FUNERALE DON GIOVANNI ZEARO Rom 14,7-12; Lc 12, 35-40
Siamo riuniti per la celebrazione di esequie del nostro sacerdote, d. Giovanni Zearo. Il Figlio dell’uomo è passato per l’ultima visita e lo ha chiamato con sé dopo un lungo pellegrinaggio terreno durato quasi 90 anni dei quali, 67 donati a Dio e alla Chiesa nel ministero sacerdotale.
Abbiamo ascoltato le grandi parola dell’apostolo Paolo che descrivono la condizione di vita di colui che è stato unito a Gesù nel battesimo: ‘Nessuno vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore; se noi moriamo, moriamo per il Signore’.
D. Giovanni è stato consacrato al Signore con il battesimo in questa chiesa di Gemona e da questa chiesa lo accompagniamo con la preghiera perché viva la sua nuova nascita nella vita eterna, dopo che è morto nel Signore.
La consacrazione battesimale si è completata per d. Giovanni con l’ordinazione sacerdotale che lo ha in modo speciale unito a Cristo fino a renderlo suo ministro con l’autorità di renderlo presente nell’annuncio della Parola di Dio e nella celebrazione dei sacramenti.
Egli ha vissuto con esemplare fedeltà il ministero sacerdotale a favore della sua Chiesa, specialmente nella parrocchia di Fraelacco a cui si è dedicato come parroco per 24 anni e successivamente nel ministero della consolazione come cappellano dell’ospedale di Udine per 17 anni. L’età e le condizioni di salute lo hanno poi consigliato di ritirasi a Gemona, da dove era partita la sua vocazione e dedicare le residue energie alla preghiera, a sacramento della confessione e alla celebrazione della S. Messa.
La sua vocazione al sacerdozio aveva trovato nutrimento nell’ambiente familiare; una famiglia stimata a Gemona per la solida impostazione cristiana trasmessa ai figli, non solo a d. Giovanni ma anche agli altri figli che in vari modi si sono dedicati ai poveri anche in terre lontane.
D. Giovanni ha fatto tesoro degli insegnamenti ed esempi ricevuti in famiglia e, grazie anche all’educazione successiva ricevuta nel seminario diocesano, ha dedicato tutta la sua esistenza ad un fedele ministero sacerdotale.
Non ha ricercato, certamente, di emergere con cariche di un certo prestigio ma si è dedicato ad fedele e quotidiano servizio come sacerdote offrendo la grazia di Dio che le sua mani consacrate avevano la possibilità di fare.
Il Signore Gesù, che guarda oltre le apparenze umane, considererà la fedeltà pluridecennale di d. Giovanni alla cara di riposo di Tricesimo vicino alle fatiche delle persone anziane che spesso nessuno ascolta. Guarderà agli anni dedicati alle corsie dell’ospedale civile portando vicinanza di cuore, consolazione ai malati e ai parenti e i sacramenti della riconciliazione, della comunione eucaristica e dell’unzione degli infermi.
Credo che si possa dire che c’è stata una preferenza di d. Giovanni per le persone deboli, anziane e sofferenti anche perché nella sua vita la debolezza e la sofferenza era stata una compagna familiare. In essa aveva certamente affinato anche la sua profonda e genuina spiritualità che traspariva dal suo essere e dal suo ministero
Il suo carattere delicato, riservato e capaci di ascolto lo rendeva un confessore qualificato nell’accogliere le coscienze e guidarle alla riconciliazione con il Signore Gesù.
E’ stata ricordata una sua massima: ‘Saper parlare è dono di molti, saper tacere una saggezza di pochi, saper ascoltare una generosità di pochissimi‘.
D. Giovanni sapeva ascoltare, un arte di pochi che chiede un cuore aperto, libero da ogni pregiudizio previo, capace di ospitare la vita e le sofferenze delle persone dentro di sé.
Ora il Signore è passato e siamo convinti che ha trovato d. Giovanni preparato alla visita non di un ladro ma di Colui per il quale ha vissuto, nel quale desiderava morire per vivere con lui in eterno.
Lo raccomandiamo a Gesù risorto sapendo nella fede e nella speranza che la nostra preghiera di suffragio è l’ultimo atto di carità fraterna che possiamo offrire a d. Giovanni. Se n’è andato in silenzio ma ora vogliamo che la voce corale della nostra preghiera lo accompagni fino al tribunale di Dio al quale ciascuno a suo tempo rende conto, come ricorda l’apostolo Paolo. Battezzato nel signore Gesù e a lui configurato con l’ordinazione sacra, sia ora per sempre nel Signore.