OMELIA NELLA SANTA MESSA SOLENNE DI INIZIO DELLE CELEBRAZIONI IN ONORE DI MARIA NEL 650° ANNIVERSARIO DEL SANTUARIO DEL MONTE LUSSARI

27-06-2010


Eccellenze reverendissime e cari fedeli,


                                               siamo saliti al Santuario della Madonna di Monte Lussari, al Mont Sante, per partecipare a questa solenne S. Messa che inizia le celebrazioni in onore di Maria nel 650° anniversario dell’inizio della devozione in suo onore in questo luogo benedetto dalla natura e dalla grazia di Dio.


Concelebrano con me, Arcivescovo di Udine, S. E. Mons. Alois Schwarz, Vescovo di Klagenfut, S. E. Mons. Alojzij Uran, Arcivescovo emerito di Lubiana e S. E. Mons. Metod Pirih, Vescovo di Capodistria. Li ringrazio vivamente di aver accettato il nostro invito perché la loro partecipazione, oltre che conferire solennità particolare alla celebrazione, testimonia una secolare tradizione di fede che unisce le nostre Chiese attorno al Santuario di Monte Lussari.


650 anni di storia ci invitano a rivolgere il nostro sguardo indietro, verso il passato, e vedere le lunghe file di pellegrini che, lungo i secoli, sono salite dal versante italiano, sloveno e austriaco fino alla miracolosa statuina della Madonna che, secondo la tradizione orale delle popolazioni del posto, si sarebbe fatta trovare da un giovane pastore.


In mezzo a queste montagne caratterizzate dalle Pievi, il Santuario di Monte Lussari domina dall’alto sulle vallate e i paesi sottostanti dei tre versanti. I cristiani del XIV secolo hanno voluto porre Maria più in alto di ogni altra chiesa perché stendesse la sua protezione sulle popolazioni schiacciate da prove difficili quali il devastante terremoto del 1348, la peste nera dell’anno successivo e gli scontri armati tra i potenti dell’epoca di cui faceva le spese la gente indifesa.


Quando i poveri invocano salvezza è spontaneo per loro alzare gli occhi verso l’alto perché, se non trovano rifugio e giustizia sulla terra, sperano che essa scenda dal cielo. Così invoca il salmo 120: ‘Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra’.


Anche le comunità cristiane di 650 anni fa alzavano gli occhi verso i monti e sul crinale tra cielo e terra di Monte Lussari hanno edificato il Santuario verso il quale rivolgere lo sguardo e la preghiera alla Madre misericordiosa, verso il quale indirizzare il cammino per un pellegrinaggio di preghiera che li portasse  davanti alla statuina della Vergine con il bambino.


Sul solco di questa grande tradizione desideriamo metterci anche noi in questa celebrazione in onore di Maria. Anche noi vogliamo tenere lo sguardo e il cuore rivolto in alto, verso il monte per affidare alla Madre immacolata le nostre Chiese diocesane, le famiglie, le nuove generazioni, i malati e anziani, tutta la società.


Con le celebrazioni che iniziamo per i 650 anni del Santuario, vogliamo impegnarci perché questo Monte resti, prima di tutto, Mont Sante, luogo di preghiera e di raccoglimento interiore, meta di pellegrinaggi che salgono per affidarsi a Maria e incontrare la Grazia del Signore nel sacramento della confessione e nella S. Messa.


Sappiamo che Monte Lussari è anche luogo di grande bellezza naturalistica e di attrattiva turistica. Questo non ci dispiace purché resti prima di tutto il Monte del Santuario della Vergine Maria. In una società dove le persone vivono spesso con il fiato corto per i ritmi pesanti di vita vanno rispettate le oasi di spiritualità nelle quali l’anima può respirare e le persone possono riconciliarsi con se stesse e con Dio. Monte Lussari continua certamente ad essere una di queste grandi oasi, posta nel cuore dell’Europa; particolarmente ricca di tradizione cristiana e di fascino spirituale e, insieme, molto fragile nei suoi equilibri per cui chiede di essere valorizzata con molta delicatezza e rispetto.


Vogliamo anche impegnarci perché questo santuario della Vergine continui ad essere punto di incontro tra i tre popoli che compongono il contenente europeo: lo slavo, il germanico, il latino. Qui, uniti nella devozione alla Vergine Madre, nella preghiera e nelle celebrazioni fatte nell’armonia delle diverse lingue e tradizioni essi trovino quell’intesa profonda che può, poi, riverberarsi anche sul piano politico ed economico.


Si sta faticosamente cercando di creare l’unità europea sul piano economico; si invoca l’unità politica. Non dobbiamo dimenticare che l’unità dei popoli è il risultato, prima di tutto, di un’armonia di cuori e di grandi motivazioni comuni. Sono quelle radici cristiane della civiltà europea che certe correnti di pensiero e di governo osteggiano.


A Lussari, cantando e pregando con lingue e tradizioni diverse si vive un esempio di unità tra popoli e razze. Si è vissuta anche quando le barrire politiche erano talmente dure da essere paragonate a cortine di ferro.


Monte Lussari è un esempio che la Vergine Maria può ottenere la grazia di una rinnovata Pentecoste che fa sbiadire i motivi di differenza e di contrasto per suggerire invece una lingua comune che parte dalla preghiera e si diffonde nei rapporti quotidiani della vita.


‘Alzo gli occhi verso i monti da dove mi verrà l’aiuto’. Alzino ancora gli occhi e i cuori in preghiera verso i monti, verso il Monte Lussari invocando le grazie da Dio per intercessione potente di Maria, qui venerata da 650 anni con straordinaria devozione.