Omelia in occasione del 20° anniversario della canonizzazione di San Luigi Scrosoppi (6 ottobre 2021)

06-10-2021

Cari Fratelli e Sorelle,

il 20° anniversario della sua canonizzazione riporta la nostra attenzione su quel grande santo della nostra terra che è San Luigi Scrosoppi. Ho ripercorso alcune pubblicazioni sulla sua vita e l’impressione che ne ho ricavato, ancora una volta, è quella di trovarmi di fronte ad un sacerdote di straordinaria statura evangelica. In un tempo in cui i volti e le vite delle persone tendono sbiadire in fretta nella nostra memoria, torniamo a leggere quanto ci è tramandato di lui perché è stato – e continua ad essere – una testimonianza concreta e credibile che il Vangelo di Gesù si può mettere in pratica con radicalità. È una lampada posta in alto che ci fa vedere con grande limpidezza il significato delle parole di Gesù interpretate dalla sua vita. Questo il grande servizio che offrono i santi ai loro fratelli di fede e a tutto il mondo: sono i esegeti e i commentatori veri e credibili del vangelo. E’ utile studiare anche i commenti scientifici della Parola di Dio ma non dimentichiamo i santi che ce la commentano concretamente nelle varie epoche della storia della Chiesa. San Luigi Scrosoppi è uno di questi santi che ha predicato, più con i fatti che con le parole, il vangelo dentro le vicende, spesso tragiche, dell’ottocento friulano; ben più gravi di quelle che stiamo vivendo oggi. 

Quello che salta agli occhi, anche dei non credenti, di Luigi Scrosoppi è la sua straordinaria sensibilità verso i poveri e sofferenti; la sua compassione, in particolare, verso le bambine e le ragazze abbandonate, per vari motivi, dalle famiglie, le “derelitte”. Queste virtù erano si accompagnavano ad una grande forza d’animo che lo ha sostenuto nell’opera di accoglienza di queste “derelitte”, senza stanchezze e senza cedimenti, anche quando l’impresa sembrava umanamente impossibile. In quei frangenti subentrava un’altra forza interiore: la fiducia totale nella Provvidenza di Dio Padre che è stato per lui un punto fermo nella sua opera, fino a chiamare le sue figlie spirituali “suore della Provvidenza”.

Queste sono le caratteristiche, accanto ad altre, che immediatamente colpiscono e che più facilmente vengono ricordate del nostro Santo. E’, però, giusto chiedersi; come mai S. Luigi le aveva? Dipendevano dalla sua personalità particolarmente dotata? Dove sta il suo segreto personale che lo ha sostenuto nella straordinaria opera di carità che ha realizzato nelle strade della nostra città e del nostro Friuli procurandogli una fama di santità che si è manifestata già al momento della sua morte e del suo funerale, come documentano le cronache del tempo?

Se leggiamo con sguardo di fede la sua biografia, cogliamo che il segreto di S. Lugi Scrosoppi stava nella risposta che Gesù diede al dottore della legge che lo interrogava: “Amerai il Signore dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta ka tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”. 

Ad uno sguardo esteriore, egli appare come un sacerdote che ha messo in pratica in modo eroico il secondo comandamento: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Ma se andiamo più a fondo, riconosciamo che il primo comandamento per S. Lugi era l’altro: “Amerai il Signore Dio tuo con tutte le tue facoltà e con tutte le tue forze”. 

Possiamo dire che la sua prima passione non erano nemmeno le “derelitte”, anche sue lo accoglieva come vere figlie, ma era Cristo Gesù. Per questo al primo posto nelle sue giornate stava la preghiera, l’incontro con Gesù nell’eucaristia, la continua conversione verso di lui per incanate le sue virtù. Da questo rapporto vitale con Gesù gli veniva, su esempio del santo da lui amato Francesco d’Assisi, la passione per la povertà, per l’umiltà, per la fiducia totale nella Provvidenza, la compassione da buon samaritano verso le povere “derelitte” abbandonate lungo la strada della vita. 

S. Luigi Scrosoppi viveva il “circolo virtuoso” che creano i due comandamenti: amava Gesù con tutto se stesso e, in questo amore, sentiva il desiderio totale di farsi come lui per cui gli nasceva la stessa compassione del Signore verso i poveri. Mentre si dedicava a loro, spesso in condizioni umanamente impossibili, era spinto a mettersi in ginocchio e tornare a Dio e alla sua Provvidenza come ultima risorsa.

Concludendo questi brevi cenni e tornando a quanto dicevo all’inizio, S. Luigi Scrosoppi è un vero commentatore delle parole di Gesù che ricorda al dottore della legge il più grande comandamento. Ci mostra quale sia il “circolo virtuoso” che dovrebbe animare l’esistenza di ogni discepolo del vangelo: si parte dall’amore Dio nel volto di Gesù e quell’amore ci porta ai fratelli più poveri, spinti della sua stessa compassione, per tornare a lui perché dedicarsi ai poveri chiede una carità che è più delle nostre forze; per cui, prima o dopo li abbandoniamo.

Preghiamo, per intercessione del nostro Santo, perché questa sua grande testimonianza penetri profondamente nel nostro cuore.