Omelia in occasione dell’ordinazione presbiterale di don Agostino Pitto

02-06-2015
«A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate, dunque, e fate miei discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo». Queste sono le ultime parole che Gesù rivolge ai suoi apostoli prima di salire al Padre. A loro lascia un unico compito: «Andate e fate miei discepoli tutti i popoli». La loro vita dovrà avere solo questo scopo e questa passione: andare in mezzo agli uomini di ogni popolo del mondo per far conoscere loro Gesù, per offrire la possibilità di incontrarlo grazie al battesimo e agli altri sacramenti e per educarli a convertire il loro modo di vivere seguendo il vangelo.
 
Il Signore consegnò un’impresa impossibile per quegli undici uomini inginocchiati davanti a lui e pieni di paura e di dubbi. Ma Gesù li rassicura: “Salgo al Padre ma non vi abbandono perché continuerò ad essere con voi tutti i giorni. Ed ora che sono risorto da morte ho ogni potere in cielo e sulla terra”.
Gli apostoli obbedirono e, dopo aver ricevuto lo Spirito Santo a Pentecoste, uscirono dal cenacolo e andarono. Grazie a loro si realizzò quello che possiamo chiamare il miracolo dell’evangelizzazione. Il Vangelo si è diffuso in tutto il mondo e in ogni popolo sono nati discepoli di Gesù e si è formata alla Chiesa. La missione di predicare il vangelo non si esaurì con la morte degli apostoli ma continuò lungo i secoli attraverso dei loro successori. Gesù ha consacrato, con lo stesso Spirito Santo che aveva inviato a Pentecoste sui dodici apostoli, i vescovi, successori degli apostoli e i sacerdoti, che condividono lo stesso ministero del loro vescovo.
 
Continuerà la missione di annunciare il vangelo grazie, anche, all’impegno e alla dedizione di don Agostino Pitto che tra poco ordinerò sacerdote invocando su di lui una speciale effusione dello Spirito Santo e consacrando le sue mani con il Sacro Crisma. Egli mette a disposizione del Signore Gesù non un po’ del suo tempo ma tutta la sua vita, tutti i suoi talenti e, anche, e tutto il suo cuore, con l’impegno di vivere nel celibato.
Don Agostino inizia il suo ministero in un tempo in cui anche la nostra diocesi di Udine deve ritrovare lo spirito missionario delle origini. Papa Francesco, con l’esortazione apostolica Evangelii gaudium e in tante altre occasioni, sta spingendo tutta la Chiesa ad uscire e farsi missionaria. Nello stesso modo si erano espressi i suoi grandi predecessori, da Paolo VI a Giovanni Paolo II a Benedetto XVI.
In questo momento della storia della Chiesa, la passione per annunciare Gesù deve infiammare il cuore dei vescovi e dei sacerdoti. Anche a d. Agostino Gesù ripete l’invio fatto agli apostoli: «Vai in mezzo a gli uomini, parla loro di me e del vangelo e conducili ad incontrarmi nel battesimo, nell’eucaristia, nella confessione. Vai con coraggio perché io sarò con te ogni giorno e renderò fecondo il tuo ministero con la potenza dello Spirito Santo».
 
Parteciperemo, tra poco, ai riti molto significativi dell’ordinazione sacerdotale di don Agostino. Invito tutti a parteciparvi con tanta fede e nella preghiera personale e comunitaria. Preghiamo per questo giovane perché lo Spirito di Cristo riempia tutto il suo cuore di amore per Gesù, per il vangelo e per i fratelli; perché sia un vero missionario che non conosce gioia più grande che quella di condurre ogni uomo a diventare discepolo di Gesù.
 
Preghiamo, ancora, perché sia lui per primo un’immagine vivente di Gesù e metta in pratica ogni giorno l’impegno che gli darò consegnandoli il pane e il vino per la celebrazione eucaristica: «Ricevi le offerte del popolo santo per il sacrificio eucaristico. Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore». La Chiesa e l’umanità ha bisogno di predicatori del vangelo convincenti non solo per l’entusiasmo ma, specialmente, per la testimonianza di Gesù che offrono con la coerenza della loro vita. Preghiamo perché don Agostino, crescendo continuamente in santità, possa presentarsi ai fratelli con le parole di san Paolo: «Diventate miei imitatori come io lo sono di Cristo».
 
Invochiamo, infine, la grazia che altri giovani sentano nel cuore il fascino della stessa vocazione che ha conquistato d. Agostino. La messe è veramente molta e gli operai sono ancora pochi; preghiamo il Padrone della messe perché non faccia mancare nella nostra Chiesa gli operai del vangelo.
 
Cattedrale di Udine, 31 maggio 2015