Incontro con catechisti e animatori della Diocesi nell’Anno della Misericordia

07-10-2015
Come un catechista e un animatore possono vivere l’Anno Santo della Misericordia nel prezioso servizio di educatore cristiano? Portando dentro questo servizio la Parabola del Buon Samaritano che commento nella lettera pastorale «Eterna è la sua misericordia» (nn. 11-18).
Riprendo il commento applicandolo all’esperienza di un educatore cristiano.
 
1. Metterci al posto dell’uomo ferito soccorso dalla misericordia di Gesù, Buon Samaritano
«Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io.  Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna» (1 Tim 1,15-16).
  • Essere di esempio: persone che hanno ricevuto la misericordia di Gesù. Prima di chiederci come vivere la misericordia verso i ragazzi e di far scoprire l’esperienza della misericordia, verificare noi l’esperienza della misericordia ricevuta da Gesù.
  • Superare la tentazione, oggi molto diffusa, di non aver bisogno di misericordia. Umiltà e sincerità nel riconoscere che il nostro posto è vicino all’uomo ferito: la pratica dell’esame di coscienza per entrare nel profondo della nostra coscienza e riconoscere le ferite, le debolezze, i peccati, i vizi persistenti, gli stati più profondi di compromesso.
  • Affidarsi alla misericordia del buon samaritano perché riconosciamo la nostra incapacità di rialzarci da soli: il Sacramento della Penitenza vissuto con fedeltà per accogliere il perdono di Gesù che è il dono rinnovato del suo Santo Spirito per avere un cuore nuovo: «Lava quod est sordidum, riga quod est aridum, sana quod est saucium». Il sacramento della Penitenza come appuntamento periodico che ci accompagna nel cammino di conversione e di santificazione: anche come guida spirituale.
 
2. Donare la misericordia ricevuta, diventando a nostra volta buoni samaritani
Il cuore guarito dalla misericordia di Gesù, diventa sorgete della stessa misericordia ricevuta. Non per nostro merito ma, come dice Paolo, per essere esempio della magnanimità che Cristo Gesù ha voluto in noi. I ragazzi tocchino il nostro cuore che sta guarendo e per questo sa amarli e accoglierli con la delicatezza e la fedeltà di Gesù.
Per degli educatori cristiani ci sono delle opere di misericordia spirituale nelle quali può concretizzarsi la nostra misericordia (cfr. lettera pastorale):
  • consigliare i dubbiosi nella confusione in cui vivono questi ragazzi di parole ed esempi contradditori.
  • insegnare agli ignoranti: far scoprire la loro la bellezza di Gesù, Verità per la vita dell’uomo; far scoprire il senso della loro persona e della loro vita sul volto e la persona di Gesù.
  • consolare gli afflitti: quante ferite dolorose e, spesso, nascoste che si trascinano avanti nella solitudine.
  • ammonire i peccatori: con delicatezza aiutarli a riconoscere le loro ferite e quelle provocate agli altri, le durezze del cuore, le conseguenza del peccato.
  • sopportare le persone moleste: la fedeltà paziente tra ragazzi spesso diseducati e disturbati.
 
3. La ricompensa: «Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia»
Entrare nel circuito della misericordia di Gesù: accogliere umilmente la misericordia sui nostri peccati per aprirci ai fratelli con cuore guarito dalla misericordia ricevuta e ritrovarci davanti a Gesù simili a lui nel cuore misericordioso ed essere accolti dall’abbraccio finale del Buon Samaritano.
 
Cattedrale di Udine, venerdì 2 ottobre 2015