Omelia in occasione dell’ordinazione dei presbiteri don Alex De Nardo e Tacio Alexandre Puntel (27 giugno 2021)

27-06-2021

Cari Fratelli e Sorelle,

il Vangelo ci ha presentato Gesù che porta la compassione di Dio in mezzo ad una folla di persone sofferenti che cercano di arrivargli vicino e di toccarlo perché hanno bisogno di salute e di speranza. Tra di loro c’è Giairo che grida a Gesù: «La mia figlioletta sta morendo». C’è la donna che da dodici anni aveva perdite di sangue e aveva tentato, inutilmente ogni rimedio umano. Quando ella riesce a toccare il mantello del Signore, esce da lui una forza potente e vitale che la risana. È una forza invisibile agli occhi anche degli apostoli i quali si meravigliano quando Gesù chiede: «Chi ha toccato le mie vesti?» e, con apparente buon senso, rispondono: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: Chi mi ha toccato?». È invisibile allo sguardo umano perché è forza soprannaturale, ma è reale perché, quando Gesù la trasmette a quella donna, ella guarisce nel corpo e, ancor di più, nel cuore. Non è più quella di prima perché è trasformata in una discepola di Gesù che da quel giorno è diventato il suo unico Signore e la sua unica speranza.

Con questo concreto esempio S. Marco ci annuncia che Gesù è l’unico Salvatore. Egli è venuto tra gli uomini per comunicare loro la compassione di Dio perché erano tormentati dal male e dalla morte, come la figlioletta di Giairo. La sua compassione, però, non è solo un’emozione, un sentimento o una parola di sostegno come, al massimo, riusciamo a fare noi verso coloro che soffrono, pur con tutto il nostro affetto.

La compassione di Gesù è una forza potente di vita e di amore che esce dal suo cuore e dal cuore di Dio Padre ed entra in colui che si apre nella fede, sanandolo e trasformandolo. Essa si chiama Spirito Santo che, come cantiamo nell’inno antico, è “creator Spiritus”, Spirito “creatore”. Dopo la sua risurrezione, Gesù è salito al Padre, ma è anche rimasto tra noi dentro la Chiesa, fino alla fine dei tempi. È rimasto perché ogni uomo, come quella donna del Vangelo, potesse incontrarlo e ricevere da lui la stessa “forza” di guarigione e di salvezza. Chi lo cerca con fede, può realmente “toccare” Gesù ascoltando la sua Parola viva ed incontrandolo nei sacramenti. Può ricevere il suo Santo Spirito – che è la potenza del suo amore divino – grazie al quale Gesù risana il nostro corpo facendolo risorgere con lui, dopo la distruzione della morte e risana la nostra anima dal male del peccato, ancora più tremendo e distruttivo.

Agli apostoli Gesù ha consegnato la sua Parola e i suoi sacramenti e ha dato loro il potere di offrirli ai fratelli perché tutti avessero la possibilità, in ogni parte del mondo e in ogni tempo, di “toccarlo” e di ricevere in loro la guarigione e la salvezza dell’anima e del corpo.

Mediante l’imposizione delle mani e una particolare effusione dello Spirito Santo, gli apostoli hanno trasmesso lo stesso potere ai loro successori, i vescovi e i presbiteri.

Tra poco, grazie all’imposizione delle mani mie e di tutti i confratelli presbiteri e all’unzione col sacro crisma, anche don Alex e don Tacio riceveranno la stessa effusione dello Spirito Santo. Da quel momento la loro vita sarà totalmente consacrata a portare la compassione di Gesù a tutti coloro che incontreranno. La trasmetteranno con i sentimenti del loro cuore che dovrà sempre più conformarsi al Sacro Cuore di Gesù. Ma, specialmente, potranno offrire la possibilità di “toccare” realmente Gesù annunciando la sua Parola e offrendo la sua vita, il suo perdono, il suo Corpo e Sangue nella celebrazione dei sacramenti.

Grazie al loro ministero Gesù potrà ancora infondere la forza del suo Santo Spirito che guarisce, rinnova e trasforma in vita eterna la debole esistenza dell’uomo.

Certo, come quel giorno nessuno si accorse della forza di salvezza che Gesù trasmetteva alla donna supplicante, anche oggi a chi ha uno sguardo senza fede non si rivela il miracolo di Salvezza che Gesù realizza quando i suoi ministri proclamano la sua Parola e celebrano i sacramenti. È un dono soprannaturale che può essere compreso solo da occhi e cuori allenati alla fede. Ma è dono reale ed efficace e questo lo si vede dai frutti di guarigione e di cambiamento della vita che genera in chi lo accoglie. Due di questi frutti siete proprio voi, caro don Tacio e don Alex. Oggi siete qui perché Gesù, con la forza del suo Spirito vi ha raggiunti, toccati, guariti e trasformati lungo gli anni.

Continuate a far crescere la vostra fede ogni volta che aprirete la bocca per annunciare la Parola viva di Gesù e ogni volta che lo donerete nella celebrazione dei sacramenti. Sostenete, poi, la fede debole dei fratelli che, magari senza rendersene conto, hanno bisogno proprio della forza di salvezza del nostro Signore risorto, come la folla che quel giorno si accalcava attorno a lui sulle rive del lago.

Cattedrale di Udine, 27 giugno 2021