QUARTA DOMENICA DI PASQUA
Cari Fratelli e Sorelle,
la quarta domenica di Pasqua è detta anche “del Buon Pastore” perché ogni anno leggiamo una parte del cap. 10 del Vangelo di Giovanni nel quale Gesù si presenta come l’unico Buon Pastore che è venuto per riunire attorno a lui gli uomini che erano come pecore disperse.
Il Buon Pastore è una delle immagini più belle e più dolci scelte da Gesù per farci capire la sua missione nel mondo. Egli si contrappone ai cattivi pastori e che, senza mezzi termini, chiama ladri, briganti e mercenari. La differenza è radicale. I cattivi pastori rubano, uccidono e distruggono il gregge loro affidato per soddisfare i propri interessi privati. Si servono della lana e della carne delle pecore per nutrirsi loro. Gesù, al contrario, dà tutto se stesso per il bene e la vita delle sue pecore fino a farsi loro cibo donando la sua Carne e il suo Sangue sulla croce e nell’eucaristia.
Non serve spendere molte parole per mettere in luce quanto, purtroppo, la storia dell’umanità sia stata contrassegnata da cattivi pastori; da persone, cioè, che, avendo a vari livelli la responsabilità del bene dei loro simili, hanno seguito la tentazione della cupidigia e del potere. Hanno approfittato del loro ruolo per i propri interessi. Invece di spendersi per il bene del gregge hanno rubato al gregge per il loro benessere. Personalmente non mi sento esentato da un serio esame di coscienza su quanto assomiglio al Buon Pastore, di cui dovrei essere immagine, o piuttosto ai cattivi pastori.
Torniamo a rivolgere lo sguardo sull’unico Buon Pastore che si è speso senza riserve per il suo gregge fino a sacrificare anche la vita fisica, la Carne e il Sangue.
Quando Gesù si è incarnato nel grembo della Vergine Maria ha trovato l’umanità nelle condizioni richiamate da Pietro nella seconda lettura: «Eravate erranti come pecore» che andavano ognuna per conto suo, senza una direzione chiara, correndo il rischio di farsi del male e senza più il desiderio di formare un unico gregge.
Che cosa aveva portato gli uomini a questa dispersione mortale? Ci risponde ancora Pietro: «Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti». Dentro la famiglia umana, fin dagli inizi, si era insinuato il peccato che è un vero e proprio virus maligno che ha seminato divisione degli uomini con Dio, tra di loro e con la natura stessa. Non occorre neanche la fede per rendersi conto che questa, purtroppo, è la triste realtà. Il peccato, come ricorderà Gesù in un altro discorso, germina nel cuore dell’uomo infettandolo di bisogni, desideri, istinti ispirati all’orgoglio e all’egoismo. Essi, poi, escono dal cuore corrompendo i legami di affetto, di amicizia, di solidarietà tra le persone, con il risultato di creare divisione e di allontanarci gli uni dagli altri. L’azione del Covid-19 è un po’ l’immagine dell’azione del peccato perché anche questo virus crea divisione tra noi costringendoci a stare fisicamente lontani. Mentre, però, esso ci distacca solo fisicamente, il peccato distacca i cuori da Dio e dai fratelli. È questa la vera tragedia dell’umanità
Gesù è venuto come il Buon Pastore che ha preso, come ci ha detto Pietro, «tutti i nostro peccati nel suo corpo sul legno della croce. Con le sue piaghe ha guarito le nostre piaghe»; non le piaghe del corpo ma quelle del cuore. Il suo amore, versato col suo sangue sulla croce, lo fa entrare in noi per mezzo del suo Spirito Santo e purifica e guarisce i nostri desideri, sentimenti, pensieri Quando possiamo accorgerci di essere guariti? Quando torniamo ad andare incontro con amore fraterno gli uni verso gli altri, tutti uniti come un nuovo gregge attorno alla croce del nostro Buon Pastore.
Questo percorso spirituale è stato proposto già a coloro che si sono convertiti ascoltando la prima predica di Pietro, il giorno di Pentecoste, come abbiamo sentito nella prima lettura. L’apostolo rivolge loro questo invito: «Convertitevi dai vostri peccati, fatevi battezzare nel nome di Gesù e ricevete il dono dello Spirito Santo».
È un percorso spirituale da rinnovare continuamente nella nostra vita cristiana per guarire il cuore dalle piaghe del peccato e renderlo sempre più capace di amore. Questa è l’unica strada per essere un solo gregge attorno all’unico Buon Pastore.