Messaggio per il Santo Natale 2017

Cari Fratelli e Sorelle,

sono lieto di «portare» ad ognuno di voi l’augurio di buon Natale. Lo faccio con le parole con cui il profeta Isaia annunciò la nascita del Messia: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. [..] Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio».

Per salvare noi uomini Dio non ha inviato un grande condottiero capace di sconfiggere qualsiasi nemico e imporre così la sua pace. Una simile figura sarebbe stato il messia che aspettavano gli ebrei e che forse aspetteremmo anche noi: un capo cioè che imponga la sua giustizia perché è più forte di tutti.

Invece, «un bambino è nato per noi», e quel bambino − dice Isaia − ha acceso «una grande luce nelle tenebre del mondo».  Chi cerca Dio lo trova nel piccolo neonato di Maria, adagiato in una mangiatoia. È completamente indifeso: egli spera che chi lo avvicina abbia deposto dal cuore ogni violenza per provare solo delicatezza, meraviglia e rispetto.

Questa è la «grande luce» che Gesù col suo Natale ha acceso nel mondo: la luce dell’amore vero. Egli ci ha insegnato che il banco di prova dell’amore vero sono i piccoli e i deboli. Sono coloro che, come lui a Betlemme, sono senza difese e chiedono semplicemente amore puro e delicato.

Cari Fratelli e Sorelle, questa grande luce si riaccenda anche nel nostro Friuli. Stiamo patendo un tremendo «inverno demografico»; abbiamo bisogno di bambini. Ma essi arrivano solamente se li accogliamo con lo stesso rispetto con cui Maria strinse tra le braccia Gesù. Ci sono molte donne che sono costrette a soffocare il loro desiderio di diventare mamme perché politiche miopi e convenzioni sociali sciocche le scoraggiano. Ci sono molti bambini che sbocciano nel grembo della mamma, venendo poi brutalmente rifiutati con l’aborto. Spesso la loro mamma infatti, in condizioni di debolezza, non trova la solidarietà e l’amore di cui avrebbe bisogno.

Il mio pensiero, in questo Natale, va inoltre alle altre persone deboli e indifese a causa di gravi malattie o in ragione della vecchiaia. Quando le energie necessarie per provvedere a se stessi sono esaurite, questi fratelli chiedono a noi un amore fedele e paziente, capace di portare insieme a loro la croce quotidiana, come il buon Cireneo fece con Gesù. Aiutarli a vivere fino in fondo la loro esistenza terrena senza rifiutarne l’ultimo tratto è atto di amore lungimirante e coraggioso, giacché l’esistenza di ogni uomo è mistero di cui capiremo il senso quando saremo in Dio.

La luce del Natale, annunciata da Isaia e accesa a Betlemme, è grande ed è impegnativa perché è la luce dell’amore che mette al primo posto appunto i deboli e gli indifesi come Gesù bambino.

«Pace in terra» allora se ci lasciamo illuminare e riscaldare a quella luce.                                                        Buon Natale con la benedizione del Signore per intercessione di Maria.

 

+ Andrea Bruno Mazzocato, Arcivescovo di Udine

 

Santo Natale 2017

21-12-2017