Omelia in occasione della memoria di S. Francesco di Sales, patrono di giornalisti e scrittori (24 gennaio 2023)

24-01-2023

Cari fratelli e sorelle, cogliamo l’occasione della festa di San Francesco di Sales, Patrono dei giornalisti e di tutti coloro che sono impegnati nel mondo della comunicazione pubblica, per un momento di riflessione.

Come ogni anno siamo illuminati dal messaggio del Santo Padre per la 57ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Il tema che Papa Francesco ci propone è: “Parlare col cuore. Secondo verità nella carità (Ef 4,15)”.

È molto significativa l’espressione: “parlare col cuore”. Il Papa la commenta con la celebre frase di San Paolo Agli Efesini: «Secondo verità nella carità» (Ef 4,15).

La comunicazione che sgorga dal cuore si sente, prima di tutto, impegnata a cercare e a dire la verità. In altre parole, vuol essere onesta verso coloro che leggono, ascoltano o vedono offrendo loro, il più possibile, la verità degli avvenimenti. Non si sottomette, quindi, a nessuna forma di manipolazione o di subdola persuasione occulta mettendosi a servizio di poteri che hanno interessi a dominare l’opinione pubblica. Sappiamo che la sudditanza a questi poteri da parte dei mezzi di comunicazione non è rara e può creare nuove forme di dittatura. Papa Benedetto XVI, che da poco ci ha lasciato, l’ha definita con frase molto forte: “dittatura del pensiero unico”. In varie occasione anche Papa Francesco si è espresso nello stesso modo.

Una comunicazione sociale che vuol essere veramente libera ha come principio morale quello di comunicare, nella misura del possibile, la verità. Questo principio etico può essere, come ricorda il Papa nel suo messaggio, anche scomodo per coloro che lavorano nel mondo delle comunicazioni sociali perché la verità è come una luce che si accende e porta allo scoperto situazioni disoneste che cercano, invece, di rimanere coperte anche grazie a una falsa comunicazione.

Una comunicazione che parta del cuore è guidata dall’impegno di mostrare sì la verità, ma “nella carità”. Questa aggiunta è di grande valore. Chi lavora nel mondo della comunicazione sociale si sente chiamato, con la sua opera, a promuovere un clima sociale di intesa, di comprensione reciproca, di superamento dei conflitti. Dice Papa Francesco: «A volte il parlare amabile apre una breccia perfino nei cuori più induriti. Ne facciamo esperienza nella convivenza civica dove la gentilezza non è solo questione di galateo, ma un vero e proprio antidoto alla crudeltà che purtroppo può avvelenare i cuori e intossicare le relazioni». E aggiunge: «Ne abbiamo bisogno nell’ambito dei media perché la comunicazione non fomenti un livore che esaspera, genera rabbia e porta allo scontro, ma aiuti le persone a riflettere pacatamente, a decifrare con spirito critico e sempre rispettoso, la realtà in cui vivono».

Se siamo onesti, tutti riconosciamo che molti mezzi di comunicazione sociale cedono alla tentazione di alimentare lo scontro come metodo di confronto, con la conseguenza di esasperare le reciproche posizioni invece che cercare un’intesa nella soluzione dei problemi.

Di fronte a questa deriva pericolosa, nella quale ci troviamo più o meno convolti, le parole di Papa Francesco risuonano come un vero e proprio codice etico per il mondo delle comunicazioni sociali. Non cedere alle strumentalizzazioni dei poteri di turno che vogliono distorcere la verità secondo i loro interessi e non adeguarsi a una forma di comunicazione che alimenta lo scontro e l’aggressione dell’avversario. Avere, invece, il coraggio di offrire ai cittadini la verità, anche se scomoda, e farlo con un linguaggio che miri a giungere a una reciproca comprensione, intesa a evitare l’esasperazione delle diverse posizioni.

Come esempio, il Papa ricorda San Francesco di Sales, il cui motto era: «Cor ad cor loquitur» («si parla cuore a cuore». «In tempi contrassegnati da dispute accese con i calvinisti, il suo atteggiamento mite, la sua umanità, la disposizione a dialogare pazientemente con tutti, e specialmente con chi lo contrastava, lo resero un testimone straordinario dell’amore misericordioso di Dio».

Accogliamo questo esempio del Patrono che resta di grande attualità per promuovere una comunicazione pubblica che “parla con il cuore”.