Omelia in occasione della celebrazione del Corpus Domini

23-06-2014
La festa del Corpo e Sangue di Gesù, è un appuntamento annuale per meditare la grandezza del dono della Santa Eucaristia che il Signore ha lasciato ai suoi apostoli durante l’Ultima Cena.
 
Ci può illuminare la prima lettura della Sacra Scrittura che abbiamo ascoltato. Mosè parla al popolo ebreo che, dopo la liberazione dall’Egitto attraverso il passaggio del Mar Rosso, stava attraversando il deserto per raggiungere la terra promessa. Era un popolo libero perché i suoi padroni erano rimasti in Egitto. Ma non era facile il cammino della libertà che lo stava portando ad attraversare un “deserto grande e spaventoso”, fatto di insidie e povero di cibo e di acqua. Gli ebrei erano troppo deboli per attraversare quel deserto con le loro sole forze. Dio, che li ha liberati, non li abbandona e li sostiene con due doni che vengono direttamente da lui: la sua Parola, che avrebbe rivelato a Mosè sul monte Sinai, e la manna che egli ogni giorno faceva scendere in mezzo alle tende dell’accampamento.
 
L’esodo degli ebrei attraverso il deserto è un vero simbolo che fa capire come il cristiano può vivere la sua esistenza terrena, verso la terra promessa della vita eterna alla quale sono giunti tanti nostri parenti e amici che hanno fatto un tratto di strada accanto a noi e poi ci hanno salutato varcando la soglia della morte fisica.
 
Il battesimo, che abbiamo ricevuto, è stato come il passaggio del Mar Rosso, il passaggio dalla schiavitù del male alla vera libertà. Con il battesimo Gesù è diventato il Signore della nostra vita e non ci abbandonerà più. Lui non è un padrone che rende schiavi ma, al contrario, ci vuole uomini e donne liberi. Ci chiama a camminare nella libertà che lui ha vissuto e che è la libertà dell’amore. E’ libero solo colui che sa amare e più ha la forza di donarsi e più è libero. Gesù è il vero uomo libero perché non ha trattenuto nulla per sé, ma amato fino alla croce, anche i propri nemici.
 
Come per gli ebrei, però, anche per noi cristiani il cammino della libertà è impegnativo, a volte molto impegnativo. Spesso è un vero deserto arido quando le persone da amare sono difficili, ingrate, chiuse nel cuore, deludenti. Altre volte nasconde subdole insidie che si introducono nei nostri pensieri e sentimenti: il pensiero che è meglio possedere che donare, la voglia di soddisfare i nostri istinti e le nostre passioni a scapito degli altri, la tendenza ad allontanare chi è povero e sta male perché non ha niente da darci.
Il cammino della libertà spesso è troppo faticoso per le nostre sole forze per cui cediamo e torniamo alla schiavitù delle debolezze, degli egoismi, della poca accettazione degli altri per come sono, dell’infedeltà alle promesse di amore che abbiamo fatte ad altre persone, come al marito, alla moglie, ai figli.
 
Credo non sia difficile vedere in noi e attorno a noi quanta fatica facciamo a vivere la libertà che Gesù ci ha insegnato; quanto, spesso, sia debole il nostro cuore e si arrenda quando l’amore presenta un prezzo troppo alto.
 
Dio conosce questa nostra debolezza e, come al popolo ebreo, anche ai cristiani è venuto incontro con i suoi doni: la sua Parola e il Pane che viene dal cielo, l’eucaristia.
 
Di questo Pane ci ha parlato Gesù nel brano evangelico: “Io sono il Pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.
 
Nel cammino della libertà dalle nostre debolezze verso una disponibilità sempre più piena a donarci, Egli ci accompagna entrando in noi con tutto se stesso, con il suo Corpo e il suo Sangue grazie all’eucaristia.
 
Ci ha detto “Chi mangia me vivrà per me”. L’eucaristia è stata definita il cibo dei forti, di coloro che sono forti nell’amore anche quando questo diventa difficile e domanda tanto, a volte tutta la vita. E’ stato il cibo dei martiri e il cibo di tutti i santi.
 
Non priviamoci della comunione con Gesù nell’eucaristia perché ci troveremo più deboli nel soccorrere i poveri e i sofferenti, nel rimanere fedeli per sempre con le persone a cui abbiamo promesso la nostra fedeltà.
 
Mentre percorreremo in processione le vie della nostra città, adorando Gesù realmente presente nell’eucaristia, rinnoviamo il nostro impegno ad incontrarlo ogni domenica nella S. Messa e nella comunione con il suo Corpo. Magari possiamo trovare il tempo per la S. Messa anche in qualche giorno durante la settimana per vivere i nostri impegni e i nostri rapporti con i fratelli con la stessa libertà di amore di Gesù.