(1 Gv 3,14-16; Lc 12,35-40)
Abbiamo ascoltato l’invito che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli e che dovrebbe essere come la stella polare in ogni giorno della loro vita terrena: ‘Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lampade accese .. per aprire subito al padrone quando arriva e bussa’. Erano parole familiari alla mente e al cuore di d. Gelindo Marchetti tanto da aver voluto farle incidere nell’artistico calice avuto per il 25° anniversario di sacerdozio e col quale stiamo celebrando la S. Messa delle sue esequie. Vi si legge: ‘Estote parati, quia qua hora non putatis Filus hominis veniet; ‘tenetevi pronti perché nell’ora in cui non vi aspettate il Figlio dell’uomo verrà’. Queste parole di Gesù sono anche il motto evangelico dello scoutismo al quale sappiamo quanto d. Gelindo sia stato sempre legato e dedicato.
Quante volte le ha lette sollevando il suo calice nella celebrazione della S. Messa! Esse sostengono la nostra speranza che, quando Il Signore ha bussato alla sua porta, lo ha trovato pronto ad attenderlo, come un servo fedele che non si stanca mai di aspettare il suo padrone.
L’attesa è durata 94 anni e mentre d. Gelindo ricordava il suo anniversario della nascita a questa vita terrena, Gesù lo ha chiamato al vero dies natalis nella vita eterna dove ha ritrovato anche l’amato fratello, d. Giuseppe, assieme ai familiari e a tanti confratelli e amici.
Del lungo pellegrinaggio terreno, che la Provvidenza divina gli ha assegnato, d. Gelindo ha consacrato ben 67 anni al servizio di Cristo e della Chiesa nel sacerdozio.
Ascoltando testimonianza di chi lo ha conosciuto da vicino, mi pare di aver intuito che nel suo ministero sacerdotale d. Gelindo si è comportato veramente da servo fedele e discreto. Me ne aveva dato prova lui stesso in una bella lettera che mi scrisse in risposta ad un mio biglietto di vicinanza per la morte della sorella. Mi ringraziava per quel segno fraterno di attenzione rivolto ‘all’ultimo prete della diocesi che non era mai arrivato parroco’. A questa simpatica ed elegante sottolineatura aggiungeva parole molto serie in cui mi informava che riusciva a celebrare fedelmente la S. Messa domenicale ai cristiani di Braulins per sostenere la loro speranza. E mi assicurava che, fin che la schiena gli avesse permesso di passare il ponte sul Tagliamento, avrebbe volentieri continuato in questo ministero. Aveva 92 anni.
Così è stato tra noi d. Gelindo Marchetti: un sacerdote discreto, sobrio nel modo di proporsi, schivo da ogni forma di arrivismo e di affermazione di sé. Senza chiacchiere e formalismi, la sua spiritualità era molto seria e profonda ed affondava le sue radici nell’humus di una famiglia patriarcale dalle robuste tradizioni cristiane.
Essa si nutriva dell’amore per la Sacra Scrittura che traspare nei tanti quaderni in cui sono annotate puntigliosamente le omelie ed altre riflessioni. Un piccolo segno di questo amore per la Parola di Dio è anche la cospicua collezione di bibbie in tutte le lingue del mondo. La sua spiritualità si nutriva, inoltre, della celebrazione eucaristica che con straordinaria fedeltà ha continuato ad assicurare ai fedeli fino alla fine.
La profondità dell’animo di d. Gelindo è stata scoperta da tante persone, specialmente giovani, che hanno avuto la grazia di accostarlo e di essere da lui seguite.
I ragazzi e i giovani hanno avuto un posto veramente privilegiato nel suo cuore, nei suoi sforzi e nel suo tempo. Per vari anni la sua attività principale è stata l’insegnamento della religione nelle scuole di Udine, abitando presso la parrocchia di S. Giorgio Maggiore.
Straordinaria, poi, è stata la sua dedizione all’associazione degli scout di cui è stato ‘storico’ assistente diocesano. A servizio dei ragazzi scout d. Gelindo ha messo tutta la sua umanità, la sua spiritualità e la sua cultura pedagogica. Ha inciso nel loro animo formando generazioni. La qualità dei rapporti umanI si misura con la tenuta che hanno nel tempo e i suoi ‘ragazzi’ ‘ ora papà e nonni ‘ hanno sempre continuato a frequentarlo. Stavano preparandogli anche la festa per il 94.mo compleanno, ma per d. Gelindo era giunto il tempo di festeggiarlo in cielo.
Giunto alla pensione nell’insegnamento della religione, si è portato a S. Margherita del Gruagno collaborando con la consueta fedeltà col parroco senza chiedere nomine particolari. Ancora, ha profuso la sua esperienza e le sue energie in particolare nella formazione e nella formazione giovanile. Ha speso le ultime forze, come già ho ricordato, nella terra natale di Gemona, nella parrocchia Campolessi dove abitava – alla quale ha donato un bell’ organo liturgico – e nella comunità di Braulins.
Il ricordo che ognuno di noi conserva di d. Gelindo si trasformi ora nel più puro atto di riconoscenza: la nostra preghiera di suffragio, che uniamo al sacrificio di Cristo. Siamo certi di presentare alla misericordia di Dio Padre un servo fedele del suo Signore e un sacerdote che ha amato profondamente la sua Chiesa e la terra friulana di cui ha sempre curato la storia e le tradizioni culturali e religiose.
Chiediamo a Gesù risorto che lo faccia passare da morte a vita perché, secondo le parole di S. Giovanni, ha conosciuto l’amore dando la vita per i fratelli.