OMELIA NELLE ESEQUIE DI DON ASCO BASSO

21-03-2010


Il Signore Gesù è passato e ha preso con sé il caro d. Asco Basso come il padrone che giunge improvviso e dice al suo servo che è concluso il tempo del suo servizio ed è giunto il momento di riconsegnare i talenti che gli erano stati donato.


Speriamo ‘ e anche crediamo, per quanto conoscevamo d. Asco ‘ che il Signore lo abbia trovato nella condizione che S. Paolo ci ha descritto: ‘Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti  insieme a Cristo nella morte perché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, anche noi possiamo camminare in una vita nuova’.


Il battesimo, ricevuto all’inizio della sua esistenza terrena, ha certamente segnato nel profondo del cuore d. Asco. Lo Spirito Santo, effuso in lui nella cresima e nell’ordinazione sacerdotale, ha creato nel profondo del suo animo il desiderio e la disposizione a donare la sua vita a Dio e alla Chiesa.


Questa è la vita nuova che il cristiano è chiamato a vivere, la vita stessa di Gesù che donò tutto se stesso in obbedienza a Dio Padre e per la salvezza degli uomini.


La vita nuova di Gesù è entrata, grazie all’azione dello Spirito Santo, nel cuore di d. Asco ed è stata il tono e il filo conduttore profondo degli 88 anni di esistenza terrena e 42 di sacerdozio che gli sono stati donati dalla Provvidenza divina.


Egli è stato profondamente animato da un autentico spirito di fede, di devozione e si amore verso Dio e verso Maria Vergine.


Ha vissuto e manifestato questo spirito di fede e di devozione con semplicità; a volte sembrava anche con ingenuità, come era proprio della sua persona.


Il servizio di sagrestano, prestato per anni nella Cattedrale, è stato animato da una motivazione spirituale di vicinanza a Dio e di servizio alla sua Chiesa.


Da questo servizio è maturato il desiderio di un dono più totale di se stesso che ha portato d. Asco a chiedere la consacrazione sacerdotale nella Congregazione di S. Filippo Neri. In essa ha prestato il suo ministero prima ad Acireale e poi nella comunità e nell’oratorio di Vicenza.


Cresceva in lui il desiderio di tornar a servire la sua diocesi di origine fino a chiedere l’incardinazione nel presbiterio di Udine.


Qui di dedicò al ministero pastorale di parroco a Tualis, Roveredo di Varmo e Gradiscutta. Accolse, poi, la proposta di donare l’assistenza spirituale agli ospiti della casa di riposo di Codroipo dove il suo animo e la sua spiritualità semplice e convinta lo aiutarono ad entrare in rapporto immediato con le sorelle e fratelli anziani, provati dalla debolezza e dalla sofferenza.


Negli ultimi anni visse ritirato anche se sempre disponibile a dare il suo servizio sacerdotale. Personalmente ho avuto alcuni incontri con lui nei quali mi confidava il suo animo e i suoi desideri.


Pur nel suo esprimersi, a volte, un po’ confuso, dovuto al suo modo di fare e all’età, ho colto un animo quasi da bambino preso dal Signore e dalla Madonna.


Mi parlava della sua preoccupazione di diffondere la devozione a Maria per la quale si prodigava in vari modi, anche preparando dei facili commenti e guide alla recita del santo Rosario.


Sono sicuro che Maria lo ha accolto tra le sua braccia materne come un figlioletto che l’ha amata durante tutta l’esistenza terrena.


Affidiamo a Lei d. Asco perché lo porti presso suo Figlio Gesù nel quale aveva cercato di immedesimarsi, come ci testimonia l’attrattiva che egli sentiva per la Terra Santa e per i luoghi in cui Gesù era vissuto, morto e risorto.


Gesù risorto purificherà con compassione i limiti e le debolezze umane di d. Asco guardando al suo cuore di piccolo e semplice e lo porterà alla vita nuova, nella gloria del Padre che riserva ai suoi discepoli e ai suoi sacerdoti fedeli.