OMELIA NELLA SANTA MESSA DEL PELLEGRINAGGIO A CASTELMONTE

08-09-2013

Care sorelle e fratelli, nella lettura del Vangelo abbiamo ascoltato l’annuncio dell’angelo a Giuseppe, il promesso sposo di Maria. Giuseppe pensava di conoscere bene la sua fidanzata, tanto che aveva deciso di sposarla. Certamente nutriva un grande affetto verso di lei, ma la conosceva solo umanamente. Non aveva capito e non poteva capire con la sua intelligenza la grandezza di Maria; non poteva immaginare il Mistero di Dio che si era fatto presente nel suo grembo di donna. Aveva bisogno dell’angelo e della Parola di Dio per avvicinarsi alla sua fidanzata non solo con affetto ma con fede perché “il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo ed è gli salverà il suo popolo dai suoi peccati”.

Maria portava nel grembo di madre l’Emmanuele, il “Dio con noi”. Durante il lungo esodo nel deserto verso la terra promessa, il popolo ebrei aveva avuto sempre Dio vicino. Era stato il “Dio con loro” e il segno era l’arca dell’alleanza custodita sotto la tenda sacra nella quale poteva entrare in preghiera solo Mosè. L’angelo annuncia a Giuseppe che era giunto il tempo in cui Dio aveva deciso di farsi ancora “Dio con noi” nella nuova arca dell’alleanza: il grembo di Maria nel quale aveva iniziato ad esistere il bambino inviato da Dio. Quel bambino si sarebbe chiamato Gesù; era Figlio del Dio altissimo e per questo non veniva non da seme umano ma dallo Spirito Santo. La sua fidanzata Maria era stata trasformata dalla potenza di Dio nella nuova arca santa che custodiva il Figlio di Do che si faceva uomo per poter incontrarci, amarci e salvarci. Dopo l’annuncio del l’angelo cambiarono in Giuseppe i sentimenti con cui si avvicinò a Maria. Al tanto amore che continuò a nutrire per lei e per il bambino Gesù, si aggiunse la fede nella presenza reale di Dio nella sua fidanzata, il rispetto e l’obbedienza alla volontà di Dio che le chiedeva di dedicare tutta la sua vita a Maria e a Gesù.
Care sorelle e fratelli, San Giuseppe, che Papa Francesco ha voluto sia ricordato sempre nella preghiera eucaristica, ci sia oggi di esempio e guida. Con lui e con i suoi stessi sentimenti vogliamo vivere questo pellegrinaggio che ci ha portato anche quest’anno fino a Maria nel santuario a lei dedicato. Anche noi sentiamo per Maria un profondo affetto e amore di figli e, insieme, proviamo il sentimento della fede e del rispetto perché lei è l’arca santa che custodisce e ci offre il suo Frutto benedetto, Gesù, il Dio con noi. Con lei vogliamo rinnovare la nostra obbedienza a Dio Padre e seguire Gesù, come hanno fatto Maria e Giuseppe.

A Maria veniamo portando, innanzitutto, noi stessi con le necessità fisiche, morali e spirituali che sentiamo in questo momento della nostra esistenza terrena. Ricordiamo con fede e affetto le persone che ci stanno più a cuore: i familiari, glia mici, i sofferenti, le persone che ci hanno chiesto una preghiera.

A tutti suggerisco, poi, tre intenzioni comuni di preghiera. Affidiamo al Cuore immacolato di Maria la Chiesa di Udine che in questa S. Messa rappresentiamo in tutti i suoi membri: i vescovi, i sacerdoti e diaconi, le consacrate/i, le comunità parrocchiali, le famiglie, i fedeli laici. Sono qui con noi anche i giovani che hanno vissuto un’intensa esperienza spirituale durante i giorni della Giornata mondiale della gioventù e desiderano continuare il cammino al seguito di Gesù. Abbiamo invitato, poi, i fratelli immigrati cattolici che accogliamo con cuore aperto perché, al di là delle differenze di razza e di cultura, a loro ci unisce l’unica fede in Gesù e l’unica devozione a Maria.

All’intercessione della nostra Madre celeste affidiamo, in particolare, l’anno pastorale 2013-14 che stiamo iniziando. Mentre ancora viviamo l’Anno della fede, che concluderemo nella festa di Cristo Re, già ci siamo orientati a proseguire con un Anno della speranza, per il quale ho scritto una nuova lettera pastorale che uscirà in questi giorni. I prossimi mesi siano un tempo di grazia per riscoprire la grande virtù della speranza che è stata la luce che i cristiani hanno diffuso tra gli uomini attirandoli alla Chiesa e alla fede in Gesù. Maria, Stella del mattino, ci sostenga nella speranza.

Ieri sera, in cattedrale, ci siamo uniti spiritualmente alla preghiera di Papa Francesco per invocare dalla misericordia di Dio il dono della pace. Proseguiamo ancora la nostra supplica, senza stancarci, e affidandola a Colei che invochiamo ‘Regina della pace’.

Una terza preghiera, a cui vi invito, nasce da un profondo sentimento di riconoscenza. 100 anni fa, il 6 settembre del 1913, giungevano al Santuario di Castelmonte i frati cappuccini, invitati dal vescovo mons. Anastasio Rossi. Qui iniziavano una straordinaria missione spirituale di promozione della devozione a Maria, di preghiera, di guarigione delle coscienze col sacramento della Penitenza e il consiglio spirituale.
Tanti santi frati, ora passati alla vita eterna, hanno lasciato una autentica eredità di grazia nelle coscienze di moltissimi cristiani e in tutta la Chiesa friulana. In questo momento sono in comunione con noi. Chiediamo a loro che si  uniscano a Maria in un’unica intercessione a favore dei loro confratelli, che continuano la loro missione, e dei pellegrini che numerosissimi continuano a giungere a questo Monte santo.

Maria raccolga tutte queste intenzioni di preghiera: ‘Prega per noi, peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen’.