirito del Signore illumini la loro coscienza perché, nonostante tutto, antepongano le sofferenze dei deboli e la ricerca di una convivenza pacifica tra i popoli a qualunque altro interesse di vantaggio economico e di potere personale o della nazione da loro rappresentata.


Nella nostra preghiera, poi, dimentichiamo i nostri fratelli nella fede che in quelle terre martoriate hanno patito e stanno patendo discriminazioni così violente da giungere anche al martirio. Dobbiamo, purtroppo, constatare che troppo spesso sono lasciati nell’ombra da parte dei mezzi di comunicazione più diffusi.


La nostra preghiera si unisce alla loro. Per loro chiediamo giorni più sereni e tanta speranza nel cuore, quando bisogna sperare anche contro ogni speranza, come fece Abramo, nostro padre nella fede. Da loro raccogliamo l’esempio di una fedeltà alla fede in Gesù Cristo che risveglia i nostri cuori a volte come intorpiditi da un’indifferenza religiosa che in questi decenni si è diffusa in ogni ambiente come una specie di smog spirituale che intorpidisce le coscienze.


Maria, che non si stanca di invitare i suoi figli alla conversione e alla preghiera, interceda per noi. Ci affidiamo a lei con l’antica preghiera che risale ai primi secoli della Chiesa: ‘Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta’.