Cari Fratelli e Sorelle,
nella festa del Patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales, il Santo Padre ci offre anche quest’anno il suo messaggio ricco di stimolanti spunti di riflessione.
Il tema di quest’anno è: «Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10,2). La vita si fa storia». Papa Francesco prende spunto da un versetto del libro dell’Esodo che, come è noto, è il libro della Bibbia che narra le vicende del popolo ebraico iniziando dalla liberazione dalla schiavitù d’Egitto, attraverso la lunga peregrinazione nel deserto fino all’ingresso nella terra che Dio aveva promesso a Mosè.
Nel racconto dell’Esodo, fondamentale per la fede ebraica e cristiana, torna come un ritornello, l’invito alla memoria: “Ricorda, Israele!”. Ricordare il passato, per il popolo ebraico era con-dizione per capire la propria identità perché era in quel passato che erano avvenuti gli straordinari interventi di salvezza di Dio grazie ai quali dodici tribù, schiave degli egiziani, si erano riunite ed erano diventate un solo popolo, il popolo eletto da Dio. Dal ricordo degli avvenimenti del passato, poi, gli ebrei ricevevano gli orientamenti per il proprio futuro. Tra tutti questi eventi, fondamentale era stata la consegna di Dio a Mosè delle due tavole in cui erano incisi i dieci comandamenti che stavano alla base di tutta la vita religiosa e civile del popolo ebreo.
Papa Francesco cita l’esperienza del popolo ebreo indicandola come esemplare anche per noi. Conservare una buona memoria degli avvenimenti del proprio passato è fondamentale sia per la Chiesa che per la società d’oggi.
Volutamente ho parlato di “buona memoria” perché ci può essere anche una cattiva memoria del passato che offre una selezione ed un’interpretazione distorta delle vicende accadute. Tale, ad esempio, è una storia scritta solo dai vincitori o una lettura del passato fatta con le lenti deformati del pregiudizio e dell’ideologia.
Se, invece, si ricostruiscono gli avvenimenti, che ci hanno preceduto, con onestà morale ed intellettuale, allora resta vero l’antico assioma: “Historia magistra vitae”, “La storia è maestra della vita”.
Questo è vero a livello della storia personale di ognuno di noi. Come la psicologia moderna ci ha insegnato, riandare con la facoltà della memoria alle esperienze vissute è la condizione per capire chi siamo adesso e per raggiungere una riconciliazione profonda con noi stessi e, di conseguenza con gli altri. Il nostro passato, poi, è costellato di persone significative che hanno profondamente influito su di noi e il cui ricordo non può che continuare a farci del bene perché sono come dei punti di orientamento per le nostre scelte.
Possiamo affermare la stessa cosa anche per una società, per un popolo. Un popolo senza memoria è senza identità perché non ricorda più quale strada abbia percorso per arrivare al presente, quali siano stati gli avvenimenti che lo hanno segnato nel bene e nel male. Se, poi, si sanno guardare gli avvenimenti del passato con l’occhio della fede, si possono riconoscere le tracce della Provvidenza di Dio che è intervenuta per portare salvezza. Illuminato dalla fede, il popolo ebreo ricordava il proprio passato.
Lungo la sua storia, poi, un popolo ritrova figure di grande statura intellettuale e morale il cui esempio e insegnamento restano come sicure pietre miliari che indicano il percorso da seguire verso il futuro.
Nel conservare una buona memoria del passato, entra a pieno titolo il compito dei mezzi di comunicazione sociale. Essi, infatti, si nutrono di memoria perché raccontano gli avvenimenti del passato, più o meno lontano, e li raccontano dando un’inevitabile interpretazione. Sono i mezzi di comunicazione che, per buona parte, forniscono alle persone e alla società il ricordo degli eventi, la selezione di quelli che sono più o meno importanti e una loro interpretazione. Il loro servizio può contribuire non poco a mantenere viva oggi un memoria buona e onesta del nostro passato e portare in luce riferimenti e figure di grande valore che restano come fari di luce per i nostri passi verso il futuro.
Concludo le mie brevi riflessioni che sono cenni su un tema che meriterebbe molti approfondimenti. Mi sono limitati solo ad alcuni flash per rimandare al messaggio del Papa e all’importanza del tema che egli ha scelto per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociale di quest’anno.
Udine, 24 gennaio 2020