Messaggio per la Pasqua 2023 (5 aprile 2023)

Cari fratelli e care sorelle,

i Vangeli narrano che quando Gesù fece l’ultimo ingresso a Gerusalemme, dove lo aspettava-no la Passione, la morte in croce e la Risurrezione, fu accolto da due acclamazioni della folla tra loro contrapposte: «Osanna!» e «Crucifige!» («sia crocifisso!»).

Le persone che lo accompagnavano nel mentre Egli entrava in città umilmente, a cavallo di un asino, gridavano: «Osanna nel più alto dei cieli! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!». Erano bambini che Gesù aveva abbracciato e messo al centro dell’attenzione; erano peccatori e peccatrici che da Lui si erano sentiti perdonati e non condannati; erano malati che Egli aveva guarito e poveri ai quali aveva donato una parola di speranza; erano i discepoli che lo avevano seguito lungo le strade della Palestina… Tutte persone che avevano imparato a volergli bene e a porre in Lui tutta la loro fiducia.

Ma pochi giorni dopo, davanti al palazzo del governatore romano Pilato, si radunò un’altra folla formata dai capi religiosi degli ebrei e da quanti si erano lasciati convincere da loro. Di fronte a Gesù sfigurato dalla flagellazione e dalla corona di spine conficcata sul capo, ripetu-tamente e con rabbia chiesero a Pilato: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Era un grido di morte che saliva da cuori induriti che non avevano sopportato la “rivoluzione” dell’Amore e della Misericordia di Dio che Gesù aveva portato tra gli uomini con la sua vita e la sua parola. Accecati dal diabolico sentimento dell’orgoglio, si sentivano a posto e non accettavano colui che, a nome di Dio, li chiamava a battersi il petto come poveri peccatori e a convertire la loro condotta di vita.

Questi due schieramenti che si formano di fronte a Gesù possiamo riconoscerli presenti anche oggi nella nostra società europea e friulana.

Mi capita infatti di incontrare persone che hanno il cuore profondamente toccato dall’amore per Gesù e che con gioia gli cantano: «Benedetto Tu perché sei entrato nella mia vita». Penso ai bambini che avvertono una particolare sintonia con Gesù se c’è chi glielo fa conoscere. Come spesso ho la grazia di parlare con uomini e donne che, dopo sbagli anche gravi, sono stati trasformati dalla parola del Vangelo. Ci sono giovani che consacrano tutta la vita in una vocazione di amore indissolubile nel matrimonio cristiano o nel sacerdozio e nella professione religiosa. Sono gli “osanna” inneggiati nella vita e con la vita.

Eppure non possiamo, d’altra parte, nasconderci che ci sono persone e movimenti che con rabbia e perfidia vogliono cancellare Gesù e il suo Vangelo dalla società. In certi paesi i cristiani, a causa della loro fede in Gesù, sono perseguitati e martirizzati e si ripete contro di loro lo stesso grido di morte: «Crocifiggili!». In Europa continua, invece, un’azione più subdola – ma non meno determinata – che mira a sradicare gli insegnamenti di Gesù sulla vera dignità della persona, della sessualità umana, dell’amore tra uomo e donna, dei più deboli e indifesi.

Ebbene, nei giorni della Settimana Santa e della Pasqua, la Chiesa mette al centro Gesù innalzato in croce e risorto il terzo giorno e ci invita a rinnovare davanti a Lui la nostra scelta. Ci riconosciamo tra i suoi discepoli che gli cantano “osanna” e “benedetto” avendo scoperto che solo le sue parole sono “verità e vita”? Oppure ci mettiamo tra coloro che per indifferenza o per ostilità lo rifiutano immaginando, anche in Friuli, una società che sradica le proprie radici cristiane?

Il giorno di Pasqua, incontrando Gesù risorto dal sepolcro, i discepoli fedeli a Lui lo hanno accolto con un’altra bella acclamazione: “Alleluia!” (“Sia gloria a Dio!”). Mi auguro, cari fratelli e sorelle, che anche noi possiamo cantare con gioia l’alleluia pasquale perché con Gesù ha vinto l’amore e noi possiamo partecipare alla sua vittoria.

Buona Pasqua. Cristo è risorto! Alleluia!

+ Andrea Bruno Mazzocato

 

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