Omelia del 1° gennaio 2015, solennità di Maria SS. Madre di Dio e Giornata Mondiale della Pace

07-01-2015
Iniziamo il nuovo anno civile 2015 sotto la protezione di Maria, che in questa S. Messa ricordiamo come Madre di Dio e che il popolo cristiano ha sempre invocato col titolo di Regina della Pace.
 
Di pace parla la benedizione di Mosè sul popolo che può essere uno splendido augurio di capodanno da ripeterci l’un l’altro: Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. Anche i pastori accorsero senza indugio verso il Salvatore che era nato e che giaceva in una mangiatoia, spinti dall’annuncio dell’angelo: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Dio ama”.
 
L’invocazione della pace pervade la preghiera della Chiesa in questo primo giorno del nuovo anno. Ci uniamo anche noi a questa preghiera perché, nonostante le frequenti e dolorose smentite, la pace resta un desiderio insopprimibile nel cuore di ogni uomo e di tutta l’umanità.
 
La pace vera è frutto di tante condizioni. Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, Papa Francesco ce ne ricorda una: “Non più schiavi ma fratelli”. La pace chiede l’abolizione di ogni forma di schiavitù dentro la società umana. Può essere che la piaga della schiavitù sembri ormai debellata da secoli nella nostra società. Il diritto nazionale e internazionale ha leggi assai severe contro chi vuol farsi padrone della vita e della libertà di un’altra persona.
 
Il messaggio del Papa merita ugualmente attenzione specialmente nella parte dedicata alle cause della schiavitù. La più radicale è la perversa tendenza di trattare la persona umana come oggetto su cui esercitare il possesso e su cui agire guidati dai propri interessi. Quando si perde la coscienza del valore di ogni persona come bene assoluto e con diritti inviolabili, è dietro l’angolo il rischio di forme di schiavitù più o meno evidenti all’opinione pubblica.
 
Papa Francesco ne elenca alcune, purtroppo, frequenti in certe aree del pianeta: l’asservimento, anche di minori, a condizioni di lavoro inaccettabili; le condizioni in cui si vengono a trovare i migranti; le violenze sulla donna sul piano sessuale e della libertà nel decidere il matrimonio; le schiavitù che stanno creando gruppi terroristici; i minori condannati all’espianto di organi, all’arruolamento forzato, all’accattonaggio.
 
Sono tutte forme di dominio sulle persone che turbano la nostra sensibilità ma che, come dicevo, possiamo sentire un po’ lontane da noi. Un onesto esame di coscienza, forse, possiamo farcelo ugualmente guardando alla nostra realtà.
 
La grave crisi di posti di lavoro può spingere alla violazione di essenziali diritti della persona che cerca un’occupazione, approfittando del grave bisogno in cui versa lei e, spesso, la sua famiglia. In questo un pensiero particolare deve essere inevitabilmente rivolto ai giovani.
 
Anche tra noi abbiamo migranti e richiedenti asilo che hanno tagliato tutti i ponti alle loro spalle. A volte la loro presenza crea reali emergenze che chiedono un supplemento di pacatezza e di razionalità per trovare soluzioni sostenibili per i nostri paesi, ma mantenendo sempre vivo il senso della dignità di ogni persona.
 
Come ho fatto altre volte, mi permetto di richiamare l’attenzione sui bambini e i ragazzi che si trovano coinvolti nella rottura della famiglia a causa della separazione dei genitori. Nelle inevitabili trattative che si aprono, sono spesso loro i più deboli ed è tutt’altro che remoto il rischio che non sia ascoltato il loro cuore e rispettata la loro libertà. Per tante situazioni che mi sono trovato a seguire, devo confessare che ho trovato alquanto lacunosa anche la legislazione che dovrebbe proteggere i diritti dei più piccoli. Non raramente li ho visti costretti a condizioni che loro non avrebbero voluto.
 
Un’attenta riflessione merita, infine, il campo della tecnica applicata alla fecondazione denominata artificiale o assistita. La fecondazione è quella scintilla straordinaria da cui sorge il miracolo di una nuova persona che sarà, per sempre, irripetibile. Giorni fa un amico, esperto di bioetica, mi faceva notare quanto sia alto il rischio che in questo campo i criteri etici alzino bandiera bianca e sia lasciato campo libero alla tecnica che nasconde spesso dubbi interessi e che si avvale della complicità della disinformazione. L’embrione non è un oggetto schiavo della volontà di chi lo manipola; è persona inviolabile.
 
Concludo questi brevi spunti ricavati dall’indovinato messaggio di Papa Francesco a cui rinvio per un’attenta lettura. Preghiamo il Signore Gesù, per intercessione di Maria, che non venga mai meno tra di noi il rispetto assoluto della persona umana, cardine su cui si è fondata la nostra civiltà. E Maria, Regina della pace, interceda per noi.