OMELIA NEL GIORNO DELL’EPIFANIA DEL SIGNORE

06-01-2010


 La festa dell’Epifania ricorda, come abbiamo appena sentito nel Vangelo, una visita a Gesù bambino che sorprese certamente Maria e Giuseppe. Dei magi, degli uomini di scienza, giunsero con il loro seguito fino al quel bambino per adorarlo. Venivano da lontano e avevano affrontato un lungo viaggio per arrivare a quella che per loro era la meta della vita: Dio presente in mezzo agli uomini, davanti al quale inginocchiarsi  per adorarlo.


L’epifania è, come significa il termine, una vera manifestazione; rivela che Gesù interessa anche ad uomini di nazioni lontane, di altre culture e religioni.


Nasce dall’epifania l’impegno missionario della Chiesa che ha portato, lungo i secoli, tanti cristiani a partire per terre lontane per annunciare il Vangelo di Gesù. Andavano perché Gesù è per ogni uomo che, quando conosce Lui, trova il senso e la speranza per la propria vita.


I magi mostrano che Gesù è la Luce e la Salvezza per ogni uomo e indicano, inoltre, il cammino necessario per giungere fino a lui.


Essi affrontano un viaggio lungo e incerto per arrivare a Dio che si è fatto presente in mezzo agli uomini. Sono degli onesti e coraggiosi cercatori di Dio e in lui e solo in lui sperano di trovare il senso e la salvezza della loro vita.


Probabilmente erano benestanti e avrebbero potuto accontentarsi delle soddisfazioni materiali che facilmente potevano procurarsi.


Avrebbero potuto accontentarsi anche delle religioni superstiziose dei loro paesi che offrivano sicurezze alla vita attraverso pratiche e riti magici.


I magi non si accontentarono perché erano onesti e sapevano già che la speranza data dal benessere economico o dai gesti magici era un’illusione.


Per questo preferiscono un viaggio incerto per cercare il vero Dio che è venuto incontro agli uomini. Sono sostenuti dalla luce di una stella che li precede, li trascina in avanti nel cammino della loro ricerca.


Quanto attuale è per noi e per ogni uomo l’esempio dei magi! Gesù non si incontra a buon mercato ma si rivela a chi cerca con tutta l’onestà della mente e del cuore la verità, un senso e una speranza grande per la sua vita.


La tentazione ad accontentarsi di risposte e soluzioni più facili era presente al tempo dei magi ed è presente anche oggi.


Lo ha ricordato con chiarezza domenica scorsa il Papa e desidero attirare l’attenzione sul suo intervento.


Come in passato restano due le soluzioni facili e illusorie a cui l’uomo è tentato di aggrapparsi.


La prima è la ricerca di una sicurezza materiale cercata a buon mercato, cioè giocando. E sono diffusi i giochi dall’alta finanza alle forme più popolari di azzardo.


La seconda è il tentativo di controllare le incertezze della vita e la paura di forze negative attraverso pratiche divinatorie, magiche, superstiziose.


Non mi soffermo a descrivere di più queste due tentazioni perché  sono sufficientemente note a tutti.


Con il Papa, invece, vorrei far riflettere come esse rendano l’uomo passivo di fronte alla vita, alle sue insicurezze, al bisogno che ogni uomo sente di trovare un senso profondo alla sua esistenza su questa terra.


Lo rendono passivo perché lo portano a trovare una sicurezza giocando o aggrappandosi a pratiche pseudo religiose che spesso sono truffe e, comunque, illusioni.


I magi ci invitano a non fermarsi alle illusioni, ma ad affrontare con onestà e responsabilità la nostra vita con le sue incertezze, le sue domande, il bisogno di trovare un senso e una speranza.


Ci invitano a cogliere le luci che Dio mette sul nostro cammino. Possono essere la parola del Vangelo, la testimonianza di persone veramente credenti, esperienze che ci toccano e ci fanno riflettere, intuizioni interiori.


Seguiamo queste luci, queste stelle per arrivare a scoprire Gesù e inginocchiarci davanti a quel bambino che è l’unico davanti al quale un uomo può piegare le sue ginocchia senza vergognarsi.


Portiamo nel nostro cammino di ricerca e di fede anche i nostri figli. Abbiamo la responsabilità di non consegnare loro speranze illusorie e sicurezze che tradiscono.


Aspettano di essere guidati a Dio che ci è venuto incontro nel suo Figlio che si chiama Gesù. Aspettano di inginocchiarsi con i loro genitori, sacerdoti, catechisti, insegnanti davanti a Lui e adorarlo.