Omelia per l’ordinazione diaconale di Stefano Barresi e Andrea Meneguzzi (30 aprile 2023)

30-04-2023

Cari fratelli e sorelle, 

le letture della Parola di Dio ci hanno introdotto all’ordinazione diaconale di Stefano Barresi e Andrea Meneguzzi. Aggiungo ancora un pensiero per richiamare il senso del ministero del diacono nella Chiesa. Lo prendo da una bella omelia che Papa Francesco ha rivolto ai diaconi permanenti di Roma nel 2021. 

Dice il Santo Padre: «Parliamo riflettendo un poco sul ministero del diacono. La via maestra da percorrere è quella indicata dal Concilio Vaticano II che ha inteso il diaconato come “grado proprio e permanente della gerarchia”. La Lumen gentium, dopo aver descritto la funzione dei presbiteri come partecipazione alla funzione sacerdotale di Cristo, illustra il ministero dei diaconi, ai quali – dice – vengono imposte le mani non per il sacerdozio ma per il servizio. Questa differenza non è di poco conto. Il diaconato, che nella concezione precedente era ridotto a un ordine di passaggio verso il sacerdozio, riacquista così il suo posto e la sua specificità. I diaconi, proprio perché dediti al servizio del Popolo di Dio, ricordano che nel corpo ecclesiale nessuno può elevarsi al di sopra degli altri. Nella Chiesa – prosegue Papa Francesco – deve vigere la logica opposta, la logica dell’abbassamento. Tutti siamo chiamati ad abbassarci, perché Gesù si è abbassato, si è fatto servo di tutti. Se c’è un grande nella Chiesa è Lui, che si è fatto il più piccolo e il servo di tutti. E tutto comincia da qui, come ci ricorda il fatto che il diaconato è la porta di ingresso all’Ordine. E diacono si rimane per sempre. Ricordiamoci, per favore, che sempre per i discepoli di Gesù amare è servire e servire è regnare. Il potere sta nel servizio, non in altro. I diaconi sono i custodi del servizio nella Chiesa, per conseguenza, si può dire che sono i custodi del vero “potere” nella Chiesa, perché nessuno vada oltre il potere del servizio». 

È molto significativa l’espressione di Papa Francesco: «I diaconi sono i custodi del servizio nella Chiesa». Essi esercitano il loro servizio in alcune ed importanti forme concrete: l’annuncio del Vangelo nella celebrazione liturgica e nell’evangelizzazione delle persone; il servizio liturgico, principalmente, nella celebrazione eucaristica; l’esercizio della carità dentro la comunità verso i più poveri e deboli. 

Attraverso questi e altri servizi i diaconi vivono la loro specifica vocazione di tenere viva l’importanza nella Chiesa del comando di Gesù di farsi “servi” gli uni degli altri. Nella seconda lettura abbiamo ascoltato le parole di san Pietro: «Cristo patì per voi lasciandovi un esempio perché ne seguiate le orme». Il diacono è chiamato ad incarnare in mezzo ai fratelli questo esempio di Gesù: «Io sto in mezzo a voi come colui che serve» (Lc 22,27). 

Questo ci fa capire l’importanza che all’interno di una Chiesa diocesana sia presente una comunità diaconale come abbiamo la grazia di avere nella nostra diocesi; comunità che tra poco si arricchirà di due nuovi membri. 

Per “custodire” tra i fratelli l’esempio di Gesù, come colui che serve, non è sufficiente che il diacono svolga alcuni compiti e ministeri, ma deve incarnare la spiritualità del “servo” nella sua persona, nella sua mentalità, nel suo modo di porsi. Egli deve rifuggire dalla tentazione di sentirsi un qualche modo importante per il ruolo che gli viene consegnato perché questo significherebbe cedere a quel “clericalismo” tante volte denunciato da Papa Francesco; sentirsi, cioè, detentori di un pur piccolo potere secondo la mentalità umana. Il Papa sottolinea che: «per i discepoli di Gesù amare è servire e servire è regnare. Il potere sta nel servizio, non in altro». È questo capovolgimento della logica umana del potere che deve caratterizzare i discepoli di Gesù e ogni comunità cristiana. Essere consacrati diaconi significa avere il compito si essere “custodi del vero “potere” nella Chiesa” che è il potere del servizio; cioè, di essere i più grandi perché ci si fa servi di tutti sull’esempio di Gesù. 

Durante il rito, molto significativo, dell’ordinazione diaconale preghiamo per Stefano e Andrea perché sappiano essere in mezzo a noi esempi luminosi di Colui che si è fatto servo di tutti fino a donare per noi la sua vita.