Cari fratelli e sorelle,
iniziamo il tempo di Quaresima portando ancora negli occhi e nel cuore le tristissime immagini della guerra in Ucraina e del devastante terremoto in Turchia e in Siria. Nel vangelo di Luca (Lc 13,1-5) si parla di due eventi simili, anche se di ben altre proporzioni: Pilato aveva soppresso nel sangue un tentativo di rivolta di alcuni giudei contro il potere romano ed una torre delle mura di Gerusalemme era improvvisamente crollata schiacciando diciotto persone.
Gesù invita con forza i discepoli a considerare queste disgrazie non solo come fatti di cronaca di cui parlare, ma come un monito serio di Dio: «Se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo». Dopo un primo impatto emotivo, infatti, potremmo anche noi cadere nella trappola dell’assuefazione e dunque dell’indifferenza verso le devastazioni della guerra come del terremoto, avvertendole lontane da noi. Esse, invece continuano a toccarci da vicino perché portano con sé dei richiami che non dovremmo trascurare. Ne ricordo tre in particolare.
Il primo lo sentiamo continuamente ripetere da Papa Francesco, il quale quasi settimanalmente invita a implorare Dio Padre, per intercessione di Maria, perché torni la pace. Non stanchiamoci, allora, di pregare per la pace. In particolare, venerdì 10 marzo tutte le diocesi e le parrocchie d’Italia sono invitate a celebrare una Santa Messa per la pace. Personalmente la presiederò in cattedrale alle ore 19. Ci inseriamo, in questo modo, in una grande catena di Sante Messe a cui hanno aderito le Chiese di tutti gli Stati europei.
Non dimentichiamo, poi, la solidarietà concreta e prolungata nel tempo, per rispondere alla quale merita che ci priviamo anche di qualcosa di superfluo a favore delle popolazioni colpite. Possiamo far giungere loro il nostro aiuto attraverso il canale sicuro della Caritas italiana. La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana propone, inoltre, una raccolta straordinaria nella domenica 26 marzo, quinta di quaresima.
Ma desidero, sopra a tutto, portare la nostra attenzione su un terzo richiamo che viene direttamente da Gesù: «Se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo». Le due recenti tragedie causate dalla violenza della natura e dalla cattiveria dell’uomo ci scuotono e ci ricordano drammaticamente che l’esistenza nostra e degli altri è “come un soffio” e che è avvelenata, purtroppo, dal male. Per cui raggiunge la vera felicità solo chi si libera dal male e spende i propri giorni con saggezza seguendo la strada del Vangelo.
L’iniziale passo da compiere è risvegliare le coscienze quando sono intontite da un certo torpore morale che porta a confondere il bene e il male. A tale torpore contribuiscono non poco i mezzi di comunicazione di massa, i quali hanno offerto, anche recentemente, spettacoli che, tra lustrini e ammiccamenti, inoculano messaggi gravemente ambigui sul senso della vita e dell’amore.
Durante questo tempo quaresimale accogliamo dunque i tre richiami che vi ho succintamente sottoposto. Troviamo il tempo per la preghiera, invocando, in particolare, il dono della pace. Privandoci del superfluo, doniamo un’elemosina per aiutare chi si trova nella disperazione. Risvegliamo, infine, nella coscienza un desiderio vivo di conversione verso il Vangelo perché i giorni scorrono e non vanno sprecati.
Auguro a tutti una santa Quaresima con la benedizione del Signore.
Messaggio dell’Arcivescovo di Udine per la Quaresima 2023