VENERDI’ SANTO. OMELIA NELLA VIA CRUCIS PER LE VIE DEL CENTRO DI UDINE

02-04-2010




Siamo giunti al termine della Via Crucis grazie alla quale abbiamo vissuto con spirito cristiano il Venerdì santo, giorno veramente santo perché santificato dal dolore fino al sangue e dall’amore di Gesù, il Figlio di Dio.


In questo momento il Santo Padre sta celebrando la Via Crucis a Roma attorno al Colosseo, luogo segnato dal sangue dei martiri.


Quest’anno non possiamo non sentirci in modo particolare vicini a lui con affetto sincero e con la preghiera. Il Papa, almeno per un tratto della Via Crucis, porta personalmente la croce davanti a tutto il popolo che lo segue.


Questo gesto ci fa pensare alla croce reale che Benedetto XVI sta portando per tutta la Chiesa. Sta portando la croce delle miserie e dei peccati di membri della Chiesa che hanno tradito, in modo ignobile, la loro consacrazione umiliando nel corpo e nello spirito fratelli più deboli e indifesi.


Sta portando la croce degli attacchi maligni che si sono scatenati contro la sua  persona e tutta la Chiesa cattolica. In queste aggressioni è impossibile non ravvisare una volontà preordinata di abbattere, in qualunque modo, la Chiesa di Cristo.


Gesù, nella sua passione, non si è tirato indietro,  ma ha offerto il suo dorso ai flagellatori e la faccia agli insulti e agli sputi.


Il Santo Padre, degno Vicario di Cristo, non si è tirato indietro riparandosi con paraventi diplomatici e facendo parlare altre persone. Si è esposto e si sta esponendo in prima persona come il pastore buono che lotta per il suo gregge quando è aggredito dai lupi.


Con estrema umiltà e sincerità ha chiesto perdono alle vittime dei pesanti soprusi. Con fermezza paterna ha richiamato i colpevoli ricordando loro che dovranno rispondere a Dio e agli uomini. Con la stessa dignitosa pazienza con cui Gesù ha sopportato gli insulti, sta sopportando denunce e offese che non mirano alla verità ma solo a gettare fango in ogni modo contro la persona stessa del Papa e di tutta la Chiesa.


Benedetto XVI questa sera sta celebrando e vivendo la sua Via Crucis per i peccati e per la Chiesa. Mentre anche noi siamo raccolti attorno a Gesù crocifisso, facciamo una particolare preghiera per il Santo Padre perché sta lottando non tanto per se stesso, ma per tutti i cristiani e tutta la Chiesa.


Indico una seconda intenzione di preghiera. Preghiamo per quelle nostre sorelle e fratelli cristiani che stanno vivendo sulla loro carne la Via Crucis, spesso fino a perdere la vita in modo violento solo perché credono in Gesù Cristo.


Abbiamo Chiese realmente sotto persecuzione in Stati dell’Asia minore e dell’estremo oriente a causa di fondamentalismi e fanatismi di esponenti di altre religioni che non conoscono il dialogo e il rispetto reciproco.


Spesso gli organi di comunicazione tendono a passare sotto silenzio, per motivi incomprensibili, questi soprusi contro martiri indifesi che nulla hanno in comune con altri, cosiddetti martiri, che distruggono se stessi e altre persone innocenti.


I martiri che stanno pagando anche con la vita la loro fede, sono autentici martiri che continuano nel mondo la passione e morte di Gesù, loro Signore.


Almeno noi ricordiamoli e, questa sera, preghiamo per loro perché siamo membra con loro della stessa Chiesa che, se a Udine è in pace, altrove è crocifissa.


Torniamo a casa, infine, portandoci nel cuore questa Via Crucis che abbiamo vissuto assieme perché Gesù, salendo il calvario fino alla croce, ha segnato la via maestra lungo la quale tutta l’umanità può trovare salvezza.


E’ la via dell’obbedienza alla Volontà di Dio Padre, dell’amore per il prossimo senza condizioni, del perdono per cancellare l’odio, della pazienza verso le miserie dei fratelli.


Su questa via Gesù ci chiama a seguirlo per trovare un senso grande alla nostra esistenza e diffondere, con lui e come lui, amore e rispetto per ogni persona.


 


+ Andrea Bruno Mazzocato


Arcivescovo di Udine