OMELIA NELLA SANTA MESSA “IN NOCTE” DEL S. NATALE

24-12-2012


Care sorelle e fratelli,


 


            in questa S. Messa della notte del S. Natale dedichiamo qualche minuto per ricordare il Vangelo che il diacono ci ha letto e per meditare quelle parole ispirate che raccontano i fatti della nascita di Gesù.


Il grande imperatore romano, Cesare Augusto, aveva messo in moto una colossale operazione amministrativa: il censimento di tutta la terra; delle regioni, cioè, che formavano l’impero di Roma. Era un’impressionante dimostrazione di potere: un solo uomo era in grado di far muovere milioni e milioni di persone dall’Europa, all’Africa, all’Asia.


Confusi tra la gente in cammino, ci sono anche i due giovanissimi sposi, Giuseppe e Maria, che da Nazareth affrontano a piedi un viaggio di oltre cento chilometri per arrivare a Betlemme, luogo di nascita del re Davide da cui discendevano


Maria è al termine della sua prima gravidanza e ha bisogno di un rifugio per partorire. Finiscono in un ricovero per animali dove, nella greppia, depongono Gesù. Sono soli e sulla terra, dominata da Cesare Augusto, nessuno si accorge che è nato quel bambino.


Ma se ne accorge il cielo perché da Dio è venuto il bambino Gesù che il profeta Isaia aveva preannunciato, come abbiamo sentito nella prima lettura: ‘un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Principe della pace’.


Il primogenito di Maria è il Figlio di Dio che ha aperto i cieli sopra gli uomini per venire tra noi. E dai cieli che ha squarciato scende una luce intensa ed escono angeli che annunciano: ‘Oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore’.


‘Sulle sue spalle è il potere’, aveva profetizzato Isaia. Ma quale potere poteva avere quel neonato riconosciuto solo da un gruppo di miseri pastori? Il potere, caso mai, lo stava dimostrando Cesare Augusto proprio con il censimento.


Invece aveva ragione Isaia: il bambino che ci è stato donato ha sulle sue spalle il potere. L’imperatore non possedeva il potere ma lo succhiava dalla gente dominando su intere popolazioni con la violenza degli eserciti e l’esosità dei tributi. Non era lui il salvatore ma il dominatore che opprimeva gli altri pur di salvare se stesso e i propri privilegi. Era un uomo debole con tutti che si faceva forte sulla debolezza degli altri.


Il figlio, nato da Maria, portava in mezzo agli uomini il vero potere per conservare il quale non aveva bisogno di chiedere sostegno a nessuno. Non aveva bisogno di guadagnarlo dal consenso degli uomini perché lo aveva ricevuto da Dio, suo Padre, e lo portava dal cielo sulla terra. Aveva in sé l’unico vero potere che smuove il cuore e la mente di qualunque uomo, che salva tutti senza perdere nessuno, che unisce e crea comunità familiari e sociali solide. Abbiamo capito tutti che è il potere dell’amore. Gli uomini si erano come dimenticati del potere dell’amore e si erano abituati ai poteri deboli, e a volte spietati, come quello di Cesare Augusto. Gesù apre i cieli e porta tra gli uomini l’amore che viene solo da Dio perché, come lui stesso rivelerà, Dio è Amore col cuore di Padre.


Quando si troverà sotto processo, davanti a Pilato che lo condannava a morte, Gesù dichiarerà con piena sicurezza: io sono Re; Re potente perché aveva il potere dell’amore che non si spaventava neppure davanti all’estrema minaccia della condanna a morte.


Fin dalla nascita, Gesù, attraverso l’angelo, invita tutti ad inginocchiarsi davanti a lui per partecipare al suo potere, il potere dell’amore che viene da Dio.


Chi ha nel cuore lo stesso amore di Gesù è veramente forte, invincibile, come testimoniano i martiri e i santi cristiani. Le donne e gli uomini che credono in Gesù e sono uniti a Lui dal suo stesso amore, non temono di donare tutta la vita, non temono la morte perché quell’amore di Gesù, che viene da Dio, è più forte della morte. E alla fine dei giorni terreni si ritroveranno con Gesù in Dio.


L’annuncio dell’angelo diceva la verità: vi è nato un Salvatore. Il primogenito che Maria chiama Gesù, è il Salvatore perché è il più potente nell’amore. Sarà così forte che non avrà bisogno di farsi sostenere da nessuno ma sarà lui ad accogliere e sostenere tutti, anche i più deboli, anche quelli che nessun potere umano riesce a difendere.


Care sorelle e fratelli, al tempo della nascita di Gesù gli uomini avevano quasi dimenticato il potere dell’amore. Da tanti segnali, su cui in questo momento non mi soffermo, viene da dire che lo stiamo perdendo di vista anche noi e ci ritroviamo tutti più deboli.


Per non dilungarmi troppo, mi limito a rivolgere a me e a voi tutti solo un pressante invito: durante questa S. Messa di Natale pensiamo a Gesù e, come i pastori, preghiamo che sia il nostro Salvatore, che trasmetta al nostro cuore, un po’ stanco, il suo amore.


Così saremo veramente forti e lo saremo assieme. Saremo forti nei nostri legami tra marito e moglie, come ogni figlio spera; saremo forti e capaci di sostenere chi è più debole e povero; sarà più forte tutta la nostra comunità.

Il S. Natale invita a credere al potere dell’amore e a pregare Gesù perché lo mette dentro ognuno di noi. Ci renderemo conto che Gesù ci rende forti vedendo che tante persone possono fidarsi di noi. Guardiamo anche a Maria perché lei ci porta a Gesù