Celebriamo la S. Messa nella festa liturgica di Gesù Cristo Re dell’universo e con un particolare ricordo per mons. Aniceto Molinaro che affidiamo, ancora una volta, alla misericordia del Padre. Chiediamo per lui la grazia che sia ammesso tra gli eletti che, senza veli, possono contemplare ‘Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito del morti e il sovrano dei re della terra’.
La liturgia offre alla nostra meditazione l’interrogatorio di Pilato nei confronti di Gesù, condotto prigioniero davanti a lui. A Gesù il procuratore romano rivolge una domanda che, a prima vista, poteva suonare come una beffa: ‘Dunque tu sei re?’. Come si fa chiedere se ha potere regale un povero uomo privato della libertà e di ogni dignità umana?
Gesù, però, risponde a Pilato da re: ‘Tu lo dici: io sono re! Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo’. E gli rivela da dove gli viene la sua autorità regale. Non è stato investito di potere da altri poteri di questo mondo. I poteri di questo mondo sono sempre deboli e per questo hanno bisogno di squadre di servitori armati che li difendono.
Gesù non ha bisogno di difendere il suo regno perché è investito di potere dall’Alto e, più precisamente, dalla Verità. La sua missione è quella di ‘dare testimonianza alla Verità’ che lo ha inviato tra gli uomini.
Solo la sua parola rivela la Verità e solo chi ascolta la sua parola incontra la Verità. Tutte le parole degli uomini non possiedono mai con sicurezza la Verità; al massimo la cercano e tentano in qualche modo di balbettarla. Solo Gesù ha la parola che con certezza rivela e testimonia la Verità. Per questo è Re e non di questo mondo; ma è il Re che sa guidare gli uomini di questo mondo ad incontrare la Verità.
Di fronte a lui, incatenato come un delinquente, Pilato è un povero uomo alle prese con le sue incertezze, dubbi e debolezze. Ma è un povero uomo anche l’imperatore romano che il procuratore rappresenta. Essi difendono poteri piccoli pagandoli con il prezzo della vita dei loro servitori schierati in eserciti armati.
Gesù appare l’unico uomo libero perché viene dalla Verità con la missione di annunciarla e testimoniarla con la parola, con la vita e con la morte imminente. Viene dalla Verità e sta per tornare verso la Verità. Nessuna minaccia umana può fermarlo, ma chi vuole può seguirlo perché lui è il Re che ha il potere di condurre anche i suoi fratelli all’incontro eterno con la Verità.
Chi lo segue sulla via della Verità ha la gioia unica di fare esperienza della sua stessa libertà: ‘Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi’ (Gv 8,32).
Tra coloro che si sono messi al seguito di Gesù per essere condotti ad incontrare la Verità – cioè il Mistero inebriante e insondabile di Dio ‘ riconosciamo il volto d. Aniceto Molinaro.
E’ stato un profondo e robusto pensatore come il convegno, che va a conclusione, ha messo in luce. E ringrazio il parroco di Codroipo e quanti hanno collaborato alla realizzazione di questo evento che tiene viva la memoria di d. Aniceto e della sua statura di intellettuale e filosofo.
Rivedendo in questi giorni i suoi scritti dedicati alla mistica e ai rapporti tra mistica e filosofia, mi è sembrato di cogliere l’anima profonda che ha alimentato la rigorosa ‘ e quasi ascetica ‘ riflessione di d. Aniceto. Era stato toccato nel cuore e, poi, nella mente da Gesù, il Testimone della Verità. Lo aveva conquistato la sua parola: ‘Chiunque è dalla Verità ascolta la mia parola’, ‘conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi’.
D. Aniceto ha seguito Gesù con tutto il cuore e con tutta la mente perché in lui aveva incontrato la parola sicura che poteva guidarlo al Mistero della Verità. Di questa Verità, che risplende in Gesù, si è fatto discepolo impegnando tutte le energie della intelligenza in uno slancio che mi verrebbe da definire ‘mistico’. Non a caso, credo, un autore preferito nei suoi scritti di filosofia e mistica è stato Meister Eckhart, il grande mistico dell’intelligenza.
E come Gesù ha promesso, la ricerca della Verità lo ha reso libero da orpelli e interessi, da ricerche di riconoscimenti e di carriere, da accumulo di beni materiali, da legami affettivi troppo stringenti. La Verità, cercata e scoperta nella parola di Cristo, ha forgiato in lui quella semplicità e, insieme, quella dignità e fedeltà alla Chiesa e al sacerdozio che tutti gli abbiamo riconosciuto; da uomo veramente libero.
Gesù Cristo è stato il suo unico Re perché Testimone affidabile del Mistero della Verità. E’ stato il Re che gli ha conquistato e purificato il cuore e la mente e d. Aniceto lo ha seguito fino alla rivelazione luminosa e finale della Verità che in questo momento crediamo e speriamo che la grazia del Padre gli doni di contemplare nella gioia piena ed eterna.