I protagonisti della festa dell’Epifania sono i magi. Il vangelo non dice quanti fossero; anche se tradizionalmente ne mettiamo tre nel presepio perché questo è il numero dei doni che offrirono a Gesù: oro, incenso e mirra. L’evangelista Matteo, che narra l’episodio, ci offre, invece, elementi per capire che tipo di persone fossero.
Venivano dall’oriente, da terre lontane e avevano affrontato un viaggio impegnativo per arrivare fino alla culla di colui che cercavano: ‘il re dei giudei che è nato’.
Si erano mossi senza sapere in partenza la meta del loro cammino. Avevano, però, come una bussola luminosa che li guidava: una stella che avevano visto sorgere e che avevano deciso di seguire. Anche questa stella è protagonista della festa dell’Epifania; con la sua luce esteriore indica la vera luce che interiormente guidava i Magi.
Erano uomini che seguivano una stella interiore che illuminava la loro mente e entusiasmava il loro cuore: era la luce della ricerca della verità, della ricerca di Dio.
Era una luce intensa, il desiderio più forte che potessero provare; tanto forte da spingerli a lasciare le sicurezze della casa e del paese dove abitavano e mettersi in cammino senza sapere il punto di arrivo del loro pellegrinaggio.
I magi erano uomini veri, uomini dignitosi che non si accontentavano di un’esistenza mediocre. Cercavano la risposta alle grandi domande che ogni uomo porta nel cuore: quale sia il senso della sua esistenza su questa terra; quale possa essere una speranza che non delude.
Non fu facile il loro cammino e incontrarono gli ostacoli più grossi là dove pensavano di trovare un aiuto; cioè, a Gerusalemme, la città santa. Trovarono una popolazione addormentata nell’indifferenza, che non mostrava alcun interesse alla loro ricerca di Dio che si era fatto uomo, come i profeti avevano preannunciato. Dovettero fare i conti con la politica di Erode e dei notabili del tempo, pronti a strumentalizzare anche la ricerca sincera dei Magi per sete di potere.
Non si scoraggiarono e la stella che li guidava non li deluse. Finalmente giunsero là dove il cielo aveva toccato la terra e il Figlio di Dio si era fatto bambino. Finalmente poterono inginocchiarsi pieni di gioia e, con i doni, offrire tutta la loro vita a Colui che era venuto loro incontro per salvare la loro vita.
I magi mi portano a pensare ai nostri bambini, ragazzi e giovani. Un bambino che spalanca gli occhi sul mondo, ha uno sguardo pieno di attesa e di ricerca. Guarda gli occhi della mamma e le fa una muta e fondamentale domanda: perché sono nato? Che senso ha la mia vita? Dove sta la vera gioia? Sono le domande che continua a conservare dentro di sé anche quando cresce e diventa ragazzo, adolescente, giovane.
E si guarda attorno per cercare chi è più esperto nella vita e ha già cercato la risposta. Con amarezza dobbiamo riconoscere che i nostri ragazzi e giovani troppe volte vanno incontro alla stessa delusione che i magi provarono entrando a Gerusalemme, dove pensavano di trovare lì chi conosceva la risposta alla loro ricerca.
Anche i nostri figli si trovano in mezzo ad una società di adulti spesso addormentati nell’indifferenza religiosa, che si accontentano di piccoli espedienti per riempire le giornate e che non cercano più un senso grande per la loro esistenza da trasmettere alla nuove generazioni. Oppure devono fare i conti con una gestione politica (nel senso più ampio del termine) della società che ha dimenticato l’obiettivo del bene delle persone per sete di poteri piccoli o grandi.
Anche il Presidente della Repubblica, nel messaggio di fine anno, ha sollecitato con forza a non deludere i ragazzi e i giovani. Non vanno delusi nelle loro legittime attese di avere il diritto ad un studio serio e ad una prospettiva professionale ed economica per il loro futuro.
Ma i magi ci ricordano che non dobbiamo riservare a loro una delusione ancora profonda: quella di non trovare adulti che sanno ascoltare e capire le grandi domande sul senso della vita e sanno essere la loro stella che li guida da Colui che ha portato su questa terra
Per le nuove generazioni, che come i magi sono in ricerca, ogni adulto può fare qualcosa. Anche solo un uomo, che non ha abdicato alla sua dignità di cercatore della verità e di Dio, è come una stella luminosa a cui tanti possono guardare.
Chiediamo al Signore Gesù, per intercessione dei Santi Magi, la grazia di tenere sempre sveglia la mente e il cuore nella ricerca di Dio e nel cammino della fede. E l’unico esercizio che ci tiene svegli è la preghiera.
Saremo una stella di riferimento per i figli che entrano nella vita; un esempio di quale sia una vita degna di una persona umana.