Il Giubileo, anno di grazia del Signore
(Levitico 25, 1-21; Luca 4, 16-21)
Nell’Anno Santo della Misericordia ispireremo le nostre catechesi quaresimali a questo evento di grazia che Papa Francesco ha voluto per tutta la Chiesa cattolica.
L’Anno “santo” viene detto anche “giubilare”, o, anno del “Giubileo”. Ci soffermiamo oggi sul significato spirituale di questa definizione, commentando le due letture della Sacra Scrittura che abbiamo ascoltato.
Il testo del Levitico ci riporta alle origini antiche e dense di significato del Giubileo. Il libro della Genesi racconta che, dopo aver creato l’uomo e la donna, Dio lasciò loro il comandamento che doveva essere la guida alla loro esistenza: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».
Per il popolo ebreo, liberato dall’Egitto, Dio aggiunse anche un altro ordinamento che doveva essere osservato ogni sette anni e, specialmente, ogni cinquant’anni. Ogni sette anni l’uomo doveva sospendere il suo dominio sulla terra e lasciarla libera di riposare senza fare su di essa nessuna coltivazione.
Inoltre, ogni cinquant’anni il popolo avrebbe celebrato il Giubileo per un intero anno. Non solo avrebbe lasciato libera la terra di riposare ma ognuno avrebbe lasciato libero il prossimo che aveva contratto un debito con lui. Ogni debito sarebbe stato condonato e ognuno sarebbe tornato in possesso della terra che lui e la sua famiglia avevano cinquant’anni prima. Il motivo del comando divino era: «Temete il vostro Dio, poiché io sono il Signore vostro Dio».
Dio aveva creato l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza e aveva sottomesso alla loro intelligenza e libertà tutto il creato. C’era, però, in agguato la tentazione che di fatto assalì l’uomo fin dall’inizio; era la tentazione di farsi padrone assoluto del creato e non solo del creato ma anche del proprio fratello rendendolo suo schiavo. Questa tentazione di potere portò alla rovina i rapporti dell’uomo con il suo Dio, con la natura e con il prossimo.
Ecco allora l’anno del Giubileo che già l’Antico Testamento chiama ”sacro”; cioè, dedicato solo al Signore. Ogni cinquant’anni il popolo di Dio era messo nella condizione di ristabilire l’ordine giusto della creazione. Il popolo ebreo si fermava e ricordava che c’è un solo Signore nel mondo e nella storia umana e a lui solo doveva lode e riconoscenza per i frutti della terra e per la vita propria e del prossimo. Inoltre, non sfruttando per un anno il suolo, recuperava il rispetto per la natura come dono di Dio. Cancellando, infine, ogni debito e ridistribuendo le proprietà, recuperava il rispetto per ogni uomo, libero, schiavo, bracciante o forestiero perché era stato creato ad immagine di Dio.
Gesù, all’inizio della sua missione, nella sinagoga di Nazareth, applica a sé una profezia di Isaia e annuncia che è stato inviato per «predicare un anno di grazia del Signore»; cioè, un Giubileo. Egli annuncia che è venuto a portare il vero e definitivo Giubileo. Veniva, cioè, a ristabilire i giusti rapporti dell’uomo con Dio, degli uomini tra loro, e degli uomini con la natura; com’era nel progetto divino dell’antico Giubileo.
Questi rapporti erano stati gravemente compromessi dal peccato che aveva trascinato l’uomo a dimenticare che solo Dio è da adorare, a creare reciproci soprusi nei rapporti sociali e a perdere il rispetto della natura.
Gesù ha guarito gli uomini dal peccato e dalle sue conseguenze con l’unica medicina: la misericordia di Dio Padre.
Ha portato tra di noi il Giubileo della Misericordia chiamando tutti ad affidarsi all’abbraccio misericordioso del Padre che sempre ci aspetta e a diffondere attorno a noi la Misericordia ricevuta facendoci «misericordiosi come il Padre nostro».
Ha ricreato, così, l’ordine dei rapporti di noi uomini con il nostro Dio, dei rapporti tra di noi e con il creato. Questo ordine si chiama misericordia; dove c’è misericordia, c’è l’ordine e l’armonia di Dio nel mondo.
L’Anno santo della Misericordia è occasione straordinaria per rimettere in ordine la nostra vita, prima di tutto, affidandoci alla misericordia di Gesù che ci purifica dal peccato senza lasciare alcuna ombra. Questo ci è donato gratuitamente grazie anche all’indulgenza giubilare che possiamo ottenere come completamento del perdono dei nostri peccati ricevuto sacramentalmente.
Con la misericordia di Dio nel cuore possiamo contribuire a ristabilire l’ordine giusto tra gli uomini portando, a nostra volta, misericordia con l’impegno concreto delle opere di misericordia. Questo è il vero Giubileo del Signore.