Omelia in occasione dell’ammissione dei candidati al diaconato e al presbiterato (4 dicembre 2018)

04-12-2018

Cari Matteo, Simone, Alberto, Davide e Mario,

dopo la mia omelia vivrete il vostro rito di ammissione tra i candidati al diaconato e al presbiterato. È un rito semplice, di poche parole. Ma nella liturgia e anche nella vita non conta la quantità, ma la qualità delle parole che diciamo. Le parole che, tra poco, pronuncerò come vescovo, a nome della Chiesa diocesana, e che voi pronuncerete saranno “pesanti”, dense di significato. Esse esprimono, infatti, la grandezza di quel dono di Dio che è la vocazione al diaconato e al presbiterato e la grandezza di questi due ministeri, in particolare del presbiterato a cui, d’oggi in poi, siete chiamati a prepararvi con tutta la generosità, la fede e le forze di cui siete capaci.

A voi, in particolare, chiederò di pronunciare due brevi espressioni.

 

La prima espressione è: «Eccomi!». Ognuno di voi la dirà personalmente dopo aver sentito pronunciare il suo nome da un ministro. Quel nome, che vi è stato dato nel battesimo, è custodito nel cuore di Dio Padre che vi ha chiamati per puro amore alla vita, alla fede e ad essere suoi figli in Gesù.  Questa è la grande vocazione battesimale. Lungo gli anni avete intuito che essa prendeva per voi un orientamento particolare. Vi è cresciuto il desiderio di seguire Gesù in una forma particolare che è quella del ministero sacerdotale.

Come non è merito vostro la chiamata alla vita e all’incontro con Gesù nel battesimo, così non è un progetto vostro il desiderio di seguirlo e consacrare la vostra vita come sacerdoti. È una chiamata che vi siete ritrovati nel cuore e che per ognuno di voi ha una sua storia particolare. Avete, poi, trovato del fratelli nella fede che vi hanno aiutato a riconoscerla e ad accoglierla fino a decidere di presentarvi oggi davanti al vescovo e alla Chiesa di Udine per essere accolti come dei battezzati che Gesù ha chiamato ad essere suoi sacerdoti.

Ora siete pronti a dire: «Eccomi!». In una sola parola mettete in gioco tutta la vostra vita offrendola a Dio che vi ha chiamati e ai fratelli per i quali Gesù vi vuole «pescatori di uomini».

Il vostro «Eccomi!» è in sintonia con altri grandi «Eccomi!» che vi hanno preceduto nel progetti di Dio: quello di Samuele, di Isaia; specialmente quello di Maria che vi è sorella e Madre. Sul suo esempio, rispondete alla chiamata di Dio con la voce e con la vita mettendo a disposizione tutti i talenti che vi ha donato.

 

Dopo aver sentito il vostro «Eccomi!», vi chiederò di impegnarvi a portare a termine la vostra preparazione per essere pronti ad assumere il ministero presbiterale che, al momento opportuno, vi sarà conferito con il sacramento dell’Ordine.

E voi darete la seconda risposta: «Sì, lo voglio». Vi assumerete, così, un impegno sul quale Gesù non prevede calcoli o compromessi perché il ministero presbiterale, verso il quale siete ormai incamminati, è così grande che chiede tutto.

Possiamo comprendere un po’ la sua grandezza riandando al brano evangelico che abbiamo appena ascoltato. Gesù chiama accanto a sé alcuni discepoli perché condividano la compassione che egli prova verso la folla che lo segue da tre giorni, affamata della sua Parola e della salvezza che aveva la potenza di donare. Egli invita quei discepoli anche a collaborare con lui per dare del pane a quella povera gente tra cui c’erano zoppi, storpi, ciechi, sordi e altri malati. I discepoli non hanno che sette pani e pochi pesciolini e li mettono nelle mani di Gesù. Egli li prende e li moltiplica con la sua potenza e li rimette nelle mani dei discepoli perché li distribuiscano alla folla seduta, in modo ordinato, per terra.

Nella Chiesa, i vescovi e presbiteri fanno parte di quei discepoli che Gesù sceglie e chiama più vicino a sé perché portino nel mondo la sua compassione infinità per gli uomini deboli, malati, segnati dal peccato. Non si  circonda di persone dalle doti straordinarie ma anche di chi, al massimo, può offrirgli sette pani e pochi pesciolini. Con la potenza dello Spirito Santo Gesù trasforma la povera umanità dei discepoli che chiama al suo servizio e consegna nelle loro mani i suoi doni di salvezza perché li distribuiscano a tutti: la sua Parola, il suo perdono, il suo Corpo e Sangue.

Questo è il grande ministero a verso cui vi incamminate da questa sera anche voi, giovani che state per vivere il rito di ammissione al diaconato e al presbiterato. Chiedo a voi – a anche tutti agli altri vostri compagni di comunità – di prepararvi nel modo migliore a questo ministero. Ad imparare, cioè, a stare ogni giorno accanto a Gesù, ad impregnare il vostro cuore della sua compassione e a mettere a sua disposizione tutte le risorse che avete, anche se si stratta solo di sette pani e pochi pesciolini.

Con l’azione dello Spirito Santo vi renderà simili a lui fino a consacrarvi con l’ordine sacro e inviarvi tra i fratelli a portare il suo pane, la sua parola e il suo perdono.

Noi preghiamo per voi perché il vostro «Eccomi!» non abbia pentimenti e la vostra volontà di seguire Gesù non ceda mai alla tiepidezza e al compromesso spirituale ma conosca la gioia di Maria che donandosi tutta a Dio canta il Magnificat.