Il Signore sa che è arrivato il momento di ‘essere elevato in alto’, di essere, cioè, messo sulla croce per la salvezza di tutti gli uomini. E prende la ‘ferma decisione’ di andare avanti verso Gerusalemme, luogo della sua passione e morte. E’ una decisione che nasce dall’obbedienza senza resistenze alla volontà di Dio, suo Padre, e dall’amore misericordioso verso la condizione penosa degli uomini peccatori di cui si era fatto fratello.
Mentre Egli procede deciso verso Gerusalemme, tre uomini gli propongono di seguirlo sulla stessa strada, di diventare, cioè, suoi discepoli. Essi, però, pongono qualche condizione umanamente molto comprensibile: seppellire prima il padre morto o salutare i parenti.
Gesù, però, non accetta alcuna condizione. E’ più esigente anche del profeta Elia che aveva accettato che il discepolo Eliseo andasse a baciare il padre e la madre prima di seguirlo.
A chi lo segue, Gesù chiede la stessa radicalità sua; chiede di rinunciare alla propria vita e ad ogni personale progetto e affetto per dare tutta la vita a servizio della sua stessa missione dedicata alla salvezza degli uomini.
Oggi Daniele e Marcin sono davanti a noi pronti a seguire definitivamente Gesù che dice loro ‘Seguimi senza mettere mano all’aratro e poi volgerti indietro’. Sono pronti a rinunciare alla loro vita e ai progetti che loro e i loro cari potevano avere perché hanno scoperto e deciso di seguire la vocazione per cui Dio li ha voluti all’esistenza.
Con l’ordinazione diaconale fanno il primo passo senza ritorno verso il sacerdozio, verso la missione di essere pescatori di uomini.
Fanno questo passo, prima di tutto, con la promessa di vivere il celibato rinunciando a completarsi con l’amore di una donna e generando figli secondo la carne. Li inviterò a questa promessa dicendo: ‘Tu che sei pronto a vivere nel celibato, vuoi in segno della tua totale dedizione a Cristo Signore custodire per sempre questo impegno per il regno dei cieli a servizio di Dio e degli uomini?’. Il celibato per loro ha il significato di una dedizione totale a Cristo Signore per dedicarsi a servire Dio nella stessa obbedienza di Gesù e ogni uomo, continuando la sua missione.
Il loro passo senza ritorno nel seguire la propria vocazione diventerà completo con l’ordinazione. L’imposizione delle mani del Vescovo e la preghiera consacratoria invocherà su di loro l’ effusione dello Spirito Santo che li conformerà a Gesù servo, fino alla morte. Porteranno fino alla vita eterna nella loro anima il segno del carattere sacramentale, il sigillo spirituale impresso dallo Spirito di Dio che segna coloro che Cristo ha reso simili a Lui come servi del vangelo e dei fratelli nella Chiesa.
Viviamo in un tempo in cui tanti giovani (e non solo) faticano a raggiungere decisioni definitive nella vita e in cui si è diffusa l’idea che la libertà è poter sempre cambiare, tenersi sempre una porta aperta alle spalle per tornare indietro e ricominciare.
Marcin e Daniele vanno contro corrente come Gesù chiede ad ogni suo discepolo. Oggi, davanti a noi e a tutta la Chiesa di Udine, ascoltano le parole del Maestro che dice: ‘Seguimi senza pentimenti, senza porre mano all’aratro e volgerti indietro’. Ascoltano e obbediscono alla volontà di Dio su di loro come obbedì Gesù quando volse deciso la sua faccia verso Gerusalemme, verso la croce.
Saranno per sempre in mezzo a noi diaconi, consacrati a Dio e alla Chiesa con tutta la loro persona amando con cuore celibe e servendo i fratelli poveri umanamente e poveri spiritualmente. Metterò tra le loro mani il Vangelo perché sia la parola di Gesù e non la loro che risuona quando predicheranno, istruiranno, consoleranno, consiglieranno.
Preghiamo perché vivano con una fedeltà senza pentimenti questa grande obbedienza nella quale oggi si impegnano e che li rende vicini a Gesù che va verso il dono totale di sé.
Preghiamo perché siano loro programma di vita l’esortazione che rivolgerò loro consegnando il libro dei Santi Evangeli: ‘Ricevi il Vangelo di Cristo, del quale sei divenuto annunziatore: credi sempre ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni’.
Preghiamo, infine, perché gli altri ragazzi e giovani, che il Signore sta chiamando a seguirlo nella stessa vocazione di Marcin e Daniele seguano il loro esempio rispondendo con generosità senza volgersi indietro.