Omelia in occasione della Festa del Ringraziamento (14 novembre 2021)

14-11-2021

Cari Fratelli e Sorelle, 

celebriamo questa S. Messa con l’intenzione particolare di ringraziare la Provvidenza di Dio Padre per i frutti che anche quest’anno la terra ci ha donato. 

Ringraziare per i frutti dell’anno agricolo è un sentimento molto importante perché ci libera dall’atteggiamento opposto e pericoloso che è quello del consumismo. Chi è preso dalla mentalità consumistica si interessa dei frutti della terra e del lavoro dell’uomo solo come prodotti da comprare, accumulare e consumare. E’ l’atteggiamento che spesso ci viene spontaneo mentre passiamo tra gli scaffali del supermercato. Guardiamo i prodotti esposti solo come merce da acquistare per soddisfare i nostri bisogni, reali o indotti.

Ma la frutta, la verdura, la carne e gli altri prodotti che ci vengono offerti sono il risultato della fatica e dell’ingegno di tante persone. E, prima ancora, essi vengono dalla fecondità della terra e della natura che con fedeltà continua a sostenere l’uomo. Anche se li paghiamo, essi restano anche dei doni per i quali abbiamo qualcuno da ringraziare.

Meritano una parola di ringraziamento tutti coloro che, in vari modi, si dedicano alla coltivazione e all’allevamento. In questa S. Messa sono rappresentati dalla Coldiretti, benemerita associazione che dalla sua fondazione si è interessata non solo a sostenere l’attività dei lavoratori della terra ma anche a mantenere vivi in mezzo a loro e nelle loro famiglie i valori cristiani.

Il nostro sguardo e il nostro cuore, però, sono chiamati ad elevarsi più in alto per rivolgere il più grande ringraziamento a Dio Padre che con infinità bontà e fantasia ha creato la terra, con quanto essa contiene, come un giardino nel quale ha posto l’uomo. Ha consegnato all’uomo questo splendido giardino perché vi trovi il nutrimento condividendolo con tutti i suoi fratelli e rendendo lode alla Provvidenza divina che ogni anno rinnova il miracolo delle stagioni e della fecondità della natura.

E’ di questi giorni una particolare attenzione al tema dell’ecologia da parte dei capi di stato di tutto il pianeta e di tante persone, spesso giovani, con importanti iniziative di sensibilizzazione e con decisioni per il futuro. Il giardino, infatti, che Dio ci ha consegnato mostra forme preoccupanti di degrado perché è stato sfruttato secondo interessi egoistici e consumistici. Papa Francesco ha posto all’attenzione di tutti la preoccupazione ecologica con la sua enciclica “Laudato sì”.

Seguendo i convegni e i dibattiti mi sono fatto, però, l’idea che parlando del rispetto della natura si soffra di una specie di strabismo. In concreto, colgo che c’è solo uno sguardo orizzontale e manca quasi completamente lo sguardo verticale. Ci si chiede, cioè come salvaguardare la natura, come migliorare il clima e, anche, come assicurare una migliore distribuzione dei frutti della terra tra tutti gli uomini, visto che esiste ancora la piaga della denutrizione e della fame. Nel dibattito pubblico, però, c’è un grande Assente ed è Dio Creatore che ci ha donato il meraviglioso giardino della terra e della natura. Manca uno sguardo verticale che elevi le menti e i cuori verso il nostro Dio per lodarlo e ringraziarlo per la bellezza e la fecondità del creato in cui vive la famiglia umana. 

Questa assenza dello sguardo verticale che ci orienta dal creato a Dio Creatore non è indifferente perché sbilancia tutto il modo di affrontare il tema dell’ecologia. 

Se guardiamo a tutto il creato come allo straordinario giardino che Dio Padre ci ha gratuitamente donato perché tutti ne possiamo godere rendendo a lui lode e ringraziamento, avremo anche le motivazioni per rispettarlo e per condividerlo in modo giusto tra tutti gli uomini. Se, invece, ci sentiamo gli unici padroni della terra perché abbiamo estromesso Dio, continueranno facilmente a prevalere gli egoismi e la voglia di possesso dei più forti sui più deboli rovinando gli equilibri ecologici della natura. 

Non è questo il momento per approfondire ulteriormente questa mia riflessione sulla necessità di uno sguardo sia verticale e che orizzontale per un impegno ecologico veramente efficace.

Mi limito solo a ricordare che il punto di partenza di ogni buona ecologia dovrebbe partire da uno sguardo verso il Cielo pregando come ci insegna la Sacra Scrittura: “Benedite, opere tutte del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli”.