Omelia in occasione dei funerali di don Giovanni Ribis (30 novembre 2020)

30-11-2020

Cari Fratelli e Sorelle, 

il caro don Giuseppe Ribis ha concluso il suo lungo pellegrinaggio durato 89 anni, di cui ben 63 spesi per il servizio a Cristo e alla sua Chiesa nel ministero sacerdotale. Dalla Fraternità Sacerdotale, in cui don Giuseppe è stato accolto e sostenuto negli ultimi anni della sua esistenza terrena, il Signore lo ha chiamato ad oltrepassare la soglia della morte e ad andare con lui come le cinque vergini sagge della parabola che abbiamo ascoltato nel Vangelo.

Seguendo il desiderio suo e dei parenti, ci siamo riuniti nella chiesa del suo paese di origine di Valle dove don Giuseppe ha ricevuto il dono della fede e del battesimo, ha avuto la sua prima educazione cristiana e ha scoperto e seguito la vocazione al sacerdozio.

Qui celebriamo la S. Messa di esequie grazie alla quale offriamo a Dio Padre, unita al sacrificio di Cristo, anche la vita sacerdotale di don Giuseppe prima di seppellire il suo corpo mortale vicino ai suoi  cari perché riposi in pace in attesa della risurrezione finale dei morti.

Abbiamo ascoltato le parole dell’apostolo Paolo: “Tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male”. 

Con la nostra preghiera comunitaria vogliamo, in questo momento, accompagnare don Giuseppe mentre compare davanti a Gesù di cui è stato ministro per tanti anni. Lo affidiamo alla misericordia del Signore chiedendo che riconosca e accolga le tante opere di bene che questo sacerdote porta con sé perché alla fine ci accompagnano solo le opere buone.

Crediamo che don Giuseppe abbia accumulato molte opere di bene lungo un ministero sacerdotale che, oltre che lungo 63 anni, è stato anche molto intenso e vario perché l’obbedienza lo ha portato in tante comunità e con diversi incarichi pastorali.

Negli anni giovanili ha fatto l’esperienza di cappellano a Faedis, Venzone e Rodda. Successivamente ha avuto la responsabilità di parroco sempre a Rodda e, poi, a Maiano e a Campoformido. L’ultimo tempo del suo ministero don Giuseppe lo ha dedicato ad una meritoria opera di consolazione cristiana presso i fratelli e le sorelle anziane delle case di riposo di “Sereni Orizzonti” e della “Quiete”. 

Quando le forze gli sono venute meno, pur con qualche sofferenza visto il suo carattere sempre vivace e attivo, ha accettato di entrare nella Fraternità Sacerdotale dove più volte ho avuto la possibilità di incontrarlo nelle mie periodiche visite. 

Credo di poter dire che anche gli ultimi anni vissuti in questa comunità di confratelli anziani sono stati preziosi per don Giuseppe. Il clima fraterno e accogliente che si respira tra quella mura gli ha  fatto bene al cuore e lo ha sempre più rasserenato; era facile vederlo con il sorriso sul volto. I quotidiani momenti comunitari di preghiera e di celebrazione della S. Messa lo hanno, poi, aiutato a vivere più in profondità la propria fede e a purificare la  vita spirituale e il suo rapporto con il Signore Gesù.

In questo modo, per quando ci è dato di intuire, possiamo pensare che don Giuseppe era pronto, con la lampada della fede accesa e con nel cuore il desiderio – secondo le parole di Paolo –  di “concludere l’esilio e di abitare presso il Signore”.

Questa è la grande grazia che anche noi invochiamo per lui in questa S. Messa con tutto l’affetto che ci lega a don Giuseppe. Lo affidiamo anche all’intercessione di Maria, Madre dei sacerdoti, dell’apostolo Andrea che oggi la Chiesa festeggia e di San Giovanni Battista, Patrono della parrocchia di Valle. Ce ne sarà certamente molto riconoscente e ricambierà pregando per noi con l’amore puro che hanno quanti vivono nel Signore.