Omelia pronunciata sabato 30 settembre 2017, nella Cattedrale di Udine, in occasione dell’ordinazione diaconale in vista del presbiterato di Michele Sibau, Nicola Zignin, Francesco Ferigutti e Paolo Greatti.
Cari fratelli e sorelle,
si sono appena presentati davanti a noi quattro giovani: Francesco, Paolo, Michele e Nicola. Essi chiedono di essere ordinati diaconi a servizio della nostra Chiesa di Udine. Il rettore, a nome di quanti li conoscono e li hanno accompagnati nel cammino della loro formazione, ha assicurato che ognuno di loro ha risposto alla vocazione di Gesù con generosità e responsabilità e si è preparato seriamente a ricevere lo speciale dono dello Spirito Santo che tra poco invocherò su di loro. Confermo volentieri le parole del rettore avendo conosciuto personalmente Nicola, Paolo, Francesco e Michele fin dall’inizio del loro percorso di formazione in seminario.
Ora, in questa santa liturgia di ordinazione diaconale, consegniamo a Gesù questi quattro giovani fratelli perché intervenga lui con la potenza del suo Santo Spirito; perché prenda possesso della loro persona e li consacri ad essere per sempre diaconi a servizio della Chiesa che li ha generati alla fede.
Nella grande preghiera di ordinazione invocherò per loro questa grazia di Dio: «Sostenuti dalla coscienza del bene compiuto, forti e perseveranti nella fede, siano immagine del tuo Figlio che non venne per essere servito ma per servire e giungano con lui alla gloria del tuo Regno».
Questo è il loro primo servizio che saranno chiamati ad offrire pubblicamente ai loro fratelli: «Essere immagine viva di Gesù il quale non è venuto per essere servito, ma per servire».
Nella seconda lettura abbiamo ascoltato l’esortazione rivolta da San Paolo ai cristiani di Filippi: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù». E prosegue descrivendo i sentimenti di Cristo con un grande inno: «Egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo la condizione di servo, diventando simile agli uomini e umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce».
Questo è il Servo che dovrà essere impresso, con il fuoco dello Spirito Santo, nella mente e nel cuore di questi quattro giovani. Essi saranno veramente diaconi se diventeranno immagine viva di Gesù che non è venuto per farsi servire, ma per servire fino a dare la vita per tutti.
Come Gesù, anche loro oggi, danno tutta la loro giovane vita per la Chiesa, Sposa di Cristo e che diventa Sposa loro. Hanno appena fatto davanti a noi due grandi e impegnative promesse: l’impegno a vivere nel «come segno della totale dedizione a Cristo Signore» e la promessa dell’obbedienza, mettendo le loro mani nelle mani del vescovo.
Il celibato e l’obbedienza sono due atti d’amore che li rendono servi come Gesù che non trattenne nulla per sé ma consacrò tutta la sua Persona nell’obbedienza alla volontà del Padre che lo mandava a dare tutto, fino al sangue, per i suoi figli dispersi a causa del peccato.
Accompagniamo l’azione che Gesù compie, col suo Spirito, in questi giovani con la nostra preghiera personale e comunitaria. Abbiamo appena chiamato Maria e tutti i Santi a partecipare alla nostra preghiera.
Chiediamo che in questo momento ognuno di loro sia totalmente aperto alla Grazia di Dio, come Maria al momento dell’annuncio dell’angelo Gabriele. Preghiamo perché nel seguito della loro vita siano fedeli a questa Grazia crescendo nelle virtù che permettono di essere realmente dei servi di Cristo e dei fratelli. Alcune di queste virtù sono elencate sempre da San Paolo: «Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri».
Anche grazie alla nostra preghiera avremo nella nostra Chiesa il dono di quattro nuovi diaconi che mostrano nella loro persona e nella loro vita l’immagine viva di Gesù Servo e dei suoi sentimenti che tutti siamo chiamati ad imitare.
Entriamo, allora, in preghiera unendoci all’azione di Gesù che è vivente in mezzo a noi e che con amore di predilezione riempie del suo Spirito Paolo, Nicola, Francesco e Michele e li consacra diaconi della sua Chiesa.