Cari Fratelli e Sorelle,
abbiamo iniziato da pochi giorni il tempo dell’avvento che è il tempo dell’attesa della venuta di Gesù. Ogni anno l’avvento ci ricorda che noi su questa terra siamo tutti dei pellegrini che vanno verso l’incontro con il Signore. È stato un tempo dell’anno liturgico particolarmente caro a don Anilo sul quale ha cercato di attirare l’attenzione non solo dei suoi parrocchiani ma anche di tanti altri fedeli e visitatori con la costruzione del grande presepio, iniziata dopo il terremoto grazie alla collaborazione di persone che condividevano la sua passione. Proprio nella prima domenica di avvento si è concluso per don Anilo il tempo dell’attesa e il Signore Gesù, che ci è venuto incontro nascendo dalla Vergine Maria a Natale e che ora è glorioso in cielo, lo ha chiamato a sé attraverso il passaggio della morte. Lo ha chiamato a sedersi al suo banchetto preparato per i suoi servi fedeli, di cui ci ha parlato la profezia di Isaia: “In quel giorno preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli .. eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto”.
Si è concluso per sempre per don Anilo il tempo dell’avvento ed è entrato nell’incontro eterno con Gesù risorto nel monte del Signore che è la Gerusalemme celeste illuminata dallo splendore della SS. Trinità e abitata dalla Vergine Maria, da S. Giuseppe, da tutti i santi e da tanti cristiani ai quali don Anilo si è dedicato nei suoi 60 anni di sacerdozio e che ora lo accolgono tra loro con gioia e riconoscenza.
Anche noi vogliamo e possiamo unirci alla comunità dei santi celebrando questa S. Messa di esequie in suffragio dell’anima del caro don Anilo. Con la nostra preghiera sostenuta dalla fede e dalla speranza lo raccomandiamo a Gesù risorto perché nella sua misericordia lo accolga e lo accompagni al posto che per lui ha preparato nel banchetto eterno, come abbiamo sentito nel vangelo.
Proprio il vangelo ci suggerisce il modo più bello per ricordare don Anilo e, specialmente, per presentarlo a Dio con la nostra preghiera. Nella scheda custodita in curia con il suo curriculum vitae ci sono poche annotazioni: cappellano per 7 anni a S. Giovanni al Natisone e poi qui ad Ara per ben 50 anni, fino al 2018 quando dovette accettare l’ospitalità della Casa della “Fraternità sacerdotale per le degradate condizioni di salute. Leggendo questa scheda mi è venuto in mente subito il brano del vangelo di Luca che abbiamo ascoltato dove Gesù chiama servi fedeli coloro che spendono la vita per fare la sua volontà.
Credo che Anilo meriti di essere ricordato come uno dei servi fedeli di cui Gesù stesso fa l’elogio: “Beati quei servi fedeli”. Era stato lui a chiamarlo al sacerdozio e a dedicarsi, da buon amministratore, al bene dei fedeli e delle comunità a lui affidate. Don Anilo ha risposto prontamente e ha investito tutti i talenti di cui era stato dotato dalla Provvidenza nel servizio dei fratelli. Lo ha fatto con ammirevole fedeltà: 7 anni fedele a S. Giovanni al Natisone e 50 ad Ara. Non ha mirato a cariche più prestigiose a cui avrebbe potuto aspirare viste le capacità che aveva e delle quali proprio voi, cristiani di Ara, potete essere i primi testimoni. Tra voi, infatti, a mostrato e ha speso i suoi talenti di intelligenza, di inventiva, di originalità e di passione. Ho sentito raccontare, oltre che del presepio già citato, della cura per il coro, per il corpo di danza folcloristica, della banda. Tutti modi per tenere unita la comunità e, specialmente, per animare e formare i giovani con esperienze belle e di qualità. E poi l’attenzione ai friulani nel mondo creando legami con i vari fogolars attraverso le molte tournée. L’elenco potrebbe continuare. Ma quello che adesso capiamo è che tutta questa attività don Anilo non l’ha compiuta da protagonista che cercava il suo successo, L’ha compita invece da sacerdote; cioè, da servo fedele di Gesù Cristo e della comunità a lui affidata cercando di condurre tutti non a se stesso mal al Signore.
Adesso, dopo una faticosa purificazione sopportata durante questi ultimi anni a causa di una crescente inabilità, il Signore ha bussato alla sua porta. Con la nostra preghiera vogliamo rimanere vicini a don Anilo e chiedere a Gesù che lo accolga con la ricompensa riservata ai servi fedeli: un posto nel banchetto della vita eterna e la risurrezione finale.