OMELIA NELLE ESEQUIE DI DON EZIO DELLA BIANCA

10-01-2010


Don Ezio Dalla Bianca, dopo 90 anni di vita terrena e quasi 60 di sacerdozio, è morto con Cristo come, abbiamo sentito, si augurava S. Paolo scrivendo a Timoteo: ‘Se moriamo con Lui, vivremo anche con Lui’.


Possiamo dare testimonianza che d. Ezio ha avuto la grazia di concludere la sua esistenza su questa terra da vero cristiano e sacerdote. Con serenità d’animo ha ricevuto i sacramenti che ci mettono in comunione con Gesù: l’assoluzione dai peccati, l’unzione dei fedeli, il viatico. Si è, alla fine, spento accompagnato dalla preghiera di persone care che gli sono state vicine.


Per questo, con la nostra preghiera di suffragio diciamo a Dio Padre che d. Ezio è veramente morto con Cristo e che speriamo e invochiamo che ora viva con Lui in eterno.


Questa è l’ultima grazia che chiediamo per d. Ezio. La chiedo come Vescovo, la chiedono i confratelli sacerdoti. La chiedete voi, sorelle e fratelli laici, di Latisana spinti anche da un profondo sentimento di riconoscenza.


Molti, infatti, qui presenti hanno personali motivi di gratitudine nei confronti di d. Ezio. A lui hanno consegnato la loro anima e la loro coscienza nella confessione e in colloqui spirituali. Da lui sono sempre stati accolti con disponibilità e delicatezza. Hanno conosciuto e ricevuto la misericordia di Dio attraverso il suo volto e la sua parola di compassione, di incoraggiamento, di illuminazione.


Per 15 anni il confessionale di d. Ezio è stato il punto di riferimento per tante persone, quasi un porto sicuro in cui rifugiarsi portano le fatiche e le miserie della propria vita. Da lì sono ripartite con una rinnovata comunione con il Signore, con la serenità nel cuore e, spesso, maggior chiarezza sulle scelte da fare.


D. Ezio, con grande fedeltà e umanità, ha esercitato il ministero della riconciliazione e  consolazione che Gesù stesso ha messo al primo posto nella sua missione tra gli uomini e che ha chiesto ai suoi ministri di continuare. Lo ha esercitato sia nella quotidiana presenza in confessionale, sia visitando gli ammalati che aspettavano il conforto del Signore e del sacerdote.


Questo  animo autenticamente sacerdotale di d. Ezio era il frutto di un rapporto straordinariamente profondo con Gesù nell’eucaristia.


Scrive nel suo testamento: ‘Confesso una cosa però: la mia grande gioia di poter dire la Messa ogni giorno, di poter stringere l’Eucaristia tra le mie mani e di poter dare la Comunione alle tante anime che circondavano l’altare ‘ Se alla fine dei miei anni mi sono sentito attratto dal Rinnovamento nello Spirito è solo per la centralità che questo Movimento dà all’Eucaristia .. Le ore più belle della mia vita le ho passate davanti all’Eucaristia’.


Anche nei momenti più duri della sua vita ‘ e non mancarono a d. Ezio ‘ segnati dalla solitudine, egli trovò nell’incontro con Gesù nell’eucaristia la forza interiore per restare fedele alla sua vocazione e tornare nella sua terra di origine, il Friuli, dove donò gli ultimi anni del suo sacerdozio.


Ci è stato letto il  racconto evangelico dell’incontro con Gesù risorto dei due discepoli di Emmaus. Quando Gesù ripeté in mezzo a loro il gesto dell’ultima cena spezzando il pane con la preghiera di benedizione, i loro occhi si aprirono e lo riconobbero presente e vivente in mezzo a loro.


Anche a d. Ezio Gesù si è rivelato nell’eucaristia e lo ha conquistato con il suo amore infinito. Mentre teneva tra le sue mani il Pane consacrato dell’eucaristia o vi si inginocchiava davanti in adorazione si sono spalancati in lui gli occhi della fede e ha realmente riconosciuto il suo Signore vicino a lui che lo salvava e lo voleva suo sacerdote.


Per lui l’Eucaristia è stato in tutta verità il Pane della vita che lo ha sostenuto lungo gli anni del suo cammino terreno e il Dono più grande che ha potuto offrire ai fratelli grazie al sacerdozio a cui era stato chiamato


Nel rapporto eucaristico con Gesù d. Ezio ha forgiato il suo animo sacerdotale che, come sopra dicevo, portava agli uomini la misericordia e la compassione di Gesù.


Ha imparato l’umiltà e la mitezza di cuore che manifestava anche quando, a volte, il suo carattere forte e impulsivo lo portava ad una prima reazione un po’ forte. Sapeva subito tornare nell’umiltà e chiedere perdono.


Lo ha anche scritto nel testamento: ‘Alle volte non sono stato umile, mi sono sentito offeso per cui ho sofferto .. Prego tutti di perdonarmi, come io perdono a tutti di cuore’.


Dall’eucaristia ha maturato il senso forte della fraternità sacerdotale che ha sempre vissuto con gioia e fedeltà fino agli ultimissimi giorni della sua esistenza.


D. Ezio conclude il suo testamento con queste parole: ‘A tutti, grazie a perdono’. Noi ti rispondiamo: Grazie a te, caro fratello, per quanto hai donato alla Chiesa e a tante persone. E ti accompagniamo con il cuore e la preghiera all’incontro finale con il Signore che ora non adori più sotto il velo dell’Eucaristia ma nel suo Volto glorioso. La sua Gloria sia la tua gioia per l’eternità.