Omelia in occasione del pellegrinaggio diocesano a Castelmonte (8 settembre 2018)

08-09-2018

Cari fratelli e sorelle,

con questo pellegrinaggio all’amato santuario di Castelmonte concludiamo l’anno dedicato alla Vergine Maria che qui avevamo iniziato sempre nella festa della sua Natività.

Concludiamo il nostro anno mariano con una preghiera corale di affidamento della nostra Arcidiocesi al Cuore immacolato di Maria e alla sua materna intercessione. Affidiamo a Lei le nostre comunità cristiane e tutta la Chiesa di Udine perché continui ad accompagnarci lungo il cammino che abbiamo intrapreso.

Come sapete, infatti, con il primo settembre scorso è diventato operativo il documento che avevo consegnato alla diocesi già l’11 luglio durante la celebrazione dei primi vespri dei nostri Patroni Ermacora e Fortunato. Molti di voi ormai conoscono questo documento che contiene gli orientamenti pastorali che ci guideranno nel prossimo futuro e che ha un titolo molto bello: «”Siano una cosa sola perché il mondo creda”. Le collaborazioni pastorali: nuove opportunità per l’azione missionaria della Chiesa sul territorio friulano».

Già questo titolo dice l’orientamento del nostro cammino: diventare sempre più uniti tra di noi nella comunione vera e attirare dentro questa nostra comunione tanti fratelli e sorelle che patiscono il freddo mortale della solitudine. Così saremo veramente una Chiesa missionaria secondo il comando di Gesù.

Ma saremo capaci di far crescere una comunione sempre più forte tra di noi in questo tempo in cui sembra, invece, prevalere la zizzania dell’individualismo? Le Collaborazioni pastorali che abbiamo descritto nel documento diocesano riusciranno a prendere vita o resteranno una specie di sogno nel cassetto? Le nostre parrocchie avranno la convinzione e la forza per aprirsi le une verso le altre scoprendo la gioia del dono e dell’aiuto reciproco?

Sono domande legittime e serie che molti si stanno facendo; e li capisco perché anche a me, come vescovo, tornano spesso alla mente.

Se dobbiamo contare solo su noi stessi e sulla debolezza dei nostri cuori e della nostra volontà, può essere ben motivato un certo scetticismo già in partenza.

La Chiesa, però, può ricorrere ad una riserva di energie che san Paolo ci indica nell’ultima frase della seconda lettura che abbiamo ascoltato: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo”. Questo stesso invito oggi l’apostolo lo rivolge a tutti noi: “Caro vescovo, presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, fratelli e sorelle laici: abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo. Abbiate un medesimo sentire, con la stessa carità, rimanendo concordi e unanimi, senza fare nulla per rivalità o vanagloria, ma facendo tutto con umiltà, considerando gli altri superiori a voi stessi”.

Se continueremo a far entrare nel nostro cuore questi sentimenti, le Collaborazioni pastorali potranno fiorire, potrà crescere la comunione e la solidarietà tra noi. Tante persone che hanno grande bisogno di scoprire i sentimenti di Cristo potranno gustarli in mezzo a noi. Così saremo missionari del Vangelo.

Ma i sentimenti che Gesù ha vissuto da chi li ha imparati? Da sua Madre, come ogni bambino che, con il latte, assimila anche il cuore della mamma.

Certo, era stato lui a volere una Madre con quel cuore creandola, per grazia e in previsione dei suoi meriti, con un cuore immacolato e rendendola tempio dello Spirito Santo nel momento in cui si incarnava nel suo grembo vergine.

Poi, Gesù è cresciuto con quella mamma in una comunione unica di cuore e di sentimenti che conoscevano tutte le sfumature e le profondità dell’amore.

Per questo, Maria è colei che più di tutti conosce i sentimenti di Cristo. Chi le è devoto e rimane unito a lei nella preghiera, più facilmente scopre i sentimenti di Cristo attraverso il Cuore della Madre di Gesù e nostra.

Continuiamo, perciò, come abbiamo fatto nell’anno scorso a tenere viva la presenza di Maria nella nostra vita personale e nella vita delle nostre comunità. Condividiamo tra le parrocchie della stessa Collaborazione pastorale le tante feste in onore di Maria che i nostri antenati ci hanno trasmesso.

La Vergine Maria aiuterà a far crescere tra di noi e tra le parrocchie della stessa Collaborazione pastorale i sentimenti di Cristo. Per san Paolo, constatare che i cristiani della comunità di Filippi vivevano tra loro i sentimenti stessi di Cristo, era il motivo più grande di gioia: “Rendete piena la mia gioia”. Questa gioia sgorghi anche tra di noi, per intercessione di Maria che ben la conosceva quando ha cantato il Magnificat.

Quanto ce n’è bisogno della gioia vera anche nel nostro Friuli in questo clima di tristezza un po’ crepuscolare che spesso si respira! Causa della nostra letizia, prega per noi.

Udine, 8 settembre 2018