(Rom 14,7-12; Gv 14, 1-6)
‘Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io’.
Siamo riuniti per celebrare la S. Messa di suffragio dell’amato e stimato mons. Emilio Dominici e nel nostro cuore siamo convinti che per lui Gesù ha mantenuto la sua promessa: ‘Io vado a prepararvi un posto e poi tornerò e vi prenderò con me’.
Per mons. Dominici il posto con Gesù nella vita eterna era, ormai, pronto dopo 92 anni di vita e quasi 70 di sacerdozio vissuti nella fedeltà e nella dedizione di sé prima come cappellano in varie parrocchie, poi come parroco a Cesclans, Medeuzza e per 26 anni in città prima a S. Cristoforo e poi arciprete della Cattedrale. Come parroco emerito ha continuato il suo servizio pastorale in Cattedrale fino all’esaurimento delle forze ed ha concluso la sua giornata terrena nel sereno raccoglimento della Fraternità sacerdotale.
Personalmente ho potuto conoscere mons. Dominici solo nell’ultimo periodo della sua vita, segnato dalla debolezza che gli rendeva ormai molto difficile anche la comunicazione.
Di lui, però, ho raccolto testimonianze belle, ricche di riconoscenza e di affetto. Specialmente in città, dove ha svolto anche il compito di vicario foraneo, è stato una presenza di sacerdote significativa e stimata.
Molto persone hanno potuto godere della sua intensa capacità di intrecciare rapporti personali profondi. Al di là di un portamento piuttosto sobrio e austero, egli manifestava in quanti lo accostavano un cuore di uomo e di pastore ricco di sensibilità, di capacità di ascolto e di fedeltà verso chi si apriva a lui.
Per queste sue doti è stato punto di riferimento per tante persone che cercavano in lui accoglienza e consiglio, come la si cerca in un fratello e in un padre che sa essere fedele ai propri figli. Così ha intrecciato amicizie che sono durate negli anni, e che gli sono state vicine fino al termine della sua vita, come la delicata assistenza dei coniugi Giacobbi.
Questa capacità di ascolto e di sintonia con le persone, unita ad una solida cultura hanno reso mons. Dominici un formatore e un catechista di qualità. Ne hanno goduto gli studenti dell’educandato Uccellis, i fidanzati dei corsi in preparazione al matrimonio che egli teneva per tutta la città e i laici che partecipavano agli incontri di catechesi per adulti che guidò fino a 90 anni.
Anche in tarda età egli aveva conservato un’invidiabile incisività formativa grazie alla sua ricca umanità e alla solida cultura che aveva coltivato con la laurea in Teologia all’Università Lateranense e, già avanti negli anni, con la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Padova. Il diritto era una delle sue passioni.
Profondeva la sua preparazione culturale e la sua sensibilità spirituale anche nella cura per la liturgia. Un giorno alla settimana era dedicato a preparare nel modo migliore le celebrazioni assieme ai laici che, con vari ruoli, condividevano con lui questa passione e questo servizio a tutta la comunità.
Con molta saggezza ed equilibrio ha portato avanti anche il ministero di esorcista a cui lo aveva chiamato il Vescovo. Anche in questo servizio gli fu di aiuto la grande conoscenza dell’animo umano e chiari riferimenti di teologia dogmatica e di teologia spirituale.
Ho cercato di ricordare brevemente alcuni tratti della personalità umana e sacerdotale di mons. Dominici così come mi sono stati narrati da persone che lo hanno conosciuto personalmente e che oggi gli sono riconoscenti.
Anche solo questi cenni ‘ che andrebbero certamente completati ‘ mi permettono di dire in questo momenti che il clero, la diocesi e la città di Udine hanno avuto in mons. Dominici il dono di un sacerdote di grande personalità e spiritualità. Un pastore fedele a Dio, alle persone e ai suoi doveri; esigente con se stesso e con gli altri ma, contemporaneamente, capace di delicata accoglienza e solidarietà; sicuro nel scegliere le strade su cui guidare i cristiane e le comunità, come la catechesi e la liturgia.
Ci ha detto S. Paolo: ‘Se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore’. Uno sguardo al suo lungo pellegrinaggio terreno ci convince che mons. Dominici è vissuto per il Signore e per quella vocazione a cui il Signore lo ha voluto per il bene della sua Chiesa e di tanti fratelli. Ed è morto per il Signore, purificato dall’ultima debolezza nell’abbandono umile e sereno alle mani del Padre.
Preghiamo con fede e affetto chiedendo che ‘sia dunque del Signore’ e dalla Comunione dei Santi continui ad intercedere per la sua Chiesa di Udine, per le persone che lo ricordano con riconoscenza, perché altri pastori continuino la missione nella quale egli ha donato tutti i talenti che aveva ricevuto.