Cari Fratelli e Sorelle,
nella seconda lettura della Parola di Dio abbiamo ascoltato queste parole dell’apostolo Paolo: “Cristo vi ha liberati per la libertà! Voi, infatti, fratelli siete stati chiamati a libertà”. Possiamo dire che questa è la definizione del cristiano; con il battesimo Gesù lo ha liberato dalla schiavitù del peccato e lo ha chiamato a vivere la vera libertà.
Ma qual è la vera libertà? Non è tanto la possibilità di non essere comandati e condizionati da padroni esterni che ci costringono con la loro volontà. La libertà a cui Gesù ci chiama e ci dà la forza di vivere è la libertà da noi stessi. È avere nel cuore una forza e un amore così grande da non voler più essere padroni della propria persona e della propria vita ma essere pronti a metterla nelle mani del Signore. Di questa libertà ci ha parlato anche il vangelo e che Gesù chiede a quei tali che lo avvicinano col desiderio di seguirlo facendosi suoi discepoli. Ricordiamo le sue richieste che non ammettono replica: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il Regno di Dio … Nessuno che pone mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il Regno di Dio”.
Don Alberto, don Matteo, don Gabriele e don Davide in questo momento e davanti a Dio e a tutti noi s’impegnano a vivere nella vera libertà; nella libertà da sé stessi per consegnare le loro giovani vite a Gesù per il Regno di Dio e per la sua Chiesa.
Rinnovano la promessa di celibato rinunciando al naturale completamento di sé stessi in un amore di coppia e di famiglia per mettere tutto il cuore nel servizio dei fratelli, cominciando dai più deboli e sofferenti.
Rinnovano, nelle mani del vescovo, la promessa di obbedienza rinunciando a loro aspirazioni e progetti per avere come unico progetto di vita le necessità della Chiesa di Cristo che non decideranno loro ma la volontà di Dio attraverso le richieste del vescovo.
Specialmente, stanno per ricevere l’ordine sacro; cioè, una potente effusione dello Spirito Santo invocato dal vescovo, in comunione con tutti i presbiteri concelebranti. Lo Spirito Santo li consacrerà in eterno a Gesù crocifisso e risorto; saranno suoi al punto che egli agirà anche fisicamente in loro per continuare a portare la sua salvezza e il Regno di Dio qui in Friuli.
Rivivranno ogni giorno questa consacrazione nella celebrazione della Santa Eucaristia. Gesù realmente agirà nella loro voce, nelle loro mani, nella loro mente e nel loro cuore. Attraverso la loro persona, animata dallo Spirito Santo, Gesù rinnoverà l’offerta di tutto se stesso al Padre e ai fedeli riuniti in comunità: “Questo è il mio Corpo sacrificato per voi .. è il mio Sangue versato per guarirvi dai vostri peccati”.
In quel momento Don Alberto, don Matteo, don Gabriele e don Davide vivranno nella libertà a cui Gesù ci ha chiamati perché saranno totalmente in Cristo e per Cristo che agisce in loro. Saranno consegnati a lui perché attraverso di loro egli possa continuare ad offrire il dono della Vita eterna ai fedeli che si nutrono del suo Corpo e Sangue.
Aggiungo che sarà loro impegno spirituale rinnovare in ogni celebrazione eucaristica l’umile desiderio e il convinto impegno alla conversione perché quello che, per potenza dello Spirito Santo, vivono nel sacramento penetri in tutta la loro persona e diventino sempre più in Cristo e per Cristo in ogni occasione, incontro, scelta. Diventi eucaristica tutta la loro vita.
Cari fratelli e sorelle, Gesù risorto, con la potenza del suo Santo Spirito sta per fare un dono straordinario e soprannaturale ai nostri quattro fratelli e a tutta la nostra Chiesa. Per questo dono con gioia grande esprimiamo il nostro ringraziamento.
E preghiamo per questi quattro giovani e, con loro, per il vescovo e tutti i sacerdoti della nostra diocesi perché lo Spirito del Signore rinnovi in noi la forza di non volgerci indietro dopo aver posto mano all’aratro. Ci faccia gustare la gioia unica di essere liberi da noi stessi e consacrati totalmente, corpo e anima, alla Chiesa.
Udine, 26 giugno 2022