OMELIA NELLA FESTA DI TUTTI SANTI.

Forte messaggio dell'Arcivescovo Mazzocato nella Festa di Tutti i Santi a vivere nel quotidiano la fedeltà a Dio: 'la presenza di persone sante diffonde bene nella società e contribuisce a sanare le ferite e a riparare al male'. Abbiamo bisogno di genitori, sacerdoti ed educatori santi.
01-11-2009


Testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, pronunciata in Cattedrale in occasione della festa di Tutti i Santi, domenica 1 novembre 2009



 



Abbiamo ascoltato nella prima lettura dal libro dell’Apocalisse, il racconto di una visione di S. Giovanni. L’apostolo vede il momento in cui Dio porta la sua giustizia finale sul mondo. Gli angeli, che manifestano la potenza di Dio, distruggono tutto il male che si è accumulato nel mondo.



Prima però, vengono salvati ed entrano nel mondo nuovo coloro che portano impresso sulla fronte il sigillo del Dio vivente. Costoro sono proprietà di Dio e per questo non sono abbandonato al male ma hanno la grazia di entrare nella gioia eterna cantano attorno a Gesù, l’Agnello che è stato immolato per salvare gli uomini dal male.



Quanti sono? Sono una moltitudine immensa che Giovanni non riusciva a contare e vengono da ogni razza, nazione e lingua.



Dio salva tantissime persone e le accoglie per l’eternità attorno a sé perché formino il suo vero popolo, l’umanità nuova.



Chi sono? Sono coloro che sono passati attraverso una grande tribolazione e sono rimasti fedeli a Dio perché si sono purificati nel sangue di Gesù, l’Agnello senza macchia.



Sono tutti coloro che hanno ricevuto nel battesimo e nella cresima il sigillo del Dio vivente e sono rimasti fedeli a lui lungo gli anni della vita terrena, anche quando hanno dovuto passare attraverso tribolazioni, a volte anche attraverso il martirio.



Hanno trovato la forza di rimanere fedeli ricevendo il sangue del Signore, l’eucaristia, la comunione con il corpo e sangue di Gesù.



Non sono stati tra coloro che contavano agli occhi degli uomini. Anzi, spesso sembravano persone di poca importanza. Essi infatti hanno fatto parte dei poveri di spirito, dei miti, dei sofferenti, degli operatori di giustizia, degli amanti della pace, dei perseguitati che Gesù chiama a sé e dichiara beati.



Non contavano agli occhi degli uomini ma erano preziosi agli occhi di Dio perché avevano il suo sigillo e non il marchio del male dell’avversario di Dio.



Questi sono i santi per i quali oggi la Chiesa fa festa. Ed è una festa solenne perché ci sono stati tanti santi che sono passati attraverso le tribolazioni della vita terrena rimanendo fedeli e ora sono già nel mondo nuovo dove è salito Gesù risorto e Maria, sua Madre; sono nel paradiso.



Questi santi sono le persone importanti agli occhi di Dio e ‘ aggiungiamo con sincerità ‘ sono le persone veramente importanti anche a questo mondo.



Normalmente a loro non viene dato tanto rilievo pubblico perché non vivono di immagine e di ricerca di successo e potere; o non hanno gli onori della cronaca perché hanno compiuto qualche atto clamoroso di male o di trasgressione che crea scalpore.



Personaggi di questi tipo e non i santi occupano normalmente gli spazi dei mezzi di comunicazione sociale.



La salvezza dell’umanità, però, viene dai santi; da coloro, cioè, che si mantengono fedeli alle promesse fatte nel battesimo e al sigillo ricevuto fin da piccoli nei sacramenti.



Le famiglie stanno salde e svolgono la loro grande missione educativa se ci sono genitori santi, capaci di rimanere fedeli a Dio e alla vocazione che da Dio hanno ricevuto nel sacramento del matrimonio.



Così solo sacerdoti santi assicurano la vita delle nostre parrocchie, sanno formare le coscienze secondo il vangelo, attirano alla conversione anche coloro che si sono allontanati dalla fede.



Possiamo dire lo stesso per la scuola che ha bisogno di educatori preparati ma, prima santi nella loro coscienza e nella profondità dell’amore che li porta a donarsi alle giovani generazioni.



La presenza di persone sante diffonde bene nella società e contribuisce a sanare le ferite e a riparare al male. E’ una presenza, come dicevo, quasi sempre silenziosa, costituita da persone anche provate dalla sofferenza e dal prezzo pagato per la loro fedeltà.



Li conosce Dio questi santi e li conosceremo anche noi quando Dio verrà con i suoi angeli e chiamerà a se quelli che sono segnati dal suo sigillo.



Questi santi convincano anche noi ad avere come meta massima della nostra vita la santità, maturata giorno dopo giorno nella fedeltà alla preghiera, nell’impegno a migliorare continuamente la nostra condotta di vita, nel dono di noi stessi secondo la vocazione per cui siamo stati chiamati.